L’esposizione dedicata a uno dei maggiori esponenti della Street Art, al Museo del Novecento di Mestre dal 23 febbraio al 2 giugno
Sono arrivate negli spazi del Museo del Novecento a Mestre le opere di Banksy, uno dei maggiori esponenti della Street Art.
Si inaugura infatti oggi, 23 febbraio, la mostra “Banksy. Painting Walls” prodotta e organizzata da MetaMorfosi Eventi.
Continua così il dialogo con i linguaggi dell’arte contemporanea che il Museo della terraferma veneziana sta proseguendo dopo il successo dell’esposizione “Rivoluzione Vedova” da poco conclusa.
“Banksy. Painting Walls”
Di Banksy tutti ricordano “La ragazza con il palloncino”, una delle sue opere iconiche mentre a Venezia, in rio di Cà Foscari “Il bambino migrante”, dipinto cinque anni fa, continua a reggere la sua fiaccola, che il tempo sta facendo scomparire, ma che resterà grazie al restauro conservativo cui il dipinto è sottoposto.
La mostra propone oltre settanta opere e tre muri originali dipinti dall’artista e writer britannico, la cui vera identità rimane ancora sconosciuta, nel 2009, 2010 e 2018 provenienti da collezioni private: “Season’s Greeting”; “Robot/Computer Boy” e “Heart Boy”, con protagonisti tre adolescenti.
Fulcro dell’esposizione è Season’s Greetings, che apparve per la prima volta nel 2018 a Port Talbot in Galles, in quell’anno nominata dall’OMS la città più inquinata del Regno Unito.
Il murales ritrae un ragazzino con le braccia spalancate e la lingua fuori per assaporare i fiocchi di neve che cadono dal cielo, in realtà cenere che si leva da un bidone dell’immondizia in fiamme. Il museo conduce i visitatori nell’universo dell’artista tra contrasti e contraddizioni.
Come spiega il presidente di MetaMorfosi Pietro Folena, sono state molte le mostre dedicate a Banksy negli ultimi anni, alcune solo immersive mentre altre mescolano riproduzioni con qualche originale e molte immagini, ma nessuna come questa è un percorso nella produzione di serigrafie e opere uniche dell’artista che porta ad alcuni dei suoi affreschi più importanti comprensivi dei muri stessi.
“Vorrei, con questa mostra, dare un’altra definizione alla Street Art – ha detto la curatrice Sabina de Gregori -. Non si tratta più dell’idea romantica, ma del tutto estinta, dei graffiti come arte di ribellione che si muove nell’illegalità. Banksy sa esattamente se il muro dove andrà a dipingere è di un privato o meno, e conosce benissimo il destino del suo pezzo. Deve nascere una nuova critica che accompagni l’opera alla tutela e alla comprensione di questa forma d’arte che è già corrente artistica. Il percorso degli street artist è compiuto nella loro forma ma non nella loro sostanza, perché i graffiti possono essere, e sono ancora, la voce e lo specchio del nostro tempo: quel termometro che va su e giù e che ci aiuta a capire chi e come siamo”.
Ha sottolineato come la forza della Street Art di Banksy fonda “espressione artistica e impegno civico” stimolando una riflessione critica anche il presidente di Fondazione Venezia Michele Bugliesi, che l’ha definita una “piattaforma creativa per portare consapevolezza su temi globali e questioni di grande impatto etico e sociale quali la guerra, le migrazioni, la crisi ambientale, la discriminazione, le disuguaglianze”.
La mostra parallela “Dialoghi Urbani. Street Art vs museo”
In dialogo con le opere di Banksy, il terzo piano del Museo M9 ospita una retrospettiva sugli street artist e i writers italiani.
Qui sono esposte le opere di una ventina di artisti operativi dagli anni ’90 ad oggi che hanno fatto sperimentazione su linguaggi propri indipendenti dall’influenza dell’artista inglese. Attraverso graffiti, murales, dipinti e opere su varie superfici, esplorano la complessità dell’esistenza, la bellezza delle contraddizioni umane e la potenza trasformativa dell’arte.
La mostra “Banksy. Painting Walls” è accompagnata da una serie di iniziative in città che si svolgeranno da fine febbraio a inizio di giugno quali laboratori per bambini, talk e conferenze, pedalate urbane e visite guidate, mostre satelliti e live painting.
Silvia Bolognini