Pedaggi su tra l’1,6% e l’1,8% in più su circa metà delle tratte. I biglietti Trenitalia saliti del +2,5% (ma la Liguria dice no)
Quello con gli adeguamenti delle tariffe della mobilità è un appuntamento purtroppo quasi immancabile a inizio anno. E il 2025 non fa eccezione, visto che dal 1° gennaio sono entrati in vigore gli aumenti dei pedaggi autostradali e quelli dei biglietti ferroviari di Trenitalia.
Il quadro, a onor del vero, è piuttosto variegato, specie per quel che riguarda gli automobilisti. Sul fronte treni, invece, la notizia arriva dalla Liguria, dove la Regione ha già detto no ai rincari e si prepara a formalizzare la decisione in un provvedimento.
Autostrade: qui il 2025 è più caro
Sul fronte autostradale, va detto che il Ministero delle Infrastrutture ha confermato, allineandosi all’orientamento dell’Autorità di regolamentazione dei trasporti, l’aumento delle tariffe, adeguandole all’inflazione prevista per il 2025, solo sulle tratte gestite da 2 delle 24 concessionarie. Insieme alla società della Napoli-Pompei-Salerno (dove i pedaggi costano l’1,677% in più), i rincari riguardano però anche Autostrade per l’Italia, che gestisce 2.800 dei 6 mila km complessivi di tratte autostradali italiane.
Va sottolineato che la società di gestione ha confermato gli sconti generalizzati per gli utenti, evitando che l’aumento arrivasse attorno al +3%. Per circa metà delle autostrade, dunque, la tariffa è oggi superiore dell’1,8% rispetto a fine 2024. E vi rientrano percorsi molto frequentati, come la A1 Milano-Napoli (compresi i raccordi di Roma), la A14 Bologna-Taranto, la A4 Milano-Brescia, la A13 Bologna-Padova e la A3 Napoli-Salerno.
Le altre tratte gestite da Autostrade per l’Italia, e dunque interessate dall’aumento, sono: la A7 Serravalle Scrivia-Genova; la A8 e la A9 Milano-Laghi, fino al confine con la Svizzera; la A10 Genova-Savona; la A11 Firenze-Mare; la A12 Genova-Sestri Levante e Civitavecchia-Roma; la A16 Napoli-Canosa; la A23 Alpe-Adria fino al confine con l’Austria; la A26 da Genova Voltri all’innesto con la Statale 33; la A27 Autostrada d’Alemagna; la A30 Caserta-Salerno; le diramazioni A8/A26, A26/A4 e A26/A7.
Gli aumenti dei biglietti dei treni
Per quanto riguarda la rete ferroviaria, l’adeguamento ai dati Istat ha comportato un rincaro medio sui prezzi dei biglietti e degli abbonamenti regionali del +2,5%, ma non sui costi delle tratte a lunga percorrenza. Così, per esempio, in Veneto il costo del biglietto da Venezia a Padova, sia per i regionali veloci che per i convogli locali, è passato da 4,80 a 4,90 euro e quello dell’abbonamento da 64,7 a 66 euro.
L’adeguamento è previsto anche dal contratto di servizio sottoscritto dalla Regione Liguria con Trenitalia nel 2018. E, dal 1° gennaio, i titoli di viaggio sono in vendita con il nuovo prezzo. L’assessore regionale ai Trasporti, Marco Scajola, ha però già comunicato la decisione di sospendere l’aumento, che sarà formalizzata con un provvedimento specifico nella seduta di Giunta del 9 gennaio. Per gli utenti sarà quindi possibile richiedere online il rimborso straordinario dell’eccedenza già pagata.
Alberto Minazzi