Contro la decisione della Cassazione, il parere dell’Avvocatura dello Stato spinge il Ministero a dare indicazioni ai prefetti di rigettare i ricorsi
Il tema dell’approvazione e dell’omologazione degli autovelox può sembrare una questione tecnica di natura strettamente giuridica. Ma gli ultimi sviluppi delle vicende legate alle multe per eccesso di velocità rischiano di incidere pesantemente sul portafoglio di chi viene fotografato dai dispositivi elettronici mentre sta guidando oltre i limiti.
Nonostante la pronuncia della Cassazione che ha accolto le ragioni di un automobilista multato, adesso sul tema è infatti intervenuta una circolare del Ministero dell’Interno che, forte delle valutazioni dell’Avvocatura generale dello Stato, ha dato ai prefetti l’indicazione di rigettare gli eventuali ricorsi contro le sanzioni, che sono quindi da ritenersi valide.
Una decisione che sta facendo molto discutere. Perché, spiegano i giuristi, pur essendo presumibile che, sulla base della decisione della Corte suprema, il procedimento avviato davanti giudice di pace alla fine darà loro ragione, molti automobilisti preferiranno comunque pagare la multa per evitare tempi lunghi, costi e rischi di una contestazione.
Omologazione, approvazione e multe
Un consiglio valido in ogni caso, per chi stesse pensando di ricorrere contro una multa per eccesso di velocità, è quello di accertarsi se sia arrivata o meno l’attesa omologazione degli autovelox.
La vicenda, allo stato attuale, è infatti ancora al punto del confronto sui tavoli tecnici ministeriali che devono definirne le norme.
I dispositivi di rilevazione della velocità attualmente utilizzati dalle forze dell’ordine sono dunque solo semplicemente “approvati” sulla base dei regolamenti attuativi del Codice della Strada. Ed è proprio questa considerazione che ha portato molti automobilisti sanzionati a presentare ricorso contro la multa.
L’articolo 142 del Codice della strada parla infatti espressamente di “apparecchiature debitamente omologate” per far rientrare i risultati emersi dalle rilevazioni effettuate attraverso gli autovelox tra le prove ammissibili per la determinazione dell’osservanza dei limiti di velocità.
Le diverse interpretazioni di Cassazione e Avvocatura
Proprio sulla base di questo articolo, con particolare riferimento al fatto che la procedura di approvazione è diversa da quella di omologazione, la sentenza 10505 della Cassazione del 19 aprile 2024 aveva dato ragione al ricorrente, annullando la multa da questi ricevuta. Pronuncia sulla base della quale il Ministero dell’Interno ha avviato un confronto.
Attraverso l’interlocuzione col Ministero dei Trasporti e l’Avvocatura generale, il Viminale ha puntato cioè a “predisporre adeguati ed uniformi strumenti ermeneutici volti ad arginare la consistente mole di ricorsi presentati dagli automobilisti, proprio sulla scorta dell’orientamento giurisprudenziale espresso dalla Suprema Corte”.
E il parere espresso dall’Avvocatura dello Stato lo scorso 18 dicembre 2024 ha prospettato che vi sia piena omogeneità e identità tra le procedure tecnico-amministrative alla base di omologazione e approvazione, con divergenze solo formali, confutando in tal modo nei fatti le ragioni che erano state accolte dalla Cassazione.
Dal parere dell’Avvocatura alla circolare del Ministero
L’Avvocatura ha motivato la sua posizione sulla base di alcune considerazioni. In primis, il fatto che il fine di entrambi i procedimenti è quello di verificare l’utilità dell’apparecchio allo scopo e la conformità alle esigenze di misurazione e accertamento. Inoltre, in entrambi i casi, si guarda al prototipo e non al singolo dispositivo concretamente utilizzato.
Si aggiunge inoltre che la competenza a svolgere l’istruttoria tecnico-amministrativa e a richiedere il parere del Consiglio superiore dei Lavori pubblici, oltre che ad approvare il decreto dirigenziale che autorizza la commercializzazione degli autovelox, è in entrambi i casi attribuita al Ministero dei Trasporti.
Per queste ragioni, il Ministero dell’Interno, il 23 gennaio, ha diramato la circolare 995, contenente indicazioni operative sulle multe per eccesso di velocità, invitando le Prefetture ad attenersi a queste disposizioni e a rigettare i ricorsi, che, per di più, si espongono “a un’elevata alea di inammissibilità o, quantomeno, di infondatezza”, come ha evidenziato sempre l’Avvocatura, impugnando inoltre le eventuali sentenze di accoglimento da parte dei giudici.
Alberto Minazzi