L’aumento del gettito Iva potrà essere utilizzato per ridurre le accise. Stamattina l’ incontro con i rappresentanti dei benzinai
La tensione, sul fronte carburanti, resta elevata.
Dopo la proclamazione dello sciopero dei distributori per il 25 e 26 gennaio (ritenuto “assurdo e immotivato dai consumatori del Codacons, che ha chiesto l’intervento del Garante per bloccare la mobilitazione), il Governo ha convocato per questa mattina, 13 gennaio, alle 11.30 i rappresentanti dei gestori per un confronto con il presidente del Consiglio e i ministri di riferimento.
Il Governo nel frattempo, come ha annunciato il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, nel question time in Senato e poi ha ribadito il premier, Giorgia Meloni, punta sul rilancio e sull’aggiornamento della cosiddetta “accisa mobile”, introdotta dalla Legge finanziaria 2008.
L’accisa mobile
Il meccanismo, di cui si era parlato già a marzo quando iniziò ad affacciarsi la questione-carburanti dopo l’inizio del conflitto tra Russia e Ucraina, nella sua sostanza è semplice: se il costo finale di benzina e gasolio aumenta in maniera significativa a causa delle variazioni delle quotazioni internazionali, l’extragettito Iva può essere utilizzato per ridurre di un importo di pari entità le accise.
L’orientamento verso questa limitazione dei rincari, che ha trovato conferme in Consiglio dei ministri, scatta però solo in caso di aumento di almeno il 2% rispetto al valore di riferimento, sulla media del quadrimestre, indicato nel Def. La legge del 2007 che potrebbe adesso essere aggiornata e rispolverata stabilisce anche che, a rendere effettiva la diminuzione è un decreto del Ministero dell’Economia da adottare ogni 3 mesi.
Carburanti: l’evoluzione della situazione
“Non c’è nessuna volontà di fare scaricabarile – ha detto il premier Meloni in Tv riferendosi alle accuse dei benzinai -. Tutti i nostri interventi sono finalizzati a calmierare l’inflazione”.
Rispondendo in Senato, poi, Giorgetti ha sottolineato che le “condizioni di oggi sono molto diverse” rispetto a quelle che portarono il Governo Draghi a tagliare le accise.
Il ministro dell’Economia ha quindi garantito che i prezzi, di carburanti ma anche dei beni di alto consumo, saranno oggetto di un attento monitoraggio.
La situazione in Europa
Il caro-carburanti, in ogni caso, è un fenomeno che riguarda praticamente tutta l’Europa.
Al riguardo, il bollettino settimanale della Commissione europea evidenzia come i rincari siano stati più pesanti in quei Paesi, come Italia e Francia, che applicano le maggiori imposte.
Rispetto a una media europea del 50,7% sulla benzina e del 42,1% sul diesel, in Italia si sale infatti rispettivamente al 58% e 51% e in Francia al 54% e 49%.
A inizio anno, il nostro Paese, come il Portogallo, ha aumentato le accise; Lussemburgo, Polonia e Svezia accise e Iva; Austria e Lettonia le altre imposte dirette sui carburanti.
Pur essendo iniziata, dopo il 9 gennaio, una stabilizzazione, rispetto al bollettino del 26 dicembre a fare eccezione sono state solo la Lituania e, almeno per la benzina, la Germania, con riduzioni comunque minime sui costi alla pompa.
Alberto Minazzi