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Arrivano i “satelliti riconfigurabili” made in Veneto

Arrivano i “satelliti riconfigurabili” made in Veneto

Il progetto “Satco” della rete innovativa Air si aggiudica il bando da 1,9 milioni che conferma la regione tra i leader della filiera italiana dell’aerospazio

Satelliti in grado, a differenza dei sistemi attualmente in uso, di adattarsi al contesto, riuscendo a erogare servizi su richiesta per diverse applicazioni in ambiti tra loro assai diversi: dalla comunicazione (anche dove o quando i cellulari non hanno campo) all’osservazione della Terra, dal monitoraggio delle coltivazioni e dell’ambiente a quello delle emergenze climatiche, fornendo supporto per la gestione delle crisi, fino al controllo del traffico marittimo e aereo. La creazione di una vera e propria costellazione di questi satelliti innovativi, in grado di riconfigurarsi in base a quanto osservato e imparato, sfruttando anche le più moderne tecniche messe a disposizione dall’intelligenza artificiale, è l’obiettivo a lungo termine del progetto “Satco”, che si è appena aggiudicato il bando per il finanziamento di progetti di ricerca e sviluppo della Regione Veneto.

La tecnologia “Made in Veneto” per i satelliti riconfigurabili

Il progetto è stato presentato e sarà coordinato dalla rete innovativa regionale “Air – Aerospace Innovation and Research” è sfrutterà le tecnologie aerospaziali “Made in Veneto”, sviluppate in una regione che dunque si conferma tra le realtà nazionali più all’avanguardia nella filiera dell’aerospazio, con un fatturato da 2 miliardi di euro e una ricaduta occupazionale da oltre 5 mila addetti in 65 aziende. Di queste aziende, 6 (la promotrice del progetto, Qascom, più Dwave, Irca – Zoppas Industries, Officina Stellare Stella Project e T4i) sono coinvolte nel progetto “Satco” (acronimo per Satellite cognitivo riconfigurabile) che, proprio nell’ottica della collaborazione tra enti pubblici, atenei, centri di ricerca e aziende avviata in Veneto su queste tematiche, vede anche la partecipazione delle Università di Padova e Ca’ Foscari di Venezia, che collaboreranno anche alla definizione della missione e degli obiettivi scientifici, oltre che nella valutazione delle performance e nella disseminazione dei risultati.

Dal bando al primo satellite

Il bando che è stato vinto dal progetto Satco è inserito nella programmazione 2021-2027 della Regione Veneto per il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale e assegna un’erogazione complessiva di 1,9 milioni di euro, di cui 1 milione a fondo perduto. Le risorse, saranno destinate alla costruzione del primo satellite, per il quale è stato previsto un lavoro della durata di 24 mesi, nel corso dei quali consolidare le tecnologie esistenti e, in parallelo, implementare le componenti più innovative per la realizzazione del satellite.

satelliti
Il flatsat del satellite veneto, con le componenti sviluppate nel progetto

La prima fase del progetto si concluderà con la realizzazione di un satellite non operativo, definito “flatsat”, che servirà a dimostrare tutti gli elementi critici e fondamentali per il servizio che si mira a fornire. In altri termini, ci si concentrerà inizialmente solo sullo sviluppo di tutti i sistemi e sottosistemi fondamentali.

I passi successivi

Ma si tratta solo del primo passo, visto che la rete innovativa Air ha già manifestato la propria intenzione di proseguire con gli investimenti anche dopo la chiusura della prima fase. Una volta completato il “flatsat” si passerà dunque al lavoro sull’integrazione nel sistema delle parti di potenza, controllo di assetto e alimentazione dei satelliti, da garantire attraverso pannelli solari e batterie, per perfezionare lo sviluppo di un satellite “flight model”, ovvero pronto per il volo. “Adesso dobbiamo lavorare per realizzarlo in tempi rapidi”, è il commento del presidente di Air, Federico Zoppas. Che, sottolinea intanto come “la rete Air sta facendo enormi progressi, il network sta maturando sia a livello di competenze sia a livello di lavoro di squadra, l’ecosistema che abbiamo sviluppato in Veneto, per la grande varietà, flessibilità e qualità di prodotti e servizi coinvolti, sta catturando l’attenzione dei grandi player”.

Il Veneto punta sulla New Space Economy

Per Zoppas, dunque, “la New Space Economy è, oggettivamente, un driver di crescita per il sistema economico veneto: non solo per gli investimenti che è in grado di attivare e attrarre, ma anche per la sua capacità di accelerare la ricerca, l’innovazione, la formazione e quindi l’occupazione”. Posizione condivisa anche dal presidente della Regione, Luca Zaia, che commenta con entusiasmo l’aggiudicazione del bando, visto come “una conferma della capacità innovativa e tecnologica delle nostre imprese e università, la dimostrazione che il Veneto non solo investe in innovazione, ma sa anche fare squadra, mettendo in rete competenze, talento e risorse per affrontare le sfide globali”. E si spinge ad affermare che “il futuro dello spazio parla veneto: la regione si afferma sempre più come protagonista nella New Space Economy, un settore strategico per la crescita economica, l’occupazione e la competitività del nostro territorio. Non si tratta di un solo primato tecnologico, ma anche una visione di futuro”.

Alberto Minazzi

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Tag:  spazio, Veneto