Approvato il Dpcm che alza il contributo anche per le ibride, ma solo per chi ha Isee fino a 30 mila euro
Il Governo prova a dare un nuovo impulso al passaggio del parco automobili circolante in Italia verso una mobilità elettrica e ibrida.
È l’obiettivo dei due Dpcm approvati nell’ultima riunione del Consiglio dei Ministri.
Il primo prevede incentivi più alti per l’acquisto di veicoli nuovi da parte di chi ha un reddito più basso. Il secondo, tra gli interventi agevolativi mirati alla riconversione e allo sviluppo della filiera del settore, introduce un contributo per l’acquisto delle infrastrutture di ricarica.
Il contributo rimodulato
Le novità sugli incentivi per l’acquisto di auto non inquinanti riguardano la rimodulazione attraverso l’innalzamento del 50% dei contributi previsti dal primo decreto.
Si tratta però di una misura valida solo per il 2022 e per chi ha un reddito Isee fino a 30 mila euro.
Per gli altri, restano in vigore le soglie precedenti: 5 mila euro (o 3 mila senza rottamazione) per le elettriche, 4 mila (o 2 mila) per le ibride.
Sale così fino a 7.500 euro, in caso di rottamazione (senza si può arrivare a 6 mila), il contributo massimo per chi acquista un’auto elettrica nuova di classe non inferiore a Euro 6 con emissioni tra 0 e 20 grammi di CO2 al km e con valore di listino pari o inferiore a 35 mila euro più Iva.
In caso di ibrida plug-in, con emissioni tra 21 e 60 grammi di anidride carbonica al km, l’incentivo adesso può raggiungere i 6 mila euro per chi rottama un’auto vecchia (altrimenti il tetto è di 3 mila euro), sempre per i veicoli categoria M1, minimo Euro 6 come classe, ma in questo caso con un prezzo pari o inferiore a 45 mila euro.
La disciplina degli incentivi
I fondi ancora a disposizione superano i 170 e i 190 milioni, mentre quelli per le auto con emissioni tra 61 e 135 grammi al km sono da tempo esauriti.
Le novità entreranno in vigore una volta pubblicati gli appositi provvedimenti ministeriali che disciplineranno le procedure per l’erogazione delle agevolazioni previste.
È già comunque previsto che possa beneficiare dell’incentivo aggiuntivo un solo soggetto nell’ambito dello stesso nucleo familiare. E, ulteriore novità da tempo richiesta, la possibilità di usufruire dell’incentivo è estesa anche alle persone giuridiche che noleggiano le autovetture, in questo caso però purché ne mantengano la proprietà per almeno 12 mesi.
“Con questa misura – ha commentato il Ministro per lo Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti – aumenteremo la penetrazione di veicoli a basse emissioni, continuando a sostenere le produzioni industriali italiane, secondo il disegno che avevo in mente all’inizio del mio mandato”.
Il secondo Dpcm
Con il secondo Dpcm, il Governo è invece intervenuto sullo stanziamento della quota rimanente delle risorse del “Fondo automotive”, che prevede un budget complessivo di 8,7 miliardi di euro fino al 2030.
La principale novità, sempre per l’anno 2022, è l’introduzione di un contributo pari all’80% del prezzo d’acquisto e posa in opera di infrastrutture di potenza standard per la ricarica di veicoli alimentati ad energia elettrica. L’incentivo può arrivare fino a 1.500 euro per richiedente e di 8.000 in ipotesi di posa in opera sulle parti comuni di edifici condominiali.
Per la misura, lo stanziamento complessivo di risorse è di 40 milioni all’interno del Fondo automotive. Riguardo al fondo, il Dpcm prevede anche che risorse pari a 50 milioni di euro per l’anno 2022, e 350 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2023 al 2030, siano destinate per il 70% ai Contratti di sviluppo e per il restante 30% agli Accordi per l’innovazione ricompresi nei programmi di investimento per la filiera automotive, che possono essere oggetto di agevolazione.
“Si tratta di un ottimo risultato che finalmente arriva – sottolinea Giorgetti – perché va nella direzione di sviluppare strumenti per la riconversione del settore alla luce degli obiettivi previsti dalla transizione ecologica”.