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Bollette. Ok della Camera al decreto, ma cresce la “povertà energetica”

Bollette. Ok della Camera al decreto, ma cresce la “povertà energetica”

Entro il 30 aprile la conversione in legge. Gli allarmi del ministro dell’Economia e della Cgia di Mestre

L’iter parlamentare per convertire in legge il decreto “Bollette” prosegue a spron battuto, per evitare che le nuove misure di sostegno per famiglie e imprese rischino di decadere con la scadenza del termine del prossimo 30 aprile.
Ieri, 12 aprile, sul provvedimento la Camera ha confermato il suo voto di fiducia al Governo, con 422 favorevoli, 54 contrari e 1 astenuto. Questa mattina è la volta dell’esame e del voto degli ordini del giorno, poi l’ultima tappa in Senato.
Misure fondamentali, quelle contenute nel testo, ormai “blindato” dopo il passaggio nelle Commissioni. Ma ancora non sufficienti, come conferma la preoccupazione espressa dal ministro dell’Economia, Daniele Franco.
Il tutto mentre, sulla base dell’ultimo aggiornamento dei dati ufficiali del Rapporto dell’osservatorio Oipe, la Cgia di Mestre ha stimato che ormai sono 4 milioni, in Italia, i nuclei familiari a rischio “povertà energetica”.

La “povertà energetica” in Italia

Come spiega l’Oipe, la povertà energetica è la difficoltà di acquistare un paniere minimo di beni e servizi energetici o, in alternativa, un accesso ai servizi energetici che implica una distrazione di risorse, in termini di spesa o di reddito, superiore a un “valore normale”.
Basandosi sui dati effettivi di spesa dell’Istat, una famiglia è dunque considerata in povertà energetica se la sua spesa energetica equivalente è superiore al doppio della spesa media e, simultaneamente, la sua spesa totale, al netto della spesa energetica, è inferiore alla soglia della povertà relativa.
Ma anche se una famiglia con spesa totale equivalente inferiore alla mediana ha anche spesa per riscaldamento nulla.

Le famiglie in difficoltà

 

L’obiettivo del Piano nazionale integrato energia e clima è quello di ridurre entro il 2030 la povertà energetica in Italia, portandola a interessare tra il 7% e l’8% delle famiglie.
Nel 2019, continuando il trend di aumento annuo dello 0,1% iniziato dalle prime rilevazioni del 2016, la percentuale era dell’8,5%, con oltre 2,2 milioni di nuclei interessati.
Solo nel 2020 si è registrata una lieve flessione, dello 0,5%, ma con ancora 2,1 milioni di famiglie (l’8%) in povertà energetica.
Nell’ultimo rapporto, il dato nazionale è però già risalito all’8,8%, riguardando soprattutto il Sud, in particolare Campania, Calabria e Sicilia, con punte in alcune realtà che raggiungono tra il 13% e il 22% delle famiglie. Soprattutto quelle con più di 5 componenti e quelle con un capofamiglia under 35 o donna over 50.

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Povertà energetica: l’elaborazione della Cgia

Partendo dai più recenti dati Oipe disponibili, la Cgia di Mestre ha quindi provato a quantificare l’impatto dei recenti rincari sul fenomeno della povertà energetica.
La stima è che in Italia i nuclei familiari alle prese con questo tipo di difficoltà siano ormai 4 milioni, aggiungendo ai fattori di rischio il vivere in abitazioni datate e mal conservate e lo status di indigente o immigrato del capofamiglia.
“Possiamo affermare con buona approssimazione – aggiunge la Cgia – che, anche per quanto riguarda la povertà energetica, in questi ultimi 2 anni i nuclei dove il capofamiglia è un autonomo la situazione è peggiorata in misura maggiore che fra le realtà famigliari dei lavoratori dipendenti”.
Le differenze tra Nord e Sud del Paese, inoltre, si fanno più marcate. Da un lato, ci sono regioni meridionali che presentano un’alta frequenza (tra il 24% e il 36% delle famiglie) della povertà energetica: Campania (dove la forbice della stima va da 519.142 a 778.712 nuclei), Sicilia, Calabria, Basilicata e Molise. Dall’altro, in Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana e Trentino Alto Adige la frequenza è considerata bassa (tra il 6% e il 10%).

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I 2 scenari di rischio previsti dal Def.

Che il quadro stia tutt’altro che migliorando è sotto gli occhi di tutti.
Lo ha ammesso adesso, con toni preoccupati, anche il ministro dell’Economia, Daniele Franco, in audizione davanti alla Commissione bilancio per parlare del Documento di Economia e Finanza. “Il quadro economico è molto incerto, con forti rischi”, si può sintetizzare il senso del suo intervento.
In particolare, sul tema energetico, Franco ha illustrato i 2 scenari di rischio previsti dal Def.
Il primo è quello che prevede un raddoppio dei prezzi del gas, da cui deriverebbe un rallentamento della crescita al 2,1%.
Nel secondo, legato a un eventuale razionamento del gas, la crescita sarebbe addirittura 0,6%.
“Sono scenari esemplificativi – ha commentato – che però ci dicono che dobbiamo operare il più rapidamente possibile per trovare fonti alternative e accelerare sulle rinnovabili“.
L’Italia, intanto, sta lavorando per fissare, in particolare per il gas “un tetto, o prezzo definito”, possibilmente con decisioni concordate e uniformate a livello europeo.
È questa una delle possibili messe allo studio per fronteggiare l’inflazione. In materia, però, serve un confronto con l’Unione anche riguardo alla revisione del Patto di stabilità europeo.

Contrasto alla povertà energetica e decreto Bollette

Nel quadro di azioni per il contrasto alla povertà energetica, è lo stesso Oipe a ricordare che le politiche in questo, in Italia, sono di 3 tipologie: per ridurre la spesa energetica, per migliorare l’efficienza energetica, per fornire sussidi.
Si va quindi dai bonus (come quelli elettrico, gas e per il disagio fisico) alle detrazioni, dai regolamenti, alle agevolazioni fiscali (come gli Ecobonus), ai sussidi per le famiglie con redditi bassi.
Il decreto Bollette ha dunque introdotto un ampio ventaglio di novità, che, oltre al già noto intervento su riscaldamento e climatizzazione degli uffici pubblici, riguardano ad esempio gli iter autorizzativi degli impianti di produzione delle energie rinnovabili, il rafforzamento dei bonus sociali e l’azzeramento degli oneri di sistema o il credito di imposta a favore delle imprese energivore.
I filoni principali sono sostanzialmente 2: calmierare nel breve tempo i costi delle bollette da un lato e programmare una strategia futura per evitare possibili nuove crisi future. Interventi su cui il Governo impiegherà risorse per complessivi 8 miliardi di euro, di cui circa 5,5 per far fronte al caro energia.

Alberto Minazzi

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