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Spiagge italiane: le biocostruzioni dei piccoli “architetti marini”

Spiagge italiane: le biocostruzioni dei piccoli “architetti marini”

Dagli anni Duemila, in Italia si trovano numerosi ammassi ecosistemici sulle coste sabbiose di Adriatico, Mediterraneo e Tirreno. Ecco di cosa si tratta

Sono grigie, compatte, con una trama ben precisa e tanti piccoli fori dai quali si affacciano i loro minuscoli abitanti.
A guardarle hanno le sembianze di un grande nido di api. E come tali potrebbero essere scambiate se non fosse per il fatto che si trovano in acqua.
Chissà quante volte, in estate, ci sarà capitato di vedere queste particolari stratificazioni senza farci attenzione.
Si tratta di biocostruzioni edificate da piccoli “architetti marini” che rispondono al nome Sabellaria.
Le numerose strutture di questo tipo individuate sulle coste sabbiose in diversi parti d’Italia evidenziano la capacità di questa specie di anellidi di costruire facilmente ammassi ecosistemici dentro i quali vivono.

Biocostruzione di Sabellaria rinvenuta a Pellestrina, Venezia

Le strutture di Sabellaria: cosa sono e come nascono

I Sabellaria sono infaticabili biocostruttori.
«Sono piccoli vermi lunghi pochi centimetri – spiega Luca Mizzan, biologo marino direttore del Museo di Storia Naturale Giancarlo Ligabue di Venezia -. Questi animaletti sono in grado di incrementare l’eterogeneità e il volume di un substrato preesistente edificando strutture scheletriche di sostegno e/o riparo.
Esistono due specie di Sabellaria: alveolata, più diffusa, e spinulosa presente in particolare in Mare Adriatico. Con il loro lavoro questi vermetti di color rosso vivo realizzano in tempi piuttosto veloci le biocostruzioni. Le formazioni risultano dall’aggregazione di piccoli tubicini uno attaccato all’altro composti da sabbia cementata con il loro muco. Per svilupparsi hanno bisogno di sabbia e movimento delle onde, quindi non si trovano dove questi elementi non ci sono».

Luca Mizzan direttore Museo Storia Naturale Giancarlo Ligabue a Venezia

I tubicini sono lunghi mediamente una quindicina di centimetri e dotati di un’apertura. Da questa fuoriesce la bocca del vermetto circondata da rigide setole modificate e da tentacoli che utilizza sia attivamente sia passivamente per nutrirsi di di fitoplancton e di materia organica presenti nella colonna d’acqua.

spiagge
Biocostruzione di Sabellaria

Nelle spiagge italiane, biocostruzioni simili alle barriere coralline

Per la loro compattezza e il loro aspetto le biocostruzioni, nei casi in cui sono densamente aggregate, richiamano alla mente le barriere coralline.
«Il comportamento gregario del verme Sabellaria, anellide polichete di 30 – 40 millimetri di lunghezza – continua Luca Mizzan – fa sì che in alcune zone si vengano a creare veri e propri reef anche di dimensioni imponenti e dall’aspetto alveolare. Così da essere ribattezzate “barriere coralline”.

Sabellaria si insedia su substrato solido che può essere rappresentato da un piccolo sasso, da una conchiglia o un grande masso, sempre a condizione che nell’ambiente circostante sia presente la sabbia, di cui l’animale ha bisogno per costruire i suoi tubicini. Lo troviamo principalmente lungo coste moderatamente aperte ed esposte all’azione delle correnti e del moto ondoso laddove l’idrodinamismo sia tale da mettere la sabbia in sospensione, ma non troppo forte da causare il capovolgimento o l’erosione dei reefs. L’organismo vive a profondità comprese tra la superficie e i 20 metri».

I vermetti Sabellaria conservati in soluzione alcolica che hanno perso colore e i tentacoli

Le caratteristiche dell’anellide Sabellaria

«I vermetti Sabellaria – Conclude Luca Mizzan – si riproducono e crescono velocemente, particolarmente in estate con l’acqua a temperatura sopra i 16-18 gradi. Per sopravvivere necessitano di essere sempre immersi. Le loro biocostruzioni arrivano fino a dieci centimetri di altezza, tuttavia per la loro composizione in caso di forti mareggiate o di ripascimento dell’arenile, si possono disgregare. Per poi comunque ricostruirsi in tempi abbastanza rapidi».

Silvia Bolognini

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