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BARMAN & BARLADY

BARMAN & BARLADY

Chi si nasconde dietro ai banconi dei migliori locali del territorio? Un viaggio tra i più conosciuti bartender delle notti metropolitane

 
Qualche tempo fa chi lavorava in un bar veniva definito semplicemente “barista” o “banconiere”. Oggi, grazie all’evoluzione del mercato e alla maggiore attenzione della clientela, queste figure hanno assunto una vera propria identità professionale riconosciuta con il termine di barman. Dietro le loro facce si cela un mix di bravura, simpatia e conoscenza. Sempre più amati dai giovani e sempre più seguiti dagli estimatori, i barman e le barlady conquistano il pubblico preparando e servendo cocktail di qualità, al passo con le ultime tendenze. Discreti ascoltatori, rappresentano il centro nevralgico dei bar e delle discoteche, ed educano i clienti al “buon bere”. Li abbiamo intervistati singolarmente per conoscere le storie e i segreti del mestiere, che nascondono dietro il proprio bancone. Ed ecco a voi…il cocktail è servito!
 

Manuel Moro 31 Anni

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In quale locali lavori? «La Barchessa a Casale sul Sile, Treviso»
Da quanti anni fai il barman? «Da dodici anni»
Come hai iniziato a fare questo lavoro? «Ho iniziato aprendo il primo locale a Treviso che si chiamava “Le Vip”. Era un locale unico nel suo genere che ho venduto nel 2007, ma che esiste ancora»
Hai un motto o una frase che ripeti più spesso ai tuoi clienti? «Cossa bevemo?»
Qual è il cocktail più richiesto? «Mojito. Una volta andavano molto i miscelati mentre adesso vanno molto i pestati»
Qual è il segreto di un barman? Cosa fa maggiormente la differenza? «Un buon barman è quello che ha un’ottima conoscenza dei prodotti. Deve essere però poliedrico e avere spirito di iniziativa e di organizzazione»
Cosa significa per te “professionalità”? «Vuol dire non improvvisare. La maggior parte dei banconieri si reputa barman dopo 2-3 anni di lavoro. Ci vuole la giusta conoscenza, l’umiltà una buona dose di simpatia»
Siamo capaci oggi di riconoscere e apprezzare la qualità dei cocktail? «Per la mia esperienza dico di si. Le persone tornano a trovarmi perché hanno trovato un prodotto di qualità. Se il cliente il giorno dopo si alza con il mal di testa vuol dire che ciò che ha bevuto non era buono»
Il cliente ideale al tuo bancone ordina un… «È quello che mi chiede “Cosa mi proponi?”. Il 90% dei clienti si affida al mio gusto»
E quando ci sei tu dall’altra parte del bancone cosa ordini? «Sono un cultore del Vodka Tonic, ma devo ammettere che si beve bene in pochi locali»
 

Domingo Vendramin 42 anni

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In quale locali lavori? «Amami a Treviso»
Da quanti anni fai il barman? «Da vent’anni»
Come hai iniziato a fare questo lavoro? «Ho iniziato per gioco, perché avevo una compagnia di amici che facevano i dj. Una domenica mancava una barista e mi sono messo dietro al bancone. Avevo vent’anni e imparavo dalla gente più grande di me. Da allora questa professione è il mio secondo lavoro e un hobby che mi porto dietro»
Hai un motto o una frase che ripeti più spesso ai tuoi clienti? «Non ho una frase che mi accompagna ma cerco sempre di sorridere e di essere educato. Spero sempre che il mio cliente sia soddisfatto.»
Qual è il cocktail più richiesto? «Mojito , mentre se parliamo di aperitivo è l’Americano»
Qual è il segreto di un barman? Cosa fa maggiormente la differenza? «Ci sono due tipologie di barman: quello che ride, salta e fa divertire la gente e quello serio che mantiene le distanze sempre però con educazione. Io faccio parte del secondo gruppo e viste le soddisfazioni lavorative che ho avuto in questi anni, posso considerarlo il mio segreto»
Cosa significa per te “professionalità”? «Servire tutti i clienti nel migliore dei modi, indipendentemente da quanto consumano e dalla loro disponibilità economica»
Siamo capaci oggi di riconoscere e apprezzare la qualità dei cocktail? «No. Lavoro da molti anni nei locali e ho visto come la percentuale dei cultori si sia abbassata negli ultimi anni. C’è anche, parlando in generale, meno rispetto»
Il cliente ideale al tuo bancone ordina un… «Un buon Vodka Tonic o un Mojito»
E quando ci sei tu dall’altra parte del bancone cosa ordini? «Caipiroska»
 

