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Attenzione ai gabbiani. Non abbandonate i rifiuti

Attenzione ai gabbiani. Non abbandonate i rifiuti

A Venezia, una nuova campagna di informazione contro gli attacchi e i furti di panini

Prima del tramonto, quando le spiagge del Lido iniziano a liberarsi dalle persone, planano uno dopo l’altro e attendono accovacciati di poter entrare in azione.
Durante il giorno, si danno invece da fare nei campi, lungo le fondamenta e le calli di Venezia, alla ricerca di cibo caduto a terra, di rifiuti commestibili o, in assenza, di qualche bel panino – o di dolci brioche in orario di colazioni – da rubare dalle mani dei malcapitati.
I gabbiani sanno. Sanno a che ora arrivare e dove andare.
Ricordano, perché, come hanno dimostrato recenti studi, hanno una memoria eccellente.
Si adattano, perché questa capacità è una delle loro caratteristiche principali. Mangiano quindi di tutto, non solo il pescato garantito dal mare e dalla laguna, ma anche cibi più “umani”, soprattutto se gustosi.

Gatti e falchi latitano, loro sono protetti. E molto intelligenti

In città si sentono sicuri: mancano in giro i predatori e, se anche ci sono, i gatti hanno di meglio da fare. Anche per loro la vita è cambiata e i gabbiani non fanno più gola.
A parte qualche falco apparso come deterrente proprio per tutelare gli ospiti di un albergo, costantemente alle prese con furti di brioche sulla terrazza vista bacino di San Marco, altro da temere non c’è.
Sono una specie protetta da direttive comunitarie, nazionali e internazionali e in Italia non sono cacciabili.
E spesso i turisti qualche pezzo di pane lo lasciano cadere deliberatamente.
Non solo per timore di essere altrimenti aggrediti, come qualcuno ha raccontato loro. Semplicemente per attirarli per una foto.
Il gabbiano, infatti, si avvicina molto spesso all’uomo, a volte pare si metta addirittura in posa: un selfie mentre è su una bricola, sulla balaustra di un ponte i con il becco quasi infilato in uno zaino ed è fatta. L’intelligenza, in questo spettacolare esemplare, abbonda.

gabbiani

Zone rosse e cartellonistica. Come evitare concentrazioni di gabbiani ed eventuali “attacchi”

D’altra parte, da quando il comune di Venezia, con la municipalizzata Veritas, ha messo a punto il Piano Rifiuti, di sacchetti in giro non se ne trovano quasi più. E loro si adattano alle nuove circostanze.  Da quando sui fondali della laguna e del mare c’è anche il granchio blu, pure la pesca sembra essere meno redditizia e le aree in cui c’era notoriamente più abbondanza di cibo hanno iniziato a diventare un problema.
Individuate come “zone rosse” lo scorso anno, Rialto, dove c’è il mercato del pesce, Santa Margherita, Guglie e Sacca San Biagio, dove c’è il punto di raccolta dell’immondizia, sono diventate meno facili da gestire.
Ma i gabbiani tornano. Schiamazzano, sporcano, si azzuffano con i piccioni. Rubano il cibo.


E si fiondano dove possono trovare da mangiare, per loro e per la loro famiglia. Monogami, fedeli, quando formano una coppia provvedono insieme a costruire i nidi e a sfamare i loro piccoli.
L’ultima sfida per loro, a Venezia, sono quei cartelli che, negli ultimi giorni, in lingua italiana e inglese, danno indicazioni su come comportarsi per evitare che i gabbiani trovino pane per i loro denti. Adesivi, i manifesti sono stati attaccati agli stessi cestini dei rifiuti e invitano a non lasciare immondizia a terra e a non attirare queste livree bianche  della famiglia dei “Laridi” e dell’ordine dei “Caradriiformi” offrendo del cibo.
Se poi si ricordano che funziona così, lo pretenderanno. E verranno a prenderselo da soli.

Consuelo Terrin

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Tag:  uccelli