7 mila persone accreditate, delle quali 2.500 dall’estero; 1.100 giornalisti arrivati da tutto il mondo; 5.000 le persone che hanno già acquistato il biglietto per visitare la 17a Biennale Architettura.
Sono i numeri già positivi registrati per le tre giornate di pre apertura dedicate alla stampa.
Li ha evidenziati oggi, 20 maggio 2021, il presidente della Biennale di Venezia Roberto Cicutto in apertura della conferenza di presentazione della manifestazione. «Dati importanti, che premiano lo sforzo fatto da tutti per allestire l’Esposizione nonostante le difficoltà imposte dalla pandemia», ha detto.
Le nuove frontiere dell’architettura
«Il mondo sta lanciando nuove sfide all’architettura». Ha esordito così il curatore dell’evento Hashim Sarkis, ricordando la premessa dalla quale la Mostra aprirà ufficialmente al pubblico sabato 22 maggio. E il titolo dell’Esposizione “Come vivremo insieme?” (How will we live together?”) è la domanda chiave attorno alla quale si sviluppano i temi di quest’anno.
Attraverso le opere degli artisti ospiti ai Giardini e in Arsenale si parlerà fino al 21 novembre 2021 di ambiente e interazione sociale, migrazioni di massa, cambiamento climatico e come l’architettura possa ispirare cambiamenti futuri della società.
Modi alternativi di vivere insieme
Ciascun partecipante è stato chiamato a immaginare degli spazi – come ha spiegato Sarkis – «nei quali si possa vivere generosamente insieme. Insieme come esseri umani che, malgrado la crescente individualità accentuata sicuramente dall’emergenza Covid, desiderano connettersi tra loro e con le altre specie nello spazio digitale e in quello reale. Insieme come nuove famiglie in cerca di spazi abitativi più diversificati e dignitosi; come comunità emergenti che esigono equità, inclusione e identità spaziale e trascendendo i confini politici per immaginare nuove geografie associative. Insieme come pianeta che sta affrontando crisi che richiedono un’azione globale per poter continuare a vivere».
Proprio attraverso l’architettura Sarkis pensa si possano offrire modi alternativi di vivere insieme.
Tra i Padiglioni ai Giardini
Biennale Architettura 2021 si sviluppa ai Giardini e in Arsenale.
ll Padiglione Centrale ospita la Mostra collettiva “Future Assembly”, nata dalla collaborazione tra lo Studio Other Spaces e sei co-designer. Si tratta di una Mostra nella Mostra, un punto centrale della 17a Esposizione in cui ai curatori, traendo ispirazione dalle Nazioni Unite, è stato chiesto di provare a dare risposte sulla crisi climatica provocata dall’uomo.
“Future Assembly” si basa sui principi di reciprocità, collaborazione e coesistenza. Il Padiglione è così composto dai tentativi degli esseri umani di riconoscere e garantire i diritti della natura durante i 75 anni di storia dello Statuto delle Nazioni Unite.
Tra le 61 partecipazioni stranieri di quest’anno, il Padiglione dei Paesi nordici propone un modello per il co-housing.
I visitatori possono passeggiare all’interno di un complesso di appartamenti costruiti in legno con servizi condivisi.
La Gran Bretagna si ispira al “Giardino delle delizie” di Hieronymus Bosch.
Il progetto esamina come diversi spazi urbani siano minacciati dall’aumento della privatizzazione.
Suggestiva l’installazione della Spagna, fatta di fogli volanti sospesi nello spazio, i curricula reali di migliaia di persone in cerca di lavoro, mentre il Padiglione dell’Uzbekistan, presente per la prima volta in Biennale, presenta il tema delle “mahala”, uno spazio rurale incorporato in un contesto urbano.
La Germania punta sulla tecnologia. In uno spazio apparentemente vuoto basta inquadrare i QR code sulle pareti con lo smartphone e appaiono dei video in cui i partecipanti al progetto esprimono le loro prospettive sulla visione del futuro 2038.
La Danimarca pone invece al centro del suo progetto l’acqua in un percorso immerso nel verde mentre la Francia si propone con un padiglione dedicato alle comunità all’opera.
“How will we play together?” a Forte Marghera
Dal centro storico la 17a Biennale Architettura arriva anche in terraferma.
A Forte Marghera, a Mestre, è stato infatti inaugurato un progetto dedicato al gioco “How will we play together?” presentato da 5 partecipanti in concorso. E’ aperto alla cittadinanza, una “Biennale dei bambini” in cui strutture di forme e materiali diversi, invitano a giocare, arrampicarsi, nascondersi, esplorare.
Le 5 installazioni, realizzate in legno e acciaio pongono i bambini di fronte alla necessità di una scelta, come in fondo è il grande gioco della vita. «Giocare è la prima grande esperienze della vita – ha sottolineato il presidente della Biennale di Venezia Roberto Cicutto -. Molte caratteristiche della nostra personalità dipendono dalla modifica della percezione del gioco e dal dover smettere di giocare a un certo punto, perché si diventa grandi».
Silvia Bolognini