Luigi “Gigi” Minonni

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In quale locali lavori? «Trevissa, a Villorba di Treviso»
Da quanti anni fai il barman? «Da quindici anni»
Come hai iniziato a fare questo lavoro? «Ho iniziato facendo le stagioni a Rimini, e da allora non ho più smesso»
Hai un motto o una frase che ripeti più spesso ai tuoi clienti? «Non ho un vero e proprio motto, ma penso che in questa professione sia essenziale avere una buona preparazione»
Qual è il cocktail più richiesto? «Il Mojito e i distillati»
Qual è il segreto di un barman? Cosa fa maggiormente la differenza? «La conoscenza e la continua ricerca di nuovi gusti»
Cosa significa per te “professionalità”? «Essere preparati, studiare e aggiornarsi continuamente. Bisogna avere una buona competenza lavorativa»
Siamo capaci oggi di riconoscere e apprezzare la qualità dei cocktail? «Si, oggi di più di ieri. Con la crisi il cliente vuole informarsi di più e sapere se quello che sta consumando è di buona qualità»
Il cliente ideale al tuo bancone ordina un… «Mi piace vendere distillati e vodka di qualità ai clienti più esperti e mi gratifica quando quelli con meno conoscenza, si affidano alla mia creatività»
E quando ci sei tu dall’altra parte del bancone cosa ordini? «Sono un amante dei distillati, però mi piace anche farmi trascinare dalla bravura del barman»
 

Alberto Zanette 32 anni

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In quale locali lavori? «Helmut a Mogliano Veneto, Treviso»
Da quanti anni fai il barman? «Da cinque anni, da quando ho aperto il primo locale»
Come hai iniziato a fare questo lavoro? «Ho iniziato lavorando all’Helmut qui a Mogliano, che allora si chiamava Bighouse, per pagarmi gli studi. Poi con un mio amico abbiamo iniziato ad aprire il primo Helmut a Mestre e successivamente ci siamo trasferiti a Mogliano, dove tutt’ora siamo»
Hai un motto o una frase che ripeti più spesso ai tuoi clienti? «Una frase no, ma ringrazio sempre la gente quando viene in cassa per essere stata nel mio locale»
Qual è il cocktail più richiesto? «La birra»
Qual è il segreto di un barman? Cosa fa maggiormente la differenza? «La continua ricerca di prodotti di qualità. Prestare molta attenzione a quello che si serve»
Cosa significa per te “professionalità”? «Professionalità è offrire un luogo in cui si sta bene a 360°, curando ogni particolare, dal prodotto all’ambiente. Cerco di offrire quello che a mia volta vorrei ricevere all’interno di un locale»
Siamo capaci oggi di riconoscere e apprezzare la qualità dei cocktail? «Secondo me si. La mia esperienza mi sta dando delle risposte positive. Da quando abbiamo aperto è aumentata la clientela e di riflesso la nostra soddisfazione»
Il cliente ideale al tuo bancone ordina un… «Una pinta di birra ed un hamburger»
E quando ci sei tu dall’altra parte del bancone cosa ordini? «Lo stesso. Mi piace la birra! Cerco sempre anche negli altri locali, nuovi stimoli e nuove etichette che non conosco»
 

Ronaldo Santos 30 anni

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In quale locali lavori? «Sugarreef, a Piombino Dese, Padova. La cui attività si è temporaneamente trasferita presso l’Amami a Treviso»
Da quanti anni fai il barman? «Da undici anni»
Come hai iniziato a fare questo lavoro? «Quando sono arrivato in Italia, mi sono innamorato di questa professione; ho cominciato allo storico “Bulli e Pupe “ di Treviso e poi ho lavorato in molti locali del territorio»
Hai un motto o una frase che ripeti più spesso ai tuoi clienti? «Più che un motto ho un rituale: mettere una polverina magica e poi servire sempre i clienti con allegria!»
Qual è il cocktail più richiesto? «Sicuramente Mojito, Long Island e Sex on the beach»
Qual è il segreto di un barman? Cosa fa maggiormente la differenza? «Deve essere parte della festa, trasmettere allegria e gioia»
Cosa significa per te “professionalità”? «Essere corretti verso i clienti, conoscere i valori della professione e lavorare come se il locale fosse tuo»
Siamo capaci oggi di riconoscere e apprezzare la qualità dei cocktail? «La maggior parte dei miei clienti sì, perché riconoscono la qualità del cocktail che servo e dei prodotti che uso. Allo Sugarreef abbiamo una vasta gamma di whisky e vodka e il cliente è disposto anche a pagare di più per avere un buon prodotto»
Il cliente ideale al tuo bancone ordina un… «Qualsiasi cosa. L’importante è che sia educato!»
E quando ci sei tu dall’altra parte del bancone cosa ordini? «Il vino o un Americano, mai un cocktail o un super alcolico»
 

