Quello della moda è sicuramente un mondo che affascina i più, ma come e dove nascono le creazioni dei grandi stilisti? E soprattutto: avete mai visitato una famosa maison o un laboratorio artigianale dove prendono vita i capolavori del made in Italy?
Se l’opportunità vi incuriosisce, sabato 23 e domenica 24 ottobre saranno due ghiotte occasioni da non perdere. Perché in quelle giornate in tutta Italia si apriranno le porte di atelier, laboratori di brand famosi e realtà dell’eccellenza artigianale riconosciuta nel mondo.
Si svolgerà infatti la quinta edizione di “ApritiModa”.
Dalle passerelle al dietro le quinte
La moda è sempre stata una parte importante della vita culturale e della società del Paese. Il prossimo weekend brand e maison storiche così come laboratori del made in Italy saranno protagonisti da nord a sud del Paese.
Sono 86 i luoghi della moda che apriranno al pubblico, in 12 regioni, per svelare il dietro le quinte delle creazioni. Sarà possibile entrare in palazzi storici, cortili nascosti, vecchie fabbriche reinventate per incontrare i protagonisti e vedere direttamente in loco come nascono i loro prodotti.
Ci si potrà così trovare, tra gli altri luoghi, nell’Antico Setificio Fiorentino e ammirare l’orditoio (il macchinario che serve per costituire quella che è la prima struttura di un tessuto, ndr) realizzato su disegno di Leonardo da Vinci. A Venezia faranno bella mostra di sé gli abiti del Settecento veneziano del famoso Atelier Nicolao e i broccati realizzati per la Casa Bianca dalla Tessitura Bevilacqua.
Nel biellese è possibile visitare il Cappellificio Cervo dove nascono anche i copricapo degli alpini e alle porte di Alessandria, la manifattura Borsalino, dove i cappelli resi immortali dal cinema sono ancora fatti a mano con 52 passaggi.
Il made in Italy famoso nel mondo
Qualche altra chicca? Porte aperte a Napoli al Guantificio Omega, i cui prodotti, dalla Campania, arrivano nelle vetrine della quinta strada a New York, mentre poco lontano dalla città preziose sete danno vita alle cravatte di Cilento 1780.
A Torino, l’Ombrellificio Torinese da 130 anni fa gli ombrelli a mano con straordinaria maestria. Esempio di artigianalità anche a Zoagli, in Riviera Ligure nella Tessitura Giuseppe Gaggioli con i suoi damaschi, velluti e tele di seta. Sempre in provincia di Genova, a Lorsica, la Tessitura de Martini ha costruito e brevettato un telaio unico al mondo, capace di riprodurre oggi gli stessi filati che secoli fa venivano tessuti a mano.
Ingegno, abilità manuale, tessuti preziosi e non solo.
Nelle giornate del 23 e 24 ottobre sarà possibile anche conoscere i musei di prodotti come quello del tulle, del cappello di paglia e dell’occhiale.
Oltre a poter entrare nel mondo dei grandi stilisti, da Giorgio Armani a Palazzo Orsini nel centro di Milano alla factory toscana di Dolce & Gabbana tra i primi a valorizzare il lavoro degli artigiani e la fabbrica di scarpe dei Fratelli Rossetti, alle porte del capoluogo lombardo che per prima ha portato il made in Italy a New York.
La novità 2021: moda etica e sostenibile
Un universo tutto da scoprire e conoscere fatto di una professionalità che tiene alto il nome della moda italiana nel mondo.
Dal 2017 “ApritiModa”, per un fine settimana all’anno porta alla scoperta dei luoghi più nascosti e segreti dove si svelano la creatività, il genio e il nostro saper fare.
Per chi desideri scoprire uno dei luoghi che aderiscono all’appuntamento, al link http://apritimoda.it/partecipa/ è possibile trovare la mappa delle visite organizzate quest’anno. Partecipare è semplice e le visite sono gratuite, previa prenotazione obbligatoria.
Quest’anno la manifestazione propone anche visite speciali in alcune tra le più interessanti esperienze creative e produttive di moda etica e sostenibile.
Tra queste, a Torino, nella Sartoria Sociale Gelso, dove si possono vedere i prodotti realizzate dalle detenute della Casa Circondariale Lorusso e Cutugno e a Marghera (Venezia) nel laboratorio delle Malefatte, dove nascono le borse dai rifiuti dei manifesti pubblicitari in Pvc. O ancora a Palermo nella sede Sartoria Sociale, una palazzina confiscata alla mafia. Qui persone provenienti da luoghi, passati e esperienze di vita diverse hanno una seconda occasione grazie ad ago e filo.
Silvia Bolognini