Tra ripresa di ferragosto, dati incoraggianti sull’impatto del bonus vacanze e occasioni importanti come l’ormai imminente Mostra del Cinema, il turismo a Venezia e provincia trova spunti per non fermarsi di fronte al coronavirus.
Perché l’estate del Covid-19 resterà una pagina impossibile da dimenticare, dal punto di vista dell’economia. «Ma, come imprenditori, abbiamo il dovere di guardare avanti. Quello che lanciamo, però, non è uno sterile messaggio di stupido ottimismo. Il conto analitico dei danni lo stiamo facendo, è chiaro. Però proviamo anche a capire come superare questa difficile fase» commenta Marco Michielli, presidente di Federalberghi e Confturismo Veneto.
Il bonus vacanze funziona
A tenere il conto dell’iniziativa voluta dal Governo per sostenere il settore turistico è direttamente il MIBACT. Il Ministero aggiorna in tempo reale le cifre dei voucher volti a favorire le vacanze delle famiglie in Italia (e, di conseguenza, l’attività delle strutture nostrane). All’inizio dell’ultima settimana di agosto, sul territorio nazionale sono stati dunque generati 1.318.524 bonus vacanze, per un controvalore economico di 591.822.400 euro. E i bonus finora utilizzati sono complessivamente 393.493.
Il dato analitico che scende nel dettaglio di regioni e province è invece stato aggiornato per l’ultima volta a inizio agosto, a un mese dall’entrata in vigore del provvedimento. A quella data, le strutture ricettive aderenti, in Veneto, erano 498, più della metà delle quali (376) nel Veneziano. La provincia di Venezia è prima anche per numero di bonus utilizzati (3.461 su in totale di 7.710). Così come, logicamente, quanto a controvalore economico dell’importo utilizzato nelle nostre strutture ricettive: 1.584.764 euro, rispetto a un totale regionale di 3.569.302 euro.
Un bonus ben accetto
«Per entrare nei numeri precisi – chiarifica Michielli – bisognerebbe avere sotto mano le contabilità dei singoli alberghi. Possiamo però confermare che sono stati numerosi i turisti che si sono presentati chiedendo di poter utilizzare il bonus. Così come è stata complessivamente buona l’accettazione da parte degli albergatori».
Al riguardo, Federalberghi ha sostenuto l’iniziativa anche a livello nazionale, pubblicando e aggiornando continuativamente i nomi di tutte strutture aderenti. «Possiamo dire – riprende il presidente veneto – che il successo è stato tutto sommato discreto, anche se si potevano fare le cose più semplici. Per ottenere i voucher è richiesto infatti un minimo di competenze telematiche che non tutti, specie i meno giovani, hanno. E questo ne ha un po’ complicato l’uso».
Quanto agli alberghi aderenti, Michielli invita invece a non ragionare sui numeri assoluti. «In molti non ci hanno segnalato la loro adesione. In parte perché di livello qualitativo troppo elevato per rientrare nei target di reddito di coloro che hanno potuto godere del bonus. In parte, purtroppo, perché in molti non hanno aperto».
Un ferragosto con buoni numeri
Già, perché quella del 2020 resta pur sempre l’estate del coronavirus: un’estate in cui sarà difficile per tutti gli operatori far quadrare i conti. Se non altro, almeno ferragosto non ha tradito le attese. «Compatibilmente con i tempi – commenta Marco Michielli – possiamo dire che nei giorni di metà agosto le cose sono andate bene, almeno al mare, sui laghi e in montagna. La crescita dell’affluenza c’è stata, com’era prevedibile. E, anche se non è quello che risolverà i bilanci, è comunque meglio che niente. Ma c’è ancora molto da recuperare, soprattutto nelle città d’arte».
Se anche le terme, sia pure solo per pochi giorni, hanno beneficiato del ferragosto, il vero problema è infatti legato ai flussi cittadini. Almeno metà degli alberghi, in questo caso, hanno scelto di saltare a piè pari la stagione. E, paradossalmente, quelli aperti stanno lavorando di più durante la settimana, con la clientela business, che nei fine settimana, con i turisti veri e propri.
Mostra del Cinema, un messaggio di speranza
L’attenzione del settore turistico, allora, è adesso tutta incentrata sulla fine di agosto e i primi giorni di settembre. E anche una Mostra del Cinema “sui generis”, come quella del 2020, è dunque un segnale importante. «Il festival del Lido – conclude il presidente di Federalberghi – è una manifestazione che, in qualche modo, è sempre stata linfa per il turismo. Ben venga quindi la conferma, anche se in tono minore. E anche se mi aspetto la presenza quasi esclusivamente di addetti ai lavori. Perché vedo la Mostra, prima ancora che come un reale beneficio per la città di Venezia, come un importante segnale di discontinuità dall’angoscia da Covid. Sarà il modo per dire al mondo intero che, coronavirus o meno, vogliamo guardare avanti verso il ritorno alla normalità».