Pubblicato in Gazzetta ufficiale il testo del decreto con incentivi per conseguire i titoli di guida per i mezzi pesanti. Il “caso” della navigazione
Una buona opportunità di lavoro per molti. Ma non per tutti, considerato che non tutte le realtà sono state prese in considerazione. E una buona risposta a quelle aziende che, nel mondo del trasporto, faticano a trovare personale qualificato per la guida dei mezzi pesanti. Anche in questo caso, non a tutte, perché a Venezia, così come sul lago di Como o di Garda, trovare pilota motoristi o addetti al trasporto persone non è un’operazione facile.
Con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale del testo del decreto che lo istituisce, entra nel vivo il “bonus patente autotrasporto”. Ovvero la misura voluta dal Governo per favorire la formazione e l’acquisizione dei relativi titoli per l’esercizio della professione da parte dei giovani che vogliono diventare autisti di mezzi pesanti per il trasporto di merci o persone.
Un provvedimento che intende incentivare le nuove generazioni a entrare in un settore, quello dell’autotrasporto, alle prese da tempo con la carenza di conducenti, anche per gli elevati costi da sostenere da parte degli interessati per conseguire le patenti o le abilitazioni professionali richieste.
Ma, al tempo stesso, un bonus che, nella formulazione attuale, esclude un settore, quello del trasporto su barche della navigazione interna, non meno in difficoltà.
Il bonus patente autotrasporto
Il beneficio erogabile, inserito nel “Programma patenti giovani autisti per l’autotrasporto”, può arrivare a coprire fino all’80%, fino a un massimo di 2.500 euro, della spesa per la formazione relativa al conseguimento di una patente di tipologia C, C1, CE, C1E, D, D1, DE e D1E o della Carta di qualificazione del conducente (Cqc).
Il voucher andrà speso entro 60 giorni dalla sua emissione e il titolo professionale dovrà essere conseguito entro 18 mesi.
Sono ammessi al beneficio i cittadini italiani ed europei tra 18 e 35 anni.
La domanda va presentata sulla piattaforma apposita inserita nel sito del Ministero delle Infrastrutture, registrandosi sul sito con Spid, Carta d’identità elettronica o Carta nazionale dei servizi.
Il buono può essere richiesto una sola volta e sarà emesso secondo l’ordine cronologico di inoltro delle istanze fino all’esaurimento delle risorse disponibili (3,7 milioni di euro per il 2022 e 5,4 milioni per ogni anno dal 2023 al 2026).
Il “nodo” trasporti nautici
Il provvedimento riguarda esclusivamente il trasporto su strada.
Ne rimangono quindi esclusi altri settori, come quello del trasporto di merci e persone in acqua.
“Sarebbe il minimo – commenta Massimo Scarparo, insegnante di nautica dell’agenzia veneziana “Base Mare 21” – estendere l’incentivo a Venezia o ai grandi laghi, perché un giovane che volesse acquisire i titoli professionali per svolgere la professione sulla navigazione interna deve sostenere pesanti costi”.
Ci vogliono infatti, quantifica Scarparo, mille euro per il corso di “pilota motorista autorizzato”, più altri circa 200 euro (e un ulteriore esame) per l’iscrizione a ruolo in Città Metropolitana. E, se si vuole la doppia iscrizione a ruolo, per poter trasportare sia cose che persone, si arriva quasi a 400 euro in più. “
La nautica professionale – riprende l’insegnante veneziano – spesso viene considerata un problema minore e non riceve alcun incentivo allo sviluppo”.
Il caso-Venezia
Il titolo di “pilota motorista autorizzato” e l’iscrizione a ruolo, chiarisce Massimo Scarparo, autorizzano all’esercizio della professione in tutta la Laguna di Venezia, sebbene al suo interno vi siano acque di competenza della Capitaneria e altre della Regione.
La Laguna è infatti considerata “acqua promiscua”.
Ciò nonostante, la difficoltà a trovare giovane personale qualificato, nella realtà veneziana, perdura da anni, nonostante il lavoro non sia mai calato.
“A differenza di Genova – sottolinea Scarparo – dove il porto è nel cuore dei cittadini, a Venezia manca uno sviluppo nella cultura nautica, a partire dalle scuole.
L’istituto Venier, la scuola professionale per marittimi commerciali, solo dopo un triennio di cultura generale si addentra nel mondo della nautica. E, per di più, non ha adeguate dotazioni, come per esempio una barca su cui provare i radar, rimandando così alle ditte private. Quest’anno, da noi, sono venuti così 4 ragazzi per vedere dal vivo le cose studiate sui libri”.
Il problema della navigazione interna
Quello di Venezia, in ogni caso, è solo un esempio emblematico di una situazione generalizzata, che riguarda tutte le acque interne italiane.
“Io – riprende l’insegnante di nautica – lavoro anche sul lago di Garda e sul lago di Como. E diverse aziende si sono rivolte a me chiedendo se conoscevo giovani che potessero lavorare con loro per effettuare i trasporti su acqua. Ma, purtroppo, ho dovuto rispondere di no”.
“Le acque interne – conclude Scarparo – si trovano in sostanziale stato di abbandono, fin dal 1970, quando lo Stato ha deciso di puntare solo sui camion, tagliando fuori le barche. La sostanziale chiusura della navigazione fluviale, così, ha portato alla situazione attuale, in cui solo da poco si è tornato a guardare in parte ai fiumi, sia pure per la sola parte turistica. Ed è per questo che sarebbe importante avere a disposizione anche del nostro settore incentivi come quello appena pubblicato in Gazzetta Ufficiale”.
Ma non potete aiutare anche persone con età avanzata per quanto riguarda le Patenti di Pilota Motorista Autorizzato, CE,CQC+ TECCHIGRAFO,ECC,Ecc, così noi possiamo ritornare a lavorare??? Grazie