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Aviaria, la nuova pandemia? Ci si prepara al vaccino

Aviaria, la nuova pandemia? Ci si prepara al vaccino

L’agenzia Reuters rivela: Europa e Usa attivano le compagnie farmaceutiche dopo il salto di specie. Tutte le insidie attuali: dalla dengue, al morbillo, allo streptococco mangia-carne

Gli scienziati hanno da tempo lanciato l’allarme: dobbiamo essere pronti a una nuova pandemia.
In tal senso, la principale insidia sembra arrivare dal virus H5N1, che ormai è improprio chiamare “influenza aviaria”, visto che sono diverse le testimonianze del compiuto salto di specie verso l’uomo. È per questo che, come rivela l’agenzia di stampa Reuters, sul fronte vaccino si stanno già muovendo tanto l’Europa gli Stati Uniti.
Nessun allarme ma c’è massima attenzione, in tutto il mondo, al fenomeno. E in Italia? Siamo organizzati? Il nuovo piano pandemico è pronto e operativo?” si chiede, in un post su Facebook, il direttore della clinica Malattie infettive dell’ospedale Policlinico San Martino di Genova, Matteo Bassetti.
“Credo che si debba tutti insieme iniziare a parlare con più insistenza dell’importanza dell’H5N1 come possibile minaccia per la popolazione mondiale”, prosegue Bassetti.
Che, nei giorni scorsi, aveva scritto anche: “L’aviaria avanza verso l’uomo senza che interessi niente a nessuno… La lezione del 2020 è già stata ampiamente dimenticata!!!”.

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Il direttore della Clinica Malattie Infettive dell’Ospedale Policlinico San Martino Matteo Bassetti @Fb Matteo Bassetti

Anche perché questo virus non è l’unico che sta creando timori a livello sanitario in buona parte del pianeta.
C’è per esempio la dengue, riguardo alla quale, dopo i casi di importazione a Trieste e a Pavia, si teme che presto anche in Italia si registrino casi autoctoni.
C’è il morbillo, con l’impennata di casi nel nostro Paese. E c’è anche lo streptococco “mangia- carne”, tornato d’attualità dopo le preoccupanti notizie arrivate recentemente dal Giappone.

L’aviaria verso il vaccino

Riguardo all’aviaria, la Reuters, citando come fonti funzionari governativi, ha riferito che Usa ed Europa hanno iniziato a mettere in campo una strategia sul fronte vaccinale che, secondo gli esperti, potrebbe contenere i contagi da H5N1, riducendo così la minaccia che la questo virus assuma una diffusione pandemica.
In tal senso, secondo l’agenzia già la scorsa settimana, dopo il paio di contagi registrati sull’uomo, alcuni dirigenti statunitensi avrebbero attivato la compagnia farmaceutica Csl Sequirus. Nel contempo, anche funzionari sanitari europei hanno avviato le trattative per l’acquisto del vaccino prepandemico di Csl.
L’attivazione delle autorità dovrebbe spingere all’aumento della produzione delle dosi di sieri antinfluenzali specifici, da utilizzare per la protezione tanto del bestiame quanto dei lavoratori dei settori lattiero-caseari, ma anche i veterinari e i tecnici di laboratorio potenzialmente a rischio contagio.

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I bovini possibili “serbatoi” per il salto di specie

Il virus ha del resto a iniziato a circolare sempre più stabilmente anche tra i mammiferi oceanici, oltre che tra il pollame e il bestiame di allevamento destinato alla produzione di latte, con la vera e propria epidemia che ha interessato le mucche americane, a partire da quelle del Texas, Stato in cui si sono registrati i casi umani confermati.
Proprio i bovini, del resto, potrebbero essere l’anello di congiunzione per il salto di specie del virus.
Come è emerso da uno studio, questi mammiferi hanno infatti un recettore per l’influenza comune con alcuni uccelli e con l’uomo, potendo così fungere da “serbatoio” all’interno del quale si verificano le mutazioni necessarie per il salto di specie.
E, a testimoniare che questo passaggio sarebbe già avvenuto, c’è anche il rinvenimento, un paio di settimane fa, di tracce del virus nelle fogne di 9 città proprio del Texas, dove sono numerosi i focolai negli allevamenti, con riscontri di H5N1 anche nel latte crudo prodotto da bovini risultati positivi.

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Batterio mangia-carne e morbillo: attenzione massima

Al momento, fortunatamente, non risultano casi umani di H5N1 in Italia.
Così come per ora non si sono verificati nel nostro Paese casi di sindrome da shock tossico streptococcico, malattia rara ma molto grave causata dal cosiddetto batterio “mangia carne”, riguardo al quale arrivano notizie preoccupanti invece dal Giappone.I casi provocati nel Paese del Sol Levante dallo streptococco A, che deve il suo soprannome al fatto che l’infezione può portare fino alla necrosi dei tessuti di vari organi, con un tasso di letalità del 30%, sono stati 852 nei primi 4 mesi del 2024, contro i circa 900 dell’intero anno precedente.

A condividere l’analisi del The Japan Times in un post su “X” è stato ancora Bassetti che ha sottolineato, in merito, come “sarebbe importante avere rapidamente dati italiani sull’argomento”. E sempre il direttore del San Martino, questa volta su Facebook, invita a non sottovalutare la ripresa della diffusione del morbillo.
In questo caso, i dati citati sono relativi al nostro Paese. “Sempre più casi di morbillo in Italia: 145 solo ad aprile rispetto ad un solo caso nel 2023. La maggior parte si è verificata in persone non vaccinate, di cui tre quarti sono adolescenti e adulti”, scrive Bassetti. Che, in merito, aggiunge: “Siamo solo all’inizio di una epidemia di morbillo che crescerà ancora”.

Alberto Minazzi

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