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Attenti alle zanzare. Possono trasmettere 20 virus pandemici

Attenti alle zanzare. Possono trasmettere 20 virus pandemici

L’allarme lanciato dalla Società italiana di igiene in occasione della Giornata mondiale dell’ambiente

Cambia il clima, cambiano anche i virus. E la semplice puntura di zanzara diventa così fonte di potenziali rischi crescenti per la trasmissione di malattie infettive, che, si prevede, potrebbero per di più diventare sempre più aggressive.
È l’allarme che la Società italiana di igiene Siti ha lanciato in occasione della Giornata mondiale dell’ambiente 2023, sottolineando come, al momento, sono già 20 i cosiddetti “arbovirus”, ovvero quelli trasmissibili da questi insetti, che sono oggetto di sorveglianza speciale in tutto il mondo in quanto “potenzialmente pandemici”.

I virus sorvegliati speciali

Dalla malaria alla Dengue, da Zika a Chikungunya, e West Nile, i virus oggetto di monitoraggio sono originari soprattutto dell’Africa, anche se ormai si sono diffusi velocemente in tutti i continenti, anche a causa dell’aumento delle temperature.
Italia compresa, visto che focolai delle infezioni causate da questi virus sono già stati registrati in passato, in particolare nella scorsa estate, e potrebbero crescere con l’aumento delle temperature.

zanzare
I nuovi rischi arrivano da virus come quello di Marburg, diffuso soprattutto tra Tanzania e Guinea Equatoriale e potenziale causa di una febbre emorragica ad altissima mortalità, per il quale è già stato lanciato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità l’allerta per una possibile diffusione su scala pandemica. O l’influenza aviaria, che ha fatto registrare casi tra gli animali in particolare in Sud America, tra Brasile, Cile ed Ecuador, ma ha raggiunto anche la Cina. Preoccupano anche altre malattie come la leishmaniosi, trasmessa dai pappataci, o Lyme, babesiosi umana ed encefalite, legate al morso della zecca.

L’appello dei medici

I nuovi ceppi di questi virus, pur abbassando la letalità, stanno acquistando progressivamente una maggiore capacità di diffusione.
La Siti ha quindi pubblicato l’appello per spingere i Governi, tanto nazionali quanto locali e nazionali, a sfruttare le competenze di professionisti altamente qualificati, integrando discipline diverse in un modello sanitario unico, che parta dal riconoscere i collegamenti tra salute umana, animale e dell’ecosistema.
Tra il 6% e il 15% della popolazione italiana, secondo i dati del Consiglio Nazionale delle Ricerche ricordati da Siti, vive inoltre in territori esposti a una siccità severa o estrema. “È essenziale – sottolinea la presidente Roberta Siliquini –investire nelle infrastrutture, nella pulizia dei corsi d’acqua e nella ristrutturazione della rete idrica, per ridurre i rischi di inondazioni”.

Alberto Minazzi

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