L’obiettivo è renderlo operativo dal 1 gennaio 2021. L’iter verso l’approvazione del Parlamento al nuovo Assegno unico universale per le famiglie con figli fino a 21 anni procede spedito. Dopo l’approvazione (con 452 sì, nessun no e un astenuto) alla Camera dello scorso 21 luglio, manca infatti solo l’ok del Senato, che dovrebbe portare la discussione in aula per ottobre.
L’Assegno unico: cos’è
Il ministro per la Famiglia Elena Bonetti ha sottolineato che «l’Assegno unico semplifica la miriade di detrazioni, deduzioni e bonus. Le rende strutturali in modo stabile per le famiglie italiane». Ogni nucleo familiare italiano, senza nessuna distinzione, avrà infatti diritto a ricevere dallo Stato una quantità di denaro per ogni figlio a carico, dal settimo mese di gravidanza al compimento di 21 anni.
L’importo del contributo non è stato ancora quantificato. Questo perché, ha spiegato la titolare del Dicastero, «bisogna reinserirlo all’interno di una nuova riforma fiscale».
La misura entrerà quindi nella prossima Legge di Bilancio 2021. A ogni famiglia, in ogni caso, sarà garantito mensilmente un importo minimo, sotto forma di denaro o di credito per compensare debiti d’imposta.
Bonus compatibile con altre prestazioni sociali
Al contributo base si aggiungeranno alcuni incrementi. In generale, sarà previsto un aumento di quota determinato sulla base agli scaglioni dell’Isee stabiliti dal Governo con apposito decreto. La quantificazione dell’assegno dipenderà anche dall’età dei figli a carico.
L’importo sarà poi maggiorato per tutti in caso di figli successivo al terzo.
Il bonus non concorrerà alla formazione del reddito complessivo. Né inciderà sul riconoscimento di prestazioni sociali a sostegno del reddito. Così come sarà compatibile con il reddito di cittadinanza.
La cifra erogata alle famiglie non dovrà inoltre risultare inferiore a quanto percepito dai nuclei prima della riforma.
L’entrata in vigore del nuovo Assegno unico porterà infatti all’abolizione di una serie di agevolazioni attualmente in vigore a sostegno della genitorialità. Tra queste, le detrazioni per figli a carico, gli assegni familiari con almeno tre figli a carico, il bonus bebè, il premio alla nascita e il fondo di sostegno alla natalità.
Assegno maggiorato e disabili
Il disegno di legge prevede inoltre un regime speciale per le famiglie con figli disabili.
In primo luogo, l’importo dell’Assegno sarà in questo caso maggiorato tra il 30 e il 50%.
Inoltre, per queste famiglie, l’erogazione del contributo non avrà il limite di età dei 21 anni ma avverrà per l’intera vita del figlio.
Assegno unico: non solo per lavoratori dipendenti
Tra i vantaggi derivanti dalla previsione di un’unica misura di agevolazione, la possibilità di estenderla realmente a tutte le famiglie.
«Oggi – ha ricordato il ministro – solo i lavoratori dipendenti hanno l’assegno a carico. Per partite Iva e autonomi non c’è nulla di tutto questo».
Dell’Assegno unico potranno beneficiare anche i cittadini stranieri, sia comunitari che non. Per ottenerne il riconoscimento, però, questi dovranno essere in possesso di permesso di soggiorno, dovranno pagare le tasse in Italia e vivere con i figli a carico sul territorio nazionale. La residenza nel nostro Paese dovrà inoltre avere durata almeno biennale.
La definizione di “figlio a carico” si dovrebbe infine rifare a quanto già precisato dall’Agenzia delle Entrate in materia di detrazioni. Una persona, cioè “si considera fiscalmente a carico di un suo familiare quando dispone di un reddito complessivo uguale o inferiore a 2.840,51 euro, al lordo degli oneri deducibili”. Trattandosi di ragazzi sotto i 21 anni (quindi non superiore ai 24), dal 1 gennaio 2019 il limite è però aumentato fino a 4.000 euro.
Il Family Act
L’Assegno unico rientra nel cosiddetto “Family Act”. Ovvero il disegno di legge “Deleghe al Governo per l’adozione dell’assegno universale e l’introduzione di misure a sostegno della famiglia”, approvato lo scorso 11 giugno dal Consiglio dei Ministri. Il testo del disegno di legge mira al sostegno della genitorialità e della funzione sociale ed educativa delle famiglie, a contrastare la denatalità, a valorizzare la crescita armoniosa delle nuove generazioni e a favorire la conciliazione della vita familiare con il lavoro, in particolare quello femminile.
Oltre all’Assegno, il Family Act impegna il Governo a rafforzare le politiche di sostegno alle famiglie per le spese educative, scolastiche e per le attività sportive e culturali, a incentivare il lavoro femminile, a riformare i congedi parentali e a promuovere l’autonomia finanziaria degli Under 35. Le scadenze temporali sono fissate in 12 mesi dall’entrata in vigore della legge di delega per l’Assegno unico e l’istituzione e il riordino delle misure di sostegno all’educazione dei figli. Per i provvedimenti attuativi delle altre misure, il termine è invece di 24 mesi.