Apertura dell’Unione Europea al mantenimento dei veicoli non elettrici o ibridi anche dopo il 2035
Non si può considerare una vera e propria retromarcia, perché comunque si parla di motori diversi da quelli endotermici a cui siamo abituati e le macchine “classiche” sono comunque destinate a sparire. Ma, al tempo stesso, il 2035 potrebbe non essere più la data limite per la fine delle auto con motore a scoppio in Europa.
A fianco dell’alimentazione a basse emissioni elettrica o ibrida plug-in (le cui vendite, secondo i dati Acea, a febbraio sono aumentate in Italia su base annua rispettivamente del +54% e del +5,1%, mentre le elettriche ibride hanno raggiunto una quota di mercato del 36,6%), l’Unione Europea sta infatti considerando l’opportunità di mantenere anche la possibilità di commercializzare veicoli spinti da una propulsione generata dall’impiego di biocarburanti sintetici.
I motori a biofluel
Quella utilizzata dai motori alimentati a biofuel, va specificato, sfrutta una tecnologia diversa.
Tant’è che la bozza di normativa allo studio prevede la creazione di una nuova categoria di omologazione ad hoc, che preveda tra le dotazioni del veicolo anche l’installazione di dispositivi e sensori che impediscano l’uso di benzina e gasolio tradizionali.
La combustione interna, in questi motori, utilizza infatti un carburante prodotto attraverso l’impiego del carbonio derivante dalla CO2 presente in atmosfera e dell’idrogeno verde ricavato per elettrolisi dall’acqua.
I biocarburanti sono già impiegati, in tutto o in parte, in alcune competizioni automobilistiche sportive come il mondiale Endurance o la stessa Formula 1.
Il problema dei costi
La soluzione di puntarvi anche per i mezzi a uso privato, sostenuta in particolare da case automobilistiche come Porsche e Mazda, presenta però alcune problematiche. Quelle tecniche, secondo l’opinione degli esperti, sono risolvibili, per quanto non sarà sufficiente montare il motore a “e-fuel” accanto a quello tradizionale, come avviene oggi per gli impianti a gas, ma servirà intervenire sull’intero sistema, dai serbatoi al motore. Vi sono però anche considerazioni economiche, in quanto il costo dei biocarburanti è elevato, arrivando a costare fino a 10 euro al litro. Tant’è che la stima della quota di mercato che potrebbe essere garantita per questi veicoli arriva, per i pessimisti, al massimo al 2%. Ma la riflessione resta aperta. Così come, nel frattempo, la discussione sul tema dei primi vincoli alle emissioni che, nel piano europeo, dovrebbero entrare in vigore già a partire dal 2025.