Grande incertezza su norme da applicare e destino delle multe dopo il passo indietro del Ministero sulla norma transitoria sulle omologazioni
Pur transitoria, la norma pensata dal nuovo decreto del Ministero dei Trasporti era chiara: da luglio, tutti gli autovelox approvati dal 2017 in poi erano da considerarsi automaticamente omologati, mentre quelli precedenti alla stessa data avrebbero dovuto essere spenti in attesa del completamento del processo di omologazione. Era questa la strada per trovare una soluzione, attesa da almeno 30 anni, alle conseguenze della differenziazione tra “autorizzazione” e “omologazione” prevista dalla legge in vigore, non risolte nemmeno dal nuovo Codice della strada entrato in vigore a dicembre 2024, per esempio mettendo nero su bianco l’equivalenza delle due procedure. Su indicazione diretta del ministro Matteo Salvini è stata però decisa, a meno di 48 ore dall’annuncio, una retromarcia, che rende la situazione ancor più incerta e confusa.
I possibili impatti sulla sicurezza stradale e sulle multe
In caso di applicazione della norma, il principale rischio, come sottolinea l’Associazione Sostenitori e Amici della Polizia Stradale (Asaps), sarebbe quello di disattivare la maggior parte degli impianti di rilevazione della velocità, si calcola circa il 90%, compresi i tutor autostradali, in un periodo di grande traffico come quello dell’esodo estivo, con possibili pesanti conseguenze sulla sicurezza stradale. E se, aggiunge il Codacons, gli enti locali continuassero comunque a usare gli apparecchi non omologati, che garantiscono alle casse comunali incassi da milioni di euro ogni anno, partirebbe inevitabilmente una serie di ricorsi da parte degli automobilisti sanzionati, con esiti concreti sulla multa non calcolabili a priori, ma legati ai singoli giudici. Anziché fissare il 2017 come data spartiacque di questa sorta di sanatoria, un’ipotesi potrebbe allora essere un nuovo provvedimento urgente che comprenda tutti gli apparecchi.
I motivi dello stop al decreto e le possibili soluzioni
La motivazione della sospensione del decreto, che era già in fase di trasmissione all’Unione Europea, è stata indicata nella nota del Ministero nella necessità di “ulteriori approfondimenti”.
Il problema, secondo alcuni, sarebbe di natura strettamente giuridica, visto che il decreto è un semplice atto amministrativo, fonte cioè inferiore alla legge, come è invece il Codice della strada, che contiene la norma primaria.
La soluzione applicabile nei tempi più rapidi sarebbe allora quella di riproporre i contenuti del decreto ministeriale in un vero e proprio decreto legge, che, sia pur in attesa della necessaria conversione da parte del Parlamento per non farlo decadere, entrerebbe da subito in vigore. Nella situazione attuale, il ricorso al decreto legge e non al decreto legislativo (ovvero una legge-delega emessa dal Ministero, autorizzato in questo dal Parlamento, ma con tempi ben più lunghi) sarebbe giustificato dalla presenza del requisito necessario richiesto dell’urgenza.
Il futuro degli autovelox
Il problema dell’omologazione degli autovelox, compresi telelaser e photored, è confermato dalle sentenze, anche recenti, della Cassazione, forte anche di un pronunciamento della Corte Costituzionale del 2015. In diversi, dunque, auspicano che, nell’occasione, venga convocato nuovamente un tavolo tecnico sul tema. Sempre fermo restando che, nella prospettiva della definitiva sistemazione della normativa, sarebbe fondamentale arrivare alla creazione di un laboratorio metrico legale accreditato per la taratura dei dispositivi ai fini della loro omologazione, anche in questo caso possibilmente con un decreto legge per abbreviare i tempi.
Alberto Minazzi
