Chi c’è all’interno delle mura merlate?
L’Arsenale è una straordinaria testimonianza di quella che fu la prima industria di Venezia.
Il luogo in cui di fatto fu inventata la catena di montaggio, uno degli ambiti più interessanti della città è ancora, nonostante abbia un migliaio di anni, uno dei più misteriosi e sconosciuti anche per i residenti. Il Salone Nautico Internazionale, però, apre ora le porte alla cittadinanza. Un’ottima occasione per “riappropriarsi”, anche per un solo giorno, di una parte di storia di Venezia. Ma chi c’è dietro le mura merlate?
L’Arsenale sulla carta
Fino al 2013 i suoi spazi erano interamente di proprietà del Demanio e del Ministero della Difesa.
Inaccessibili, se non per alcune aree in uso alla Biennale (presente dal 1981) e per sporadiche aperture al pubblico legate a particolari eventi.
Sei anni fa le cose sono cambiate. La L. 221/2012, infatti, ha definito il passaggio del 59% del compendio (pari a 274 mila mq) al Comune di Venezia, divenuto così il principale promotore dell’Arsenale e del suo sviluppo. La parte restante è rimasta alla Marina Militare, proprietaria del 41% dell’area (pari a 194 mila mq), degli specchi d’acqua interni, della Biblioteca del Mare e dell’Istituto di Studi Militari Marittimi. Quest’anno, per la prima volta, alcuni spazi della Marina Militare sono stati usati come area espositiva della Biennale Arte, dove si è installato il Padiglione della Lituania, vincitore del Leone D’oro 2019. Il Comune di Venezia invece, ha realizzato all’interno dell’Arsenale il Primo Salone Nautico Internazionale. Piena collaborazione tra le due proprietà e grande prospettiva verso il futuro, per il quale eventi come questo servono anche a far conoscere potenzialità altrimenti non note.
L’Arsenale e lo stato di fatto
C’è molto da ristrutturare all’interno del compendio “ereditato”dal Demanio. E ci sono parecchi vincoli per l’amministrazione, che con l’inalienabilità degli spazi deve assicurare anche la valorizzazione e la riqualificazione dell’area. L’Arsenale allo stato attuale non garantisce grandi entrate da destinare al suo recupero.
Al suo interno operano diverse istituzioni già presenti al momento del passaggio delle proprietà e alla maggior parte di queste la L.221 garantisce l’uso gratuito, in alcuni casi senza scadenza di locazione. Altri spazi sono destinati ad “uso sine die” della Marina Militare. Non ci sono all’interno attività produttive, né è ancora garantita la fruibilità quotidiana delle aree ai cittadini.
L’Arsenale e il futuro
“Sarebbe ottimale poter approntare un progetto generale con un’ottica di accessibilità pubblica di questi meravigliosi luoghi – dice l’assessore all’Urbanistica e alla Città sostenibile Massimiliano De Martin – Significherebbe introdurre anche altre funzioni. In questo senso è stata un’ottima intuizione, quella del sindaco Luigi Brugnaro, di realizzare proprio qui il primo Salone Nautico Internazionale. Al di là dell’evento in sé, questo rappresenta un primo importante passo per sollecitare l’interesse internazionale“.
Per pianificare, infatti, servono risorse. E se c’è interesse “si può avviare un progetto per un recupero architettonico che richiede un impegno molto importante – spiega l’assessore – Quando è stato presentato il piano degli interventi, nel 2016, ci sono state delle proposte. Una di queste riguarda un intervento unitario interessante. Per rilanciare quest’area -conclude De Martin – c’è bisogno di una visione totale, di una progettazione sostenibile e, soprattutto, che includa una totale fruibilità degli spazi“.
Al di là delle mura merlate
Nel frattempo, avendo il Comune assunto la proprietà “nello stato di fatto e di diritto” nel quale si trovava nel 2013, attualmente negli spazi dell’Arsenale operano
- (E) l’Istituto di Scienze Marittime del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-ISMAR) fino al 2024
- (F) il Consorzio Venezia Nuova fino al completamento del Mose
- (N) Enel Distribuzione Spa
- (I) La Biennale di Venezia, con scadenza 2045
- (M)la Fondazione Bucintoro, che occupa la Galeazza n.3 per la ricostruzione della storica imbarcazione veneziana, il Bucintoro appunto
- (G) il Provveditorato Interregionale alle Opere Pubbliche (ex Magistrato alle Acque)
- (H) la società di ingegneria civile e ambientale Thetis Spa con scadenza 2026
- (L) la Facoltà di Scienze Ambientali dell’Università Ca’ Foscari di Venezia
- la Remiera francescana, il Consorzio per il coordinamento delle ricerche inerenti al sistema lagunare di Venezia (Corila) e Vela Spa con scadenza 2023.
- (C) Il comune, che occupa alcuni uffici per il settore Tutela delle tradizioni e, nell’area del campo sportivo dei Bacini, per la Direzione delle Politiche Educative, della Famiglia e dello Sport.