Alexandra Barbon 29 anni

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In quale locali lavori? «Pes.co di Tessera, Venezia»
Da quanti anni fai la barlady? «Da quando ne avevo diciassette»
Come hai iniziato a fare questo lavoro? «Per caso. Studiavo e cercavo un lavoro. Ho cominciato lavorando in sala e poi sono passata dietro al bancone»
Hai un motto o una frase che ripeti più spesso ai tuoi clienti? «Non in particolare, perché ogni persona è diversa»
Qual è il cocktail più richiesto? «Long Island»
Qual è il segreto di un barman? Cosa fa maggiormente la differenza? «Consolare e ascoltare i clienti, perché quando vengono al bancone sono sempre alla ricerca di qualcosa, alle volte anche di una semplice parola»
Cosa significa per te “professionalità”? «Non smettere mai di imparare e di informarsi. Non si deve pensare di essere arrivati, perché ogni giorno si possono conoscere cose nuove»
Siamo capaci oggi di riconoscere e apprezzare la qualità dei cocktail? «Dipende dalla fascia d’età. L’Italia non è che come il nord Europa, dove i ragazzi si spaccano. Certo è che il fattore età, per un ovvio discorso di esperienza, incide sulla percezione della qualità»
Il cliente ideale al tuo bancone ordina un… «.. Social drink! È una specialità del Pes.co da condividere con gli amici. Tutti bevono da un’unica caraffa, realizzata in vetro di Murano»
E quando ci sei tu dall’altra parte del bancone cosa ordini? «Rigorosamente un Vodka Tonic»
 

Luca Anastasio 29 anni

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In quale locali lavori? «Bocca di Bacco a Mogliano Veneto, Treviso»
Da quanti anni fai il barman? «Dal 2005»
Come hai iniziato a fare questo lavoro? «A Londra, con un mio amico che lavorava in un cocktail bar. Da quel momento mi sono letteralmente innamorato di questo lavoro»
Hai un motto o una frase che ripeti più spesso ai tuoi clienti? «Sinceramente no, però penso che in questo lavoro sia molto importante l’allegria»
Qual è il cocktail più richiesto? «Mojito»
Qual è il segreto di un barman? Cosa fa maggiormente la differenza? «Il buon barman è colui che con simpatia riesce a preparare un buon cocktail nel minor tempo possibile e anche in modo “bello da vedere”»
Cosa significa per te “professionalità”? «Dare al cliente quello che si aspetta, avendo delle buone conoscenze di base»
Siamo capaci oggi di riconoscere e apprezzare la qualità dei cocktail? «Stiamo iniziando a riconoscerla piano piano. Viviamo in paesi e cittadine che non hanno ancora una grande conoscenza, a differenza magari delle grandi città. E poi, dipende anche molto dall’età del cliente»
Il cliente ideale al tuo bancone ordina un… «Un buon cocktail. Mi piace avere la libertà di creare»
E quando ci sei tu dall’altra parte del bancone cosa ordini? «Cerco di provare cose diverse, non ho grandi preferenze. Mi piace la novità»
 

