Le “Blue Zone” sono davvero luoghi dove si vive più a lungo? Un nuovo studio solleva dubbi sui parametri che le hanno rese famose, ma la Sardegna continua a essere un esempio unico di longevità documentata
Si chiamano “Blue Zone” e sono precisi posti del pianeta dove la speranza di vita à notevolmente più alta rispetto alla media mondiale. Sono l’isola di Okinawa in Giappone, la penisola di Nicoya in Costa Rica, Loma Linda in California, Icaria in Grecia e Sardegna in Italia. Nella nostra penisola l’area più longeva è in provincia di Nuoro, nei paesi montani della sub regione barbaricina d’Ogliastra e della Barbagia Ollolai.
Tuttavia, un recente studio mette oggi in discussione l’affidabilità dei parametri attraverso i quali fino a ora è stata misurata la straordinarietà delle “Blue Zone”.
La recente analisi sulla longevità
L’ultima riflessione degli scienziati pubblicata su New Scientist si pone infatti delle domande sulla metodologia con la quale queste zone sono state identificate rilevando che alcuni limiti nei campioni analizzati che, uniti a possibili errori nei registri anagrafici, e a una dose di narrazione attorno al fenomeno, possano aver amplificato, se non distorto, l’immagine di questi luoghi come quelli in cui si vive più a lungo. Come dire: “non è tutto oro quel che luccica”.
Fatta eccezione per la Sardegna, le “Blue Zone” entrate nella lista destano non poche perplessità. In primis a Okinawa, in Giappone dove secondo quanto riferisce Craig Willcox, uno degli autori principali dell’Okinawa Centenariam Study, la revisione dei registri civili ha rilevato notevoli discrepanze tra l’età dichiarata quella effettiva.
Inoltre, rispetto agli anni ’70 e ’80, il tasso di longevità è crollato di generazione in generazione parallelamente all’adozione di diete occidentali e stili di vita più sedentari. L’affidabilità dei dati è discutibile anche per Nicoya, in Costa Rica, entrata nelle “Blue Zone” per singoli casi di centenari piuttosto che in seguito a uno screening demografico su larga scala. E lo stesso discorso vale per l’isola di Icaria, in Grecia dove sono stati selezionati i villaggi con più anziani. Loma Linda poi, in California, più che una vera e propria zona geografica è una comunità religiosa specifica, quella degli avventisti del Settimo Giorno, che pratica uno stile di vita salutista e vegetariano.
La Blue Zone in Sardegna, la migliore documentata
Guardando all’Italia, anche per la Sardegna, dove vi è un elevato numero di centenari, gli scienziati si sono posti delle domande, ad esempio se le anagrafi storiche fossero davvero così affidabili da poter certificare senza ombra di dubbio l’età degli anziani. Inoltre si sono interrogati anche sulla tendenza a focalizzarsi sui villaggi più longevi, tralasciando quelli con aspettative di vita più comuni. Proprio per questo due studiosi, il demografo belga Michel Pulain e l’italiano Gianni Pes, ricercatore dell’Università di Sassari, per anni hanno lavorato a una mappatura rigorosa della longevità sarda. Questa ha permesso la creazione di uno dei database più dettagliati mai realizzati per una Blue Zone e da lì è stato coniato per la prima volta il termine.
Il lavoro, proprio perché basato su puntuali verifiche anagrafiche e una definizione geografica particolarmente precisa, ha fatto sì che l’analisi della Sardegna, ad oggi sia la più veritiera. Quanto messo a punto dai due ricercatori ha infatti permesso di validare gran parte dei dati riguardanti le zone di questa regione culle della longevità con un’affidabilità riconosciuta ai registri anagrafici significativamente superiore rispetto a qualunque altra “Blue Zone” del mondo. Non solo. La Sardegna è un caso unico anche per la longevità maschile, considerato che in tutte le altre “Blue Zone” sono soprattutto le donne a vivere più a lungo.