Lo sottolinea l’esperimento di un’azienda statunitense. Ma le insidie per la nostra salute possono arrivare anche da tanti oggetti di uso comune, dalla borraccia allo smartphone
Sostituireste il cuscino del vostro letto con la tavoletta del water?
Dietro l’apparente assurdità della domanda ci sono dati legati all’igiene che dovrebbero far riflettere.
Perché le federe del cuscino contengono una quantità di batteri fino a 17 volte superiore a quella trovata sulla “tazza”, secondo l’azienda statunitense Amerisleep. Che aggiunge anche come i materassi, nel corso degli anni, raccolgono da 3 a 16 milioni di colonie di batteri. E le stesse lenzuola, dopo una settimana, ospitano microorganismi in quantità fino a 24 volte più alte rispetto alla maniglia della porta del bagno. Una stanza, quest’ultima, che insomma spesso risulta tra le più sicure per la salute. Anche rispetto a tanti altri oggetti di uso assolutamente comune.
I batteri sul cuscino e nel letto
A sottolineare, sui social network, le insidie che si nascondono su un oggetto apparentemente innocuo come il cuscino è l’infettivologo Matteo Bassetti. “Dopo una settimana senza lavaggio, le federe possono contenere fino a 3 milioni di colonie batteriche”, scrive nel post il medico del Policlinico San Martino di Genova.
Che prosegue specificando: “Cosa si accumula sulle federe sporche? Sudore, cellule morte della pelle, saliva e residui di prodotti per capelli creano un ambiente ideale per la proliferazione di batteri e acari”.
I consigli? Lavaggi almeno settimanali delle federe e uso di tessuti traspiranti come il cotone.
L’esperimento cui fa riferimento Matteo Bassetti è quello condotto un paio d’anni fa da Amerisleep, azienda produttrice di materassi e biancheria da letto, che si è concentrata su batteri, virus e funghi che popolano i nostri giacigli.
Relativamente ai cuscini, tra i fattori individuati per spiegare una concentrazione così elevata di microorganismi c’è in primis il fatto che il sudore impiega più tempo ad asciugarsi, creando una condizione che favorisce l’espansione dei batteri ed espone così chi dorme a una serie di rischi come infezioni fungine, acari e pidocchi.
Le condizioni che favoriscono i microorganismi nel letto (e come difendersi)
Oltre al sudore e alle altre secrezioni naturali del cuoio capelluto, gli esperti individuano comunque una serie di altri fattori e condizioni che contribuiscono all’accumulo dei microorganismi all’interno dei nostri letti. Tra questi, un clima caldo e umido, una scarsa ventilazione ed esposizione alla luce solare della stanza o la pulizia non frequente di lenzuola e materassi ma anche l’andare a letto senza struccarsi, il lavorare a letto, il pelo degli animali o l’assorbimento di liquidi (dalla semplice acqua a urina dei bambini o residui alimentari per chi mangia o beve a letto) nel materasso. Per ridurre i rischi, è dunque sufficiente adottare alcune semplici norme comportamentali, come fare una doccia prima di coricarsi, tenere di tanto in tanto i materassi esposti alla luce del sole e all’aria rimuovendo le lenzuola, proteggendoli durante l’uso con coperture a prova di perdite e asciugandoli subito in caso di fuoriuscite. In ogni caso, lenzuola e federe vanno sostituite almeno una volta a settimana, intensificando la frequenza se si ha una sudorazione elevata o se si ha l’abitudine di applicare creme e sostanze oleose su capelli e pelle. I cuscini e le federe andrebbero inoltre rimpiazzati ogni anno, mentre la durata massima di un materasso non dovrebbe superare i 7 anni.
Attenzione alle borracce!
Non sono però solo cuscini, lenzuola e materassi a risultare più ricchi di batteri rispetto al bagno, che risulta meno contaminato proprio perché considerato generalmente un locale “sporco” e quindi sottoposto a pulizie accurate più di frequente.
Proprio una pulizia non corretta, per esempio, rende anche le borracce riutilizzabili (specialmente quelle munite di beccuccio) più contaminate di microorganismi rispetto alla tavoletta del water. Lo studio, in questo caso, è della società americana WaterFilterGuru, che ha rilevato su questi contenitori la presenza di 20,8 milioni di colonie di batteri.
Una quantità, per esempio, 14 volte superiore a quella presente nella ciotola usata per bere acqua da un animale domestico o pari al doppio di quelli che si accumulano nel lavandino della cucina.
La borraccia, dunque, andrebbe lavata sempre con acqua a 60 gradi, aggiungendo detersivo per piatti, agitando il contenuto e lasciando agire per 10′ prima di risciacquare con acqua e lasciare asciugare perfettamente. E per chi non avesse mai, o solo raramente, lavato la propria borraccia, il consiglio è quello di lasciarla in ammollo, così come per tutti gli accessori a partire dal beccuccio, per alcuni giorni, prima di procedere anche in questo caso a una completa asciugatura.
I tanti altri oggetti di uso comune che accumulano batteri
La borraccia non correttamente lavata può accumulare fino a 4 volte più batteri di un mouse del computer, un altro oggetto di uso quotidiano la cui igiene viene spesso sottovalutata. Un elenco che Plum World Blog ha riassunto in un interessante grafico, da cui emerge per esempio che lo smartphone ospita batteri (compreso lo stafilococco) in quantità superiori fino a 10 volte quelle presenti sulla solita tavoletta del water e per il tablet, essendo più grande, si arriva addirittura a 30 volte. La tastiera del computer, invece, arriva fino a 5 volte. Ci sono poi oggetti “insospettabili”, perché collegati idealmente proprio alla pulizia. La lavatrice, per esempio, accoglie ben 100 milioni di batteri, il rubinetto per lavarsi le mani ha batteri fino a 21 volte di più del water, quello della cucina fino a 44 volte e la spugnetta per i piatti arriva a 400 volte.
Restando in cucina, nei solchi sul tagliere si annidano batteri 200 volte superiori alla tavoletta, gli interruttori della luce di casa ospitano oltre 200 batteri ogni 6,4 cm quadrati, mentre con un tappeto si sale a 200 mila (700 volte in più del water). E l’elenco continua. Nella borsa di una donna, la quantità di batteri è tra 3 e 10 volte superiore alla tavoletta, sul volante di una macchina fino a 5 volte, sul menu di un ristorante 100 volte. Infine, sulla superficie di una banconota si possono trovare circa 200 mila batteri, su ogni tasto del bancomat 1200 germi e premere il pulsante del piano in un ascensore ci espone a 40 volte più batteri che premendo quello dello sciacquone.
Alberto Minazzi