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Un archivio? No, un luogo dell'anima

Un archivio? No, un luogo dell'anima

Mestre racconta la storia dei suoi scout dal 1922 a oggi

Sono foto sbiadite, diari e riviste, vecchie uniformi e tende da campo: insieme a tanti altri oggetti fanno parte dell’Archivio “Diana e Nino Brunello”.  Raccontano la storia dello scoutismo mestrino, una storia lunga quasi cento anni, anzi 97 per la precisione. Lo scopo?  Costruire metaforicamente un ponte per instaurare un dialogo tra vecchie e nuove generazioni e per non rischiare di perdere l’immenso patrimonio materiale e immateriale di “vita scout”.

L’Archivio “Diana e Nino Brunello”

L’idea di creare l’Archivio è venuta a Mirto Andrighetti – ex scout e già presidente dell’Università Popolare di Mestre – e si è potuta concretizzare grazie alla collaborazione e al supporto di Giuliano Polles, dell’associazione Sognoscout, e di Sergio Barizza, storico di Mestre.
Questo luogo prezioso trova spazio nella sala al piano terra del Laurentianum di Piazza Ferretto ed è dedicato a Diana e Nino Brunello, i coniugi mestrini che nel 1945 segnarono la rinascita dello scoutismo in terraferma veneziana.  Diana fu tra le prime scout donna in Italia e una delle poche a ricoprire cariche sociali: un traguardo allora impensabile vista l’epoca.

Un luogo dell’anima

I materiali raccolti diventeranno voci narranti di memorie lontane e parleranno alle nuove generazioni non solo di campi estivi e jamboree (gli incontri tra giovani scout provenienti da tutte le parti del mondo) ma anche di interventi di volontariato e solidarietà, di momenti difficili, di scout che non ci sono più ma che restano nel cuore di tutti. Come Diana e Nino.
“Questi ricordi – ci dice Andrighetti – sono un patrimonio che non poteva né doveva andare perso, bensì custodito e tramandato”.

Ma cosa si trova al Laurentianum? Per adesso sono stati catalogati diari di vita dei gruppi, fotografie, materiali da campo come tende, lampade a carburo e fornelletti, uniformi vecchie e nuove, zaini, raccolte di periodici associativi risalenti addirittura al 1946 (i gruppi mestrini ebbero una propria rivista soltanto a partire dal 1963) e poi censimenti e libri.

“La speranza – continua Andrighetti – è che questo archivio aumenti nel corso degli anni. Ci piacerebbe diventasse un “luogo dell’anima”, anche in vista del 2022, quando si festeggerà il centenario della fondazione del primo gruppo scout della terraferma veneziana”.

L’archivio degli scout mestrini

Di sicuro avrete già sentito parlare di Lupetti/Coccinelle, Esploratori/Guide e Rover/Scolte, le tre branche che raggruppano ragazzi e ragazze dagli 8 ai 21 anni.
La oro storia inizia nel 1907, quando il generale inglese Robert Baden-Powell fondò il movimento in Inghilterra.
In Italia i primi scout si organizzarono intorno al 1910, mentre a Mestre e Carpenedo i primi gruppi si formarono nel 1922. La loro attività, a causa del regime fascista e dell’Opera Nazionale Balilla durò però poco. La rinascita avvenne alla fine del 1945 grazie ai coniugi Brunello che con grande passione riuscirono a riorganizzare il movimento.Nel giro di pochi anni, quasi tutte le parrocchie ebbero il proprio gruppo scout: Gazzera, Zelarino, Chirignago, via Piave, Altobello, Favaro, Campalto, viale San Marco e poi S. Rita, via Aleardi, Catene, via Filiasi, villaggio Sartori, quartiere Pertini, don Sturzo.

Dal cachi al blu: colori diversi per valori inalterati nel tempo

Per le vie di Mestre si ricominciarono a vedere in giro centinaia di ragazzi e ragazze accomunati da un’uniforme (che all’epoca non era blu ma color cachi), calzoni corti per i ragazzi e gonnelloni lunghi per le ragazze, cappello a tese larghe, zaini e bastoni. Al collo un fazzoletto arrotolato, il simbolo forse più identificativo del corpo degli scout. Se a distanza di un secolo le divise sono cambiate parecchie volte, i valori di solidarietà sono invece rimasti immutati. Perché sbaglia chi pensa che gli scout passino le giornate divertendosi tra vita in accampamento e attività all’aria aperta; lo scoutismo infatti è molto altro.

“Siate pronti”: un monito che dura da cento anni

Il loro motto è “Estote parati”, l’espressione latina che significa “siate pronti”, e loro lo sono sempre compiendo il proprio dovere in ogni occasione, anche in contesti emergenziali e di solidarietà in affiancamento a Vigili del Fuoco e altri volontari. A Mestre sono presenti le associazioni Agesci (Associazione guide e scout cattolici italiani) e Cngei (Corpo nazionale giovani esploratori ed esploratrici italiani, laici), entrambe affiliate alla Protezione Civile Nazionale. Da alcuni anni è stata instaurata una collaborazione con la Protezione Civile di Venezia e la Croce Verde di Mestre per corsi di formazione su primo soccorso e sistemi antincendio e quest’estate i gruppi Agesci parteciperanno a “Sentieri Per Domani”, frutto della collaborazione con il CAI Veneto e la Comunità Montana Agordina per pulire e ripristinare i sentieri danneggiati dalla tempesta Vaia in dieci località venete.

L’archivio in fieri

L’opera di catalogazione dei materiali raccolti è quasi ultimata, ma l’archivio degli scout è una realtà destinata a crescere nel tempo. Per il momento è visitabile solo su prenotazione. Se foste interessati a conoscere in modo più approfondito e a toccare con mano una parte della nostra storia, inviate una mail a mirto.andrighetti@libero.it:  vi sarà aperto un mondo.

2 commenti su “Un archivio? No, un luogo dell’anima

  1. Ottima iniziativa , grazie a Mirto e Giuliano ed a tutti quelli che hanno collaborato a questa realizzazione. Per me un tornare a ricordi del passato è di veri amici dei quali molti non ci sono più.


    • Buongiorno Alfredo, molti utenti ci hanno scritto commenti simili al suo. Se ha qualche foto del suo trascorso da Scout, le consigliamo di collaborare al progetto inviando qualche foto.


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