Arte e Cultura +

Basilica della Salute: nei numeri della kabbalah la rinascita e la salvezza

Basilica della Salute: nei numeri della kabbalah la rinascita e la salvezza
Basilica della Salute

La conosciamo tutti la Basilica della Madonna della Salute.
L’imponente tempio votivo costruito dal Longhena rappresenta il ringraziamento dei veneziani per esser stati salvati dalla peste bubbonica che, nel 1630, aveva decimato la popolazione.
La raggiungiamo ogni 21 novembre per rinnovare il voto  fatto dal doge Nicolò Contarini in quell’anno tragico ed è l’unica chiesa di Venezia in cui tutti, ma proprio tutti, almeno una volta nella vita hanno messo piede. Anche i laici. La Salute, come viene semplicemente chiamata, è d’altra parte un esempio architettonico della cultura inclusiva e multiculturale veneziana.

I segreti del tempio

Non solo perché al suo interno c’è la madonna nera col bambino ma anche perché, fin dallo studio delle sue fondamenta, ha racchiuso molto di più. Addentrandosi nel progetto di Baldassarre Longhena, il famoso architetto cui l’opera fu affidata, si scopre, infatti, l’inaspettato.

L'altare della basilica della Madonna della Salute con l'icona della Mesopanditissa
L’altare della basilica della Madonna della Salute con l’icona della Mesopanditissa

L’avreste mai detto che la basilica simbolo della cristianità più devota è legata a tradizioni ebree e pagane? Che alla base della costruzione dell’edificio del Longhena, ebreo che dal padre aveva accolto i segreti della Kabbalah, c’è la numerologia?  Che sono due i numeri che racchiudono il senso del tempio, eretto in segno di ringraziamento e di speranza?

Lo studio tedesco

Ebbene, in tempi più recenti, lo storico tedesco Gherard Geber-Shilling, studiando le misure planimetriche dell’edificio, ha trovato una coincidenza interessante. In particolare, misurando con il piede veneziano (35,09 centimetri), Shilling ha scoperto che l’8 e l’11 sono due numeri costanti che ritornano più volte nella struttura della Basilica.
La lunghezza totale della chiesa è infatti di 121 piedi veneziani, ovvero 11×11; la larghezza dell’ambito dell’altare è 88 piedi, 11×8.
Se l’8 rientra a pieno titolo nella tradizione numerologica cristiana, l’11 indica la trasgressione dai dieci comandamenti, ma è un buon numero per la tradizione ebraica.
La Salute sarebbe dunque una commistione delle due scuole numerologiche, un’architettura inclusiva e multiculturale.

L’8, il numero della rinascita

Il numero 8, invece, nella religione cristiana simboleggia la rinascita. Il nesso con la Resurrezione di Cristo è immediato: l’octava dies (ottavo giorno) è il nuovo giorno in cui il Cristo risorto porta la salvezza all’umanità.
L’ottagono poi, che ritroviamo nella pianta della Basilica, è una figura intermedia tra il quadrato, simbolo della dimensione umana, e il cerchio, emblema della dimensione divina.

Interno della basilica della Madonna della Salute, altare maggiore
Interno della basilica della Madonna della Salute

In questo senso, la figura geometrica diventa una sorta di medium che apre le porte al dialogo con Dio.

L’11, il numero della salvezza

Secondo la Kabbalah  l’11, e i suoi multipli, rimandano al numero delle proprietà che ha Dio per proiettarsi nel mondo degli uomini, chiamate anche l’albero della vita.
L’11 è la potenza acquisita e secondo la numerologia chi è coinvolto da questo numero vorrebbe tagliare con il passato.

I misteri della Salute

Non solo, nel pavimento della chiesa, sotto la grande cupola, si notano due corone di rose.
La più grande, con 10 rose ed una piastra in metallo (forse l’unidicesima rosa), presenta l’iscrizione ‘unde origo inde salus’, solo dall’origine proviene la salvezza.
Il mistero si infittisce: il capolavoro di Longhena potrebbe collegarsi al mito dei Rosacroce, leggendario ordine segreto misticokabalistico – cristiano, menzionato storicamente per la prima volta nel XVII secolo in Germania.

La nota pagana alla base della Basilica

Sembra comunque che l’ispirazione per il progetto della chiesa sia stata tratta dall’immagine del Tempio di Venere Physizoa descritta nell’opera Hypnerotomachia Poliphili di Francesco Colonna.
Il romanzo allegorico venne stampato proprio a Venezia nel 1499 dal celebre editore Aldo Manuzio. La storia narra di un sogno erotico del protagonista Polifilo, rifacendosi al capolavoro antico delle Metamorfosi di Apuleio.
Una nota paganeggiante che si aggiunge all’interno della melodia multicultural della Basilica della Salute.

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Il campo nome è richiesto.
Il campo email è richiesto o non è corretto.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.

Tag:  architettura