Il presidente Zaia: “Andremo a difenderci, dicendo che chiediamo semplicemente l’applicazione della Costituzione”
La prossima tappa fissata nel cammino dell’applicazione delle regole previste dalla Costituzione in tema di autonomia, nella prospettiva di arrivare alla concreta attribuzione alle Regioni che facciano richiesta di ulteriori competenze, formalmente vedrà contrapposti su un lato il Governo e sull’altro le Regioni (Campania, Puglia, Sardegna e Toscana) che hanno messo in dubbio la costituzionalità della legge Calderoli, approvata nei mesi scorsi dal Parlamento.
La novità emersa nelle ultime ore è che, nel dibattito di fronte alla Corte Costituzionale, saranno ammesse a intervenire “ad opponendum” le Regioni (Veneto, Lombardia e Piemonte) che, dopo il via libera alla legge, hanno iniziato l’iter per arrivare alla concreta devoluzione delle prime materie. “Andremo lì con le nostre argomentazioni, a dire semplicemente che chiediamo l’applicazione della Costituzione”, ha commentato con soddisfazione il presidente del Veneto, Luca Zaia.
Cosa farà il Veneto davanti alla Corte Costituzionale
L’autorizzazione arrivata dalla suprema Corte alla partecipazione delle Regioni interessate al dibattito interno alla stessa significa in sostanza, sottolinea il governatore veneto, il riconoscimento del loro “interesse a difendere la legge sull’autonomia e il diritto a vedere rappresentate le sue ragioni nel processo”. “Il nostro ruolo – prosegue Zaia, ricordando che la legge in questione delinea semplicemente il procedimento già contentuto nella Carta costituzionale – non sarà quello di fare gli avvocati difensori del Governo, che sono in grado di argomentare e di difendere la legge Calderoli, ma di essere lì come parte terza e dire che se venisse meno questa legge noi saremmo danneggiati”.
Si tratterà, in altri termini, di una posizione di difesa e tutela delle proprie ragioni legittime, riguardo alla quale la Corte Costituzionale ha confermato ora la correttezza. “I primi a essere penalizzati – riprende il governatore veneto – sarebbero i Veneti, che in base alla Costituzione hanno il diritto di chiedere l’applicazione dell’autonomia differenziata e avviare il previsto negoziato”.
L’obiettivo: un maggior efficientamento del Paese
Il presidente del Veneto, infine, ribadisce ancora una volta il senso di queste norme. “Da subito – ricorda – abbiamo sostenuto che la legge sull’autonomia differenziata è una norma che deve essere difesa nella consapevolezza che rappresenta l’avvio di un nuovo corso per il nostro Paese. Siamo di fronte a un nuovo tratto di un cammino in cui non ci sentiamo e non vogliamo essere avversari di nessuno perché sappiamo che portare avanti le nostre istanze con serenità è una grande occasione per parlare delle grandi opportunità che il nostro Paese è in procinto di avere con l’applicazione della legge”.
“Non vogliamo – conclude Luca Zaia – lasciare indietro nessuno, non puntiamo alla secessione dei ricchi come maldestramente qualcuno la vuole definire, ma semplicemente puntiamo a un efficientamento di questo Paese, al fatto che ci sia più responsabilità e che il cittadino, una volta per tutte, non sia una comparsa nella vita degli altri, ma sia un attore protagonista nei propri territori, nel proprio vivere e soprattutto abbia dei servizi.
Alberto Minazzi