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Biennale: al via, a Venezia, The Laboratory of the Future

Biennale: al via, a Venezia, The Laboratory of the Future

Apre al pubblico, sabato 20 maggio, la Biennale di Architettura di Lesley Lokko.
Un grande laboratorio di speranza

Il caloroso saluto a Demas Nwoko, artista, designer e architetto nigeriano, insignito del Leone d’Oro alla carriera della 18. Mostra Internazionale Architettura della Biennale di Venezia dal titolo “The Laboratory of the Future”, ha aperto la conferenza stampa dedicata a quest’edizione della Biennale d’Architettura che, per la prima volta, punta i riflettori sull’Africa e sulla sua diaspora, su quella cultura fluida e intrecciata di persone di origine africana che oggi abbraccia il mondo.
Ancora più pesante, in tal senso, la mancata presenza di tre membri del team della curatrice Lesley Lokko provenienti dal Ghana ai quali sono stati negati, per questioni meramente burocratiche, i visti per volare in Italia.
“Un’assenza che mi addolora – ha detto Lesley Lokko, scrittrice e architetto scozzese con cittadinanza ghanese, scelta dal presidente Roberto Cicutto come curatrice di quest’edizione della Biennale d’Architettura – anche perché fin da quando mi è stato affidato questo incarico così prestigioso ho voluto enfatizzare e sviluppare al massimo la collaborazione con i membri del mio team”.

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Demas Nwokolm Leone alla Carriera

Uno dei temi centrali della 18. Mostra Internazionale di Architettura è l’approccio all’architettura come campo di attività espanso, che comprende sia il mondo materiale che quello immateriale: “Uno spazio, un laboratorio in cui le idee sono importanti quanto i manufatti, in particolare al servizio di ciò che deve ancora venire, a cosa può riservare il futuro – ha puntualizzato Lesley Lokko – Tuttavia, con tutta la sua enfasi sul futuro, sembra del tutto appropriato che il Leone d’Oro alla carriera venga assegnato a chi ha al suo attivo una produzione di opere materiali che coprono gli ultimi settanta anni, ma la cui eredità immateriale, approccio, idee, etica, è ancora in via di valutazione, comprensione, celebrazione”.

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Lesley Lokko e Roberto cicutto durante la conferenza stampa @Claudia Meschini

Tra decolonizzazione e decarbonizzazione: le pratiche del vivere quotidiano

“The Laboratory of the Future” è una mostra che “esce dai ranghi della pura tecnica per entrare nei bisogni delle persone, quindi più che mostrare esempi di edifici e case cerca di rispondere alla domanda a cosa devono servire queste case, questi edifici”, ha specificato il presidente Roberto Cicutto.
Decolonizzazione e decarbonizzazione come principio di “cambiamento”, le parole d’ordine di questa edizione, una mostra che intende fornire “un’istantanea delle pratiche e delle modalità future di vedere e di stare al mondo” attraverso le opere e le installazioni di 89 partecipanti (l’età media è di 43 anni), di cui oltre la metà provenienti dall’Africa o dalla diaspora africana.
I 27 Padiglioni dislocati ai Giardini, i 22 dell’Arsenale ed i 14 spazi spalmati in centro storico, ospitano complessivamente 64 Partecipazioni Nazionali, tra cui quella del Niger, presente per la prima volta alla Biennale di Architettura e del Panama che, per prima volta, si presenta da solo.
Torna anche la partecipazione della Santa Sede, con un proprio Padiglione sull’Isola di San Giorgio Maggiore.

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@Claudia Meschini

Una Biennale sostenibile

“Tutti i partecipanti e i Paesi presenti hanno risposto in modo interessante alle tematiche affrontate dalla mostra” (ambiente, acqua, cambiamenti climatici che si intersecano con i concetti di decolonizzazione e decarbonizzazione, ndr), ha aggiunto Lokko che ha evidenziato come, proprio per evitare al minimo l’impatto ambientale di questa esposizione internazionale si sia scelto di “adottare la cornice della precedente edizione senza intaccare in modo invasivo gli spazi già presenti all’Arsenale ed ai Giardini”. La Biennale di Venezia è infatti impegnata in modo concreto nel cruciale obiettivo del contrasto al cambiamento climatico, promuovendo un modello più sostenibile per la progettazione, l’allestimento e lo svolgimento di tutte le sue attività. Nel 2022 ha ottenuto la certificazione di neutralità carbonica per tutte le proprie manifestazioni svolte durante l’anno, grazie a una accurata raccolta dati sulla causa delle emissioni di CO2 generate dalle manifestazioni stesse e all’adozione  di  misure  conseguenti.

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@Claudia Meschini

Le novità

Due le novità di questa edizione della mostra. Per la prima volta in assoluto, e per volere della curatrice, la Biennale Architettura include la Biennale College Architettura, che si svolgerà dal 25 giugno al 22 luglio 2023. Nel corso di quattro settimane di programma didattico, quindici docenti internazionali lavoreranno con cinquanta tra studenti, laureati, accademici e professionisti emergenti provenienti da tutto il mondo e selezionati da Lesley Lokko attraverso un processo di open call. Il programma di “The Laboratory of the Future” è arricchito anche da “Carnival”, un ciclo di incontri, conferenze, tavole rotonde, film e performance durante i sei mesi di Mostra tesi ad esplorare i temi della Biennale Architettura 2023.
Politici, policymakers, poeti, registi, documentaristi, scrittori, attivisti, organizzatori di comunità e intellettuali pubblici condivideranno il palco con architetti, accademici e studenti. “Questo programma vuole essere una forma di pratica dell’architettura che tenta di colmare il divario tra gli architetti e il pubblico”, ha puntualizzato la curatrice.

@Claudia Meschini

“L’ora blu”: un momento di rara bellezza cromatica

Inclusione, dialogo, collaborazione, speranza. Questo quanto vuole suggerire la 18. Mostra Internazionale di Architettura che pone l’accento anche sulla bellezza, come si evince dall’allestimento blu cobalto che illumina l’ingresso all’Arsenale.
Su una parete capeggia uno scritto di Lesley Lokko a lettere bianche: “The blu hour. Quel lasso di tempo immediatamente prima dell’alba o del tramonto durante il il quale il sole, da sotto l’orizzonte, proietta una luce diffusa e il cielo assume una vivida tonalità blu. Il paesaggio viene avvolto da un’atmosfera ovattata e sospesa. Dura sollo pochi minuti, mezz’ora al massimo, ma è un momento di rara bellezza cromatica. In fotografia, rappresenta la condizione ideale per evidenziare contrasti cromatici  altrimenti invisibili. L’ora blu è talvolta  caratterizzata da un velato senso di malinconia o da un’atmosfera che oscilla tra il sogno e il risveglio. Viene considerata un momento di speranza”.

L’ora blu durante il Lookdown 2020 foto di Claudia Meschini

“The Laboratory of the Future” sarà aperta al pubblico da sabato 20 maggio a domenica 26 novembre 2023, ai Giardini, all’Arsenale ma anche a Forte Marghera, a Mestre.

Claudia Meschini

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