Giorgia Nardo 25 anni

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In quale locali lavori? «Ho lavorato al Vanilla Club, al Gasoline e al LP26 di Jesolo e al Bim.bo di Padova»
Da quanti anni fai la barlady? «Da cinque anni»
Come hai iniziato a fare questo lavoro? «Ho iniziato facendo la PR al Vanilla Club. Sono stata a stretto contatto con i migliori barman del territorio e successivamente ho fatto un corso alla scuola di baristi Planet One, che mi ha portato a intraprendere questa professione.»
Hai un motto o una frase che ripeti più spesso ai tuoi clienti? «Non ho una frase particolare, ma ho sempre insegnato ai miei clienti l’importanza del saluto»
Qual è il cocktail più richiesto? «Mojito e Long Island»
Qual è il segreto di un barman? Cosa fa maggiormente la differenza? «Per me cortesia e sorriso fanno la differenza. Inoltre le donne devono creare un rapporto con il cliente che non faccia leva sul proprio aspetto fisico, ma sulla qualità del prodotto che offrono. Molti clienti in questi anni mi hanno seguita non perché ero una bella ragazza, ma perché li consigliavo e li indirizzavo verso un prodotto di qualità»
Cosa significa per te “professionalità”? «Saper imparare. Tutti oggi vogliono fare i barman, ma chi veramente ha nel cuore questo mestiere compie una continua ricerca, studia, si aggiorna e impara dalle persone con più esperienza nel settore. Nel mio percorso sono stata fortunata perché in qualsiasi locale ho sempre incontrato qualcuno della “vecchia scuola”, che mi ha dato preziosi consigli.»
Siamo capaci oggi di riconoscere e apprezzare la qualità dei cocktail? «Non ancora, per lo stesso motivo di prima. Vengono serviti cocktail di scarsa qualità e i clienti vengono di conseguenza educati male»
Il cliente ideale al tuo bancone ordina un… «Mi fa capire il suo gusto e poi mi affida la creazione del cocktail»
E quando ci sei tu dall’altra parte del bancone cosa ordini? «Io non so mai cosa ordinare. Se c’è qualcuno che conosco o che è bravo, bevo qualche cocktail, altrimenti vado sul sicuro e scelgo il vino»
 

Diego Marins Eler Soneghet Barros 30 anni

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In quale locali lavori? «Casa di Caccia a Monastier, Treviso»
Da quanti anni fai il barman? «Da cinque anni»
Come hai iniziato a fare questo lavoro? «Ho cominciato facendo il cameriere e nel momento in cui c’è stato bisogno di un barman, ho fatto il corso prova e mi sono ritrovato dietro al bancone. Ho imparato con gli occhi, osservando bravi barman e successivamente ho fatto i corsi per approfondire la mia conoscenza»
Hai un motto o una frase che ripeti più spesso ai tuoi clienti? «Ma sai quello che mi hai ordinato da bere?!»
Qual è il cocktail più richiesto? «Long Island e Mojito»
Qual è il segreto di un barman? Cosa fa maggiormente la differenza? «Soddisfare la richiesta del cliente. Saper fare un cocktail buono, che non sia pesante»
Cosa significa per te “professionalità”? « La professionalità è un insieme di cose: essere puntuali, non dare mai troppa confidenza al cliente, ma essere sempre cordiale ed onesto»
Siamo capaci oggi di riconoscere e apprezzare la qualità dei cocktail? «La maggior parte della clientela no. Tanta gente beve solo per farsi la serata e sballarsi, in particolare i giovani. Poi ci sono anche quelli che bevono con giudizio e che apprezzano la qualità, ma in percentuale sono una minoranza»
Il cliente ideale al tuo bancone ordina un… «Mojito o cocktail a base di succhi di frutta»
E quando ci sei tu dall’altra parte del bancone cosa ordini? «Raramente Mojito. Preferisco bere una vodka con energy drink, anche se lavorando nei locali mi capita raramente di essere dall’altra parte del bancone»
 

Chiara Tiozzo 34 anni

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In quale locali lavori? «Molo 5, a Marghera, Venezia.»
Da quanti anni fai la barlady? «Da diciotto anni»
Come hai iniziato a fare questo lavoro? «Per pagarmi l’università»
Hai un motto o una frase che ripeti più spesso ai tuoi clienti? «Benvenuti a casa!»
Qual è il cocktail più richiesto? «Long Island e Mojito»
Qual è il segreto di un barman? Cosa fa maggiormente la differenza? «Un buon barman è colui che fa divertire i clienti»
Cosa significa per te “professionalità”? «Rispetto per il locale dove lavori poiché non è tuo. Ma significa anche serietà e rispetto per te stessa»
Siamo capaci oggi di riconoscere e apprezzare la qualità dei cocktail? «Solo sopra una certa fascia d’età, mediamente dai ventotto anni in su, con ovviamente tutte le eccezioni del caso. Però il fenomeno è in crescita perché vengono fatti sempre più complimenti e il cliente si sta cominciando a fidelizzare al barman»
Il cliente ideale al tuo bancone ordina un… «Americano con tonica al posto della soda»
E quando ci sei tu dall’altra parte del bancone cosa ordini? «Americano con tonica al posto della soda. Sarei un’amante dei vini, ma in discoteca non c’è una grande scelta»
 
 
 
 

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