Le borse e valigie di altissimo pregio realizzate dalla veneziana Terrida Srl di Spinea, realtà imprenditoriale unica nel suo genere che esporta il 99% dei suoi prodotti
Il lusso ha diverse facce. Una di queste è rappresentata senz’altro dall’alto artigianato, che nel nostro ambito territoriale vanta alcuni esempi di assoluta eccellenza. Tra questi vi è la veneziana Terrida Srl di Spinea, realtà imprenditoriale unica nel suo genere. Fondata negli anni Settanta, si dedica alla produzione di borse e valigie di altissimo pregio, esportando oggi il 99% dei suoi prodotti. Linee di propria ideazione, ma anche prodotti realizzati su richiesta, con quella capacità tutta artigianale di creare il pezzo unico, unita ad una struttura in grado di soddisfare, nel contempo, anche commesse per grandi volumi. Fondata da Anna e Sergio Terrida oggi è condotta dai figli Monica e Pierluigi, cresciuti in un ambiente artigiano e creativo, imparando i segreti del mestiere e cogliendo l’importanza di ogni dettaglio, per realizzare articoli lussuosi, eleganti e raffinati.
«Dalle borse da viaggio alla valigeria, dalle sacche sportive a quelle per il golf, la mission aziendale è dedicarsi al casual di lusso unendo la tradizione artigianale alle tecnologie moderne per la realizzazione di un prodotto prestigioso – spiega Pierluigi Terrida – ogni nostro articolo è caratterizzato dall’incontro di fashion e stile, modernità e tradizione, cura nei dettagli e nelle cuciture».
Cos’altro vi distingue? «La perseveranza di aver, fin dall’inizio, puntato su ciò che è il nostro vero valore aggiunto: il cento per cento Made in Italy e nel nostro caso ancor più particolareggiato nel Made in Venezia. Ogni prodotto viene studiato e realizzato qui, nella nostra sede di Spinea: dalla selezione delle pelli e dei tessuti fino al confezionamento, possibile solo grazie alla manualità e all’esperienza delle mie collaboratrici».
Un’altra vostra qualità consiste nella capacità di realizzare pezzi unici come intere collezioni… «È proprio così. Principalmente realizziamo e vendiamo le collezioni con il nostro marchio. Ma siamo in grado di soddisfare richieste per pezzi unici o linee coordinate, come per esempio abbiamo fatto per due delle più prestigiose università del mondo come Harvard e Oxford».
Nonostante una storia e una produzione di altissimo livello il nostro territorio sembra conoscervi poco… «Nemo profeta in Patria… ancora una volta questa espressione del Vangelo si rivela quanto mai vera. Ma io credo che la causa sia anche nostra perchè abbiamo sempre rivolto le nostre attenzioni all’estero; spero nel prossimo futuro, di essere conosciuto anche qui da noi. Commercializziamo i nostri prodotti attraverso una rete di rivenditori presenti in vari Paesi, soprattutto Stati Uniti, Russia, Giappone ed Emirati Arabi, oppure attraverso la vendita on-line direttamente dal nostro sito internet».
In quali altri ambiti i vostri prodotti di lusso vengono apprezzati? «Creiamo prodotti d’alta gamma anche per mercati di nicchia: borse personalizzate per mazze da golf e per il tennis, bauli da viaggio, cofanetti portagioielli ed orologi. Alcune tra le cose che abbiamo realizzato e che più mi hanno sbalordito sono i set da viaggio che vengono regalati nei matrimoni dei principi arabi, ne ricordo uno in particolare composto da cinquanta pezzi di valigie di colore panna per la sposa e blu per lo sposo».
Quali sono i trend del mercato? «Quando si vende ai quattro angoli del mondo, come nel nostro caso, i concetti di “mercato” e “trend” assumono un valore del tutto relativo. Potete ben capire che giapponesi, americani e russi hanno gusti ed esigenze completamente diversi. Tenuto conto di ciò abbiamo scelto fin dall’inizio di dare alle collezioni una nostra immagine e uno stile ben preciso e riconoscibile. La clientela a cui noi ci rivolgiamo sono: donne che desiderano essere eleganti e femminili, uomini che non vogliono essere troppo seriosi quando viaggiano sia per affari o piacere».
Come si tramandano le vostre conoscenze e le vostre abilità? «Per tutto il sistema del Made in Italy riscontriamo un vuoto generazionale, conseguenza delle politiche industriali e generali degli anni 90: la delocalizzazione, la ricerca del basso prezzo, ma anche la pigrizia, la poca lungimiranza legate al generale benessere. Il timore è che quando smetteranno gli artigiani, che oggi sono i depositari di un certo tipo di professionalità, non ci sarà chi ne erediterà le capacità. Sarebbe un vero peccato perché così andrebbero perse delle vere e proprie eccellenze del nostro territorio. Il nostro è un appello ai più giovani, affinché si approprino di queste professionalità “in via di estinzione” prima che vadano perse e le possano portare avanti nel tempo. Senza dimenticare che l’ obiettivo non è vivere per sempre ma creare qualche cosa che possa farlo».