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Banco farmaceutico: 25 anni di aiuti. Riparte la raccolta

Banco farmaceutico: 25 anni di aiuti. Riparte la raccolta

Dal 4 al 10 febbraio farmacie e volontari uniti per donare medicinali a chi non può permetterseli. Già raccolti 8 milioni di farmaci in 25 anni

Basta un gesto semplice, ma di enorme valore.
Dal 4 al 10 febbraio torna la Giornata di Raccolta del Farmaco, un’iniziativa che in 25 anni ha permesso di raccogliere quasi 8 milioni di farmaci, portando sollievo a chi non può permettersi cure essenziali.
Migliaia di farmacie e volontari si mobiliteranno ancora una volta in tutta Italia per trasformare la solidarietà in azione concreta, rispondendo al bisogno crescente di 463.000 persone in povertà sanitaria.
La Raccolta copre tutte le categorie dei prodotti da banco: farmaci per disturbi gastrointestinali, antimicotici topici, antibiotici, antisettici e disinfettanti, antipiretici, preparati per la tosse, antistaminici per uso orale, decongestionanti nasali, anestetici locali e altre tipologie.
Da quando è nata, 25 anni fa, la Giornata di Raccolta del Farmaco ha raccolto oltre 7 milioni 991 mila farmaci, pari a un valore di superiore a 29,7 milioni di euro.

 

 

Troppi coloro che faticano a prendersi cura della propria salute

L’ultima edizione ha visto il coinvolgimento di 5.684 farmacie e oltre 25.600 volontari; dei 588.013 farmaci raccolti hanno beneficiato almeno 430.000 persone assistite dai 2.011 Enti convenzionati con Banco Farmaceutico.
«Contrastare la povertà sanitaria significa praticare gesti di gratuità in grado di aiutare, concretamente, le persone che hanno bisogno – dichiara Sergio Daniotti, presidente della Fondazione Banco Farmaceutico -. Il nostro obiettivo però è anche approfondire il fenomeno attraverso un lavoro culturale che contribuisca a far prendere sempre più coscienza dell’entità della povertà, e dell’importanza del sistema di Terzo settore che, insieme con la sanità pubblica e privata, sta garantendo la sostenibilità di un Servizio Sanitario Nazionale il cui universalismo è sempre più a rischio. I dati e le analisi del nostro Osservatorio sulla Povertà Sanitaria raccontano di un Paese in cui le persone fragili faticano a prendersi cura della propria salute, con ben 463,000 persone in grave difficoltà, ma indicano anche nella collaborazione ampia e consapevole tra tanti soggetti (realtà non profit, farmacisti, medici, aziende, cittadini e istituzioni) il metodo per rispondere alla loro esigenza di benessere integrale, fatto di esigenze fisiche, ma anche spirituali, di cure mediche e farmacologiche, ma anche di accoglienza e comprensione».

Sergio Daniotti, presidente della Fondazione Banco Farmaceutico

Italia 2024: 7 persone su mille in povertà sanitaria

Nei primi 11 mesi del 2024, in Italia, 463.000 persone (oltre 7 residenti su 1.000) si sono trovate in condizioni di povertà sanitaria. Significa che queste persone hanno dovuto chiedere aiuto a una delle 2.011 realtà assistenziali convenzionate con Banco Farmaceutico per ricevere gratuitamente farmaci e cure che, altrimenti, non avrebbero potuto permettersi.
Rispetto alle 427.177 del 2023, c’è stato un aumento di oltre l’8%.
I dati aggiornati sulla povertà sanitaria sono contenuti nel libro Tra le crepe dell’universalismo – Disuguaglianze di salute, povertà sanitaria e Terzo settore in Italia (Edizioni il Mulino), curato da Luca Pesenti e Giancarlo Rovati per l’Osservatorio sulla Povertà Sanitaria (organo scientifico del Banco).

Luca Pesenti

I dati analizzati permettono di rilevare che, per il settimo anno consecutivo, la spesa farmaceutica sostenuta dalle famiglie aumenta, mentre la quota a carico del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) diminuisce.

