Il razzo più potente mai realizzato ha lasciato l’orbita terrestre in direzione della Luna
Space Launch System (Sls) della Nasa questa volta ce l’ha fatta. Con un grande ruggito di fuoco, dopo tre rinvii in tre mesi a causa di due uragani e una fuga di idrogeno dal razzo, ha lasciato la base spaziale di Cape Canaveral, in Florida, con destinazione finale la Luna. Vi arriverà lunedì, a cento chilometri dal suolo. Una missione test per ora senza equipaggio che anticipa Artemis II, tra due anni, quando toccherà a quattro astronauti in carne e ossa toccherà affrontare l’impresa.
Un assaggio di ritorno sulla Luna nel 2025
A bordo di Space Launch System, il razzo più potente mai realizzato con alla sommità la capsula Orion, vi sono tre manichini, carichi di sensori per misurare accelerazioni, schiacciamenti e vibrazioni. Ma l’uomo sembra pronto a ritornare sulla Luna dopo 50 anni dalla missione Apollo.
«Mai la Luna mi era sembrata così vicina prima di oggi – ha sottolineato il responsabile per le missioni di esplorazione dell’ESA (Agenzia Spaziale Europea) Bernardo Patti. Samantha Cristoforetti e Luca Parmitano sono i due candidati più probabili per il prossimo lancio del razzo, anche se a calpestare il suolo lunare, tra un decennio, sarà la prossima generazione di astronauti. Un prossimo assaggio sarà nel 2025, mentre per un insediamento più stabile sulla Luna se ne riparlerà nel 2030. La base avrà un modulo abitabile pressurizzato, costruito in Italia, un sistema per produrre energia, un altro per comunicare e un parco auto per spostarsi».
Il programma Artemis
Artemis 1 è la prima tappa di un programma che, dopo questa missione, ne prevede una seconda (Artemis 2) nell’orbita lunare e una terza (Artemis 3) nella quale gli astronauti torneranno dopo mezzo secolo a camminare sulla luna.
L’Europa, nel programma Artemis, riveste un ruolo molto importante, come ha sottolineato su Twitter il direttore generale dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) Josef Aschbacher: «In questo decennio la prima donna e il prossimo uomo cammineranno sulla superficie della Luna e l’Agenzia Spaziale Europea sta costruendo l’hardware che fornirà la propulsione per trasportarli e sostenerli».
L’Esa infatti partecipa a tutte le tappe del programma Artemis.
A cominciare dalla realizzazione del Modulo di Servizio europeo (Esm) della capsula Orion, alcuni elementi del quale sono stati realizzati in Italia, alla futura stazione spaziale nell’orbita lunare Gateway, fino alla luce verde alla presenza degli astronauti europei destinati a viaggiare nell’orbita lunare e, forse, a camminare sulla Luna.