Uno su tre usa il cellulare tutti i giorni e il 62,3% dei preadolescenti tra gli 11 e 13 anni ha almeno un account social
Cresce l’uso precoce di smartphone e social tra i minori.
E Save the Children lancia l’allarme: i bambini sono infatti sempre più connessi. Troppo e troppo presto connessi.
In Italia circa uno su tre tra i 6 e 10 anni fa uso dello smartphone tutti i giorni.
Una percentuale che risulta in aumento, tanto che dal 18,4% del 2018-2019 è passata al 32,6% con una netta prevalenza al Sud, dove addirittura raggiunge il 44,4%. Inoltre tre su cinque preadolescenti in età tra 11 e 13 anni ha almeno un account social, il 35,5% uno su più social, il 26,8% soltanto uno. Il tutto nonostante i limiti di età previsti per legge, fissati a 14 anni o 13 con consenso dei genitori.
Bambini online: la campagna sull’educazione digitale
La risposta dell’Organizzazione che da oltre un secolo si occupa di diritti, bisogni e difesa dei bambini in tutto il mondo per garantire loro un futuro, è una campagna informativa articolata sull’educazione digitale che punta direttamente al fulcro della questione: educare adulti e minori al digitale perché vi sia un accesso alla rete competente e sicuro. All’interno del progetto Safer Internet Centre (SIC) – Generazioni Connesse coordinato da Ministero dell’Istruzione e del Merito e cofinanziato dalla Commissione Europea, Save the Children ha realizzato anche la guida “Educare al digitale tra i 5 e gli 8 anni – Tracce educative per docenti e genitori” nella quale sono proposte idee, suggerimenti e risorse per supportare appunto nell’educazione al digitale e accompagnare i primi approcci dei più piccoli alla rete, ai suoi servizi e ai dispositivi.
L’importanza dei genitori e degli adulti di riferimento
Se è vero che da un lato la rete può rappresentare un’opportunità di apprendimento e di socializzazione permettendo ai più giovani di esplorare e sviluppare nuove competenze, il rovescio della medaglia è rappresentato dai rischi che può nascondere, come il cyberbullismo e altre violenze perpetrate online.
Proprio per questo, giocano un ruolo fondamentale i genitori e gli adulti di riferimento come gli insegnanti che devono accompagnarli alla conoscenza della rete dando loro le informazioni necessarie perché vi si avvicinino con un adeguato livello di autonomia e protezione. In questa direzione, come spiega Save the Children, serve un’azione collettiva e strutturale che deve partire dalla sensibilizzazione degli adulti per creare un’alleanza ampia tra famiglie, scuola, istituzioni, imprese e società civile che intervenga a colmare le disuguaglianze digitali così presenti nel nostro Paese.
Cyberbullismo, uso problematico dei social e gaming
Uno dei rischi maggiori per gli adolescenti online è il Cyberbullismo, per il quale la Polizia Postale ha contato nel 2024 un aumento dei casi del 12% rispetto al 2023, che sono passati da 284 a 319.
La fascia più colpita è quella tra i 14 e 17 anni.
Sempre nel 2024 sono cresciuti del 6% i casi di pedopornografia online.
Save the Children rileva poi che l’uso dei social media può portare a un uso incontrollato del tempo che vi si trascorre connessi o sentimenti di ansia quando non si può accedervi.
Succede in particolare nei preadolescenti, a 11 anni nel 15,6% delle ragazze e il 14, 1% dei ragazzi; a 13 anni la quota maschile scende all’11,3%, mentre quella femminile sale al 20,5%; a 15 quella maschile arriva all’8,8%, quella femminile al 18,5%.
Non è da sottovalutare anche l’universo dei videogame. Un loro uso problematico coinvolge il 30,9% degli 11enni e il 19,8% delle 11enni; il 28,9% e 18,4 dei/delle tredicenni. A 15 anni la percentuale si riduce con il 22% dei ragazzi e il 15% delle ragazze.