Come cresce la spesa sanitaria per le famiglie

Nel 2023 (ultimi dati AIFA disponibili) la spesa complessiva delle famiglie è stata pari a 23,64 miliardi di euro, 1,11 miliardi in più (+3%) rispetto al 2022, quando la spesa era di 22,535 miliardi. Tuttavia, solo 12,99 miliardi di euro (il 55%) sono a carico del SSN (erano 12,61 nel 2022, pari al 56%).
Restano 10,650 miliardi, quindi ben il 45%, pagati interamente dalle famiglie (erano 9,91 nel 2022, pari al 44%).
Nel 2024 è andata peggio: le famiglie hanno pagato di tasca propria 731 milioni di euro in più rispetto al 2022, facendo quindi registrare un aumento di spesa del +7,4%.
In totale, negli ultimi sette anni (2017-2023), la spesa farmaceutica a carico delle famiglie è cresciuta di 2,576 miliardi di euro (+31,9%). La quota a proprio carico riguarda tutte le famiglie, anche quelle povere, che devono pagare interamente il costo dei farmaci da banco a cui si aggiunge (salvo esenzioni) il costo dei ticket.

banco farmaceutico

Povertà sanitaria: più uomini e oltre 100 mila minori

Le persone in condizioni di povertà sanitaria sono prevalentemente uomini (pari al 54% del campione, contro il 46% delle donne) e persone in età adulta (18-64 anni, pari al 58%). Resta significativa la quota di minori, che sono 102.000 (pari al 22%), più degli anziani che corrispondono al 19% (88.000 unità).
Sostanzialmente identica è la quota dei cittadini italiani (49%, pari a 225.594 unità) e di quelli stranieri (51%, pari a 237.583 unità). Considerando le condizioni di salute, i malati acuti (65%) superano in misura consistente i malati cronici (35%).
“Tra 2010 e 2019 si è registrato un taglio di spesa al sistema sanitario nazionale pari 37 miliardi – sottolinea Luca Pesenti, professore di sociologia all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e coordinatore dell’Osservatorio Povertà Sanitaria -. In Italia la spesa privata in ambito sanitario è di 615 euro pro capite all’anno e si attesta tra le più alte d’Europa. I poveri hanno una spesa sanitaria che è un sesto rispetto a quella dei non poveri”.

Prevenzione limitata anche per famiglie non indigenti

Le difficoltà riguardano anche le famiglie non povere.
I dati più recenti di Istat rilevano che, complessivamente, 4 milioni 422 mila famiglie (16,8% del totale, pari a circa 9 milioni 835 mila persone) hanno cercato di limitare la spesa per visite mediche e accertamenti periodici di carattere preventivo. Tra queste, 678 mila famiglie sono in condizioni di povertà assoluta (31% del totale, composte da circa 1 milione 765 mila persone), mentre 3 milioni 744 mila sono famiglie non povere.
Il contenimento della spesa sanitaria viene perseguito limitando il numero di visite e accertamenti, oppure rinviando e rinunciando a una parte delle cure necessarie. La strada della rinuncia è seguita, complessivamente, da ben 3 milioni 369 mila famiglie. Ha rinunciato almeno una volta il 24,5% delle famiglie povere, contro il 12,8% di quelle non povere. Significa che 536 mila famiglie indigenti sono particolarmente esposte al rischio di compromettere o peggiorare la propria salute.

Sistema sanitario solidale: aumentano gli italiani assistiti

Il dato positivo è che esiste una task force che rappresenta il sistema sanitario solidale.
“Il settore – conclude il professor Pesenti – ha visto un progressivo aumento degli italiani assistiti: dal 37% nel 2017 al 49% del 2023-2024. Sono ben 3871 le organizzazioni che offrono assistenza ad utenza in situazione di disagio che normalmente può sfuggire al sistema sanitario nazionale.
In una situazione complessiva di tale portata risulta fondamentale una forte governance pubblica per tutelare i diritti costituzionali alla salute, ma dalla collaborazione con il privato possono uscire modelli vincenti per coprogettazione e coproduzione dei servizi, in particolare anche con strumenti come le case di comunità.”

Nicoletta Benatelli

 

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