Il suo nome è Bibio Marci o Mosca di San Marco o Mosca di biancospino.
Quasi sicuramente a pochi di voi verrà in mente a quale insetto si associano questi nomi. Eppure vi sarà capitato di vederlo magari nelle vostre case, nelle aree verdi della città in cui abitate o più probabilmente su un prato fiorito.
Si tratta di un minuscolo animaletto nero (o brunastro) alato che arriva puntuale ogni anno nel periodo del 25 aprile.
I Bibio Marci hanno fatto la loro invasione pacifica anche in questi giorni, in particolare in Lombardia, a Tradate, provincia di Varese. Nessun allarmismo. Arrivano in tanti ma non sono pericolosi per l’uomo: sono impollinatori e dunque molto importanti per la natura. Per questo l’invito è a non ucciderli.
Utili insetti impollinatori
Bibio Marci è un dittero, appartiene quindi allo stesso ordine di zanzare e mosche e a prima vista l’occhio non esperto può scambiarlo per questi insetti. Chi si imbatte in questi strani animaletti può comunque stare tranquillo: non pungono e si nutrono di nettare.
In natura sono dunque insetti molto importanti, come lo sono le api.
«I Bibio Marci – spiega Marco Uliana, entomologo del Museo di Storia Naturale di Venezia Giancarlo Ligabue – fanno primavera come le rondini. Sono insetti annunciatori di questa stagione che compaiono su prati e radure nel mese di aprile. Fenomeni di invasione di questi insetti – come quello verificatosi a Varese – possono essere dovuti a condizioni particolarmente favorevoli per la proliferazione e/o a un calo dei loro predatori.
Sono insetti della dimensione di un centimetro, allungati, snelli come le zanzare ma con testa e occhi molto grandi. Le antenne sono corte e robuste. Ci si può avvicinare tranquillamente per osservarli considerato che non pungono e sono poco mobili».
Innocui per l’uomo, preziosi per la natura
«Sono insetti del nostro territorio – precisa Uliana – che si nutrono di composti zuccherini come linfa, nettare e polimeri del glucosio derivati da vegetali. Anche i Bibio Marci hanno un ruolo importante all’interno del nostro ecosistema. Purtroppo alcune specie di impollinatori , nonostante il loro importante lavoro, sono a rischio di estinzione a causa del sempre crescente inquinamento, della riduzione del loro habitat e dell’abbondante uso di pesticidi. Per questo è bene non ucciderli».
I Bibio Marci si nutrono di nettare passando di fiore in fiore attratti da odori particolari, colori, fogliame protettivo e forme che ne facilitino l’ingresso. Poiché il nettare che trovano non è presente in grande quantità, sono obbligati a visitare numerose piante prima di sentirsi sazi.
In pratica uno scambio: cibo in cambio di fecondazione.
Prima della nascita, le loro larve sono nel sottosuolo dei terreni compostati. Mangiano sostanze organiche e contribuiscono alla loro degradazione facendo rientrare in circolo sostanze nutritive utilizzate poi dalle piante. Una volta accoppiati, gli adulti muoiono e dopo un anno, appunto in primavera, si ha la nuova generazione.
Silvia Bolognini