Il sito palafitticolo di Revine e Tarzo prossimo alla candidatura a patrimonio Unesco
Nuove interessanti scoperte archeologiche sono state fatte nell’area dei laghi di San Giorgio e Santa Maria a Revine e Tarzo, in provincia di Treviso.
A cent’anni dai primi ritrovamenti, nel corso della quarta campagna di scavi sono riaffiorati strumenti in selce, ossa di animali, frammenti di ceramica, gusci e carboni che ora andranno analizzati ma che sembrano confermare nell’area la presenza dell’uomo tra il Neolitico e l’Età del Bronzo.
Le attività rientrano nell’ambito del progetto “reLacus” dell’Università di Ferrara, in collaborazione con l’Università di Padova, con la Soprintendenza Archeologica e le province di Belluno, Padova e Treviso.
Il sito palafitticolo di Revine e Tarzo
I nuovi reperti forniscono preziose informazioni sulla vita quotidiana, sull’economia e sulla cultura dei nostri antenati.
Trovati a qualche chilometro dall’area palafitticola, testimoniano anche che quello di Revine e Tarzo era un areale abitativo di notevoli dimensioni.
«L’archeologia è un campo affascinante e il lavoro degli archeologi è fondamentale – ha sottolineato il presidente della regione Veneto Luca Zaia -. Questi ritrovamenti sono preziosi perché ci permettono di ampliare la nostra conoscenza del passato, di scoprire nuove informazioni sulle civiltà che hanno abitato il Veneto e di comprendere meglio l’evoluzione dell’umanità nel corso dei secoli preservando la memoria delle civiltà venete».
Proprio nella medesima zona dei laghi di San Giorgio e Santa Maria, il sito palafitticolo di Revine e Tarzo in provincia di Treviso, ben cento anni fa avvenne il primo ritrovamento archeologico, una spada in bronzo del 15° secolo a.C.
Un anniversario significativo che la Regione Veneto ha inserito nelle celebrazioni dei Grandi Eventi per valorizzare e promuovere le eccellenze culturali, ambientali, turistiche e produttive del territorio.
Verso la candidatura Unesco
Le scoperte archeologiche nei laghi della vallata di Treviso, come ha precisato lo stesso presidente Zaia, rappresentano un patrimonio culturale di grande valore che richiede attenzione, conservazione e studio continuo da parte degli esperti. Proprio per questo il sito guarda ora all’avvio della procedura per la candidatura a patrimonio Unesco.
In questa direzione, agli scavi archeologici saranno affiancate alcune iniziative biennali come visite guidate e laboratori nell’area archeologica, un’esposizione itinerante sensoriale, attività didattico-divulgative, l’apertura di uno spazio espositivo permanente, dirette sui canali social.
Il progetto “reLacus”
Il progetto è nato nel 2019, anno nel quale hanno preso il via le indagini archeologiche attorno ai laghi di san Giorgio e Santa Maria, nei comuni di Revine Lago e Tarzo. L’obiettivo di “reLacus” è quello di portare alla luce le testimonianze archeologiche, garantire la conservazione e valorizzazione di questo patrimonio culturale e divulgarne la conoscenza. Il progetto vede la sinergia operativa della Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per l’area Metropolitana di Venezia e le province di Belluno, Padova e Treviso. Oltre all’Università degli Studi di Ferrara in collaborazione con quella di Padova.