Come un immenso negozio on line. Ci sono abbigliamento, scarpe, borse, occhiali, bigiotteria, cosmesi, oggetti e molto altro. Ogni mezzo secondo viene caricato un prodotto e ogni 3 secondi viene venduto un capo di moda.
Depop, la piattaforma veneta per la vendita e l’acquisto di capi usati e vintage che si ispira ai valori della creatività, della sostenibilità, dell’inclusione e della sostenibilità è stata un successo. Talmente da spopolare, ora, negli Stati Uniti.
Piace soprattutto ai giovani considerato che il 90% dei suoi utenti ha meno di 26 anni ed è il decimo sito di shopping più visitato dalla Z generation americana.
Depop conta oggi 30 milioni di utenti distribuiti in più di 150 Paesi nel mondo, 4 milioni di compratori e 2 milioni di venditori attivi.
La piattaforma dal cuore italiano
C’è l’Italia nella storia di Depop. La piattaforma è infatti nata nel 2011 in Veneto, a Roncade, in provincia di Treviso. E’ stata creata in H-Farm, l’incubatore dell’innovazione digitale e idee imprenditoriali, dall’imprenditore milanese Simon Beckerman. E’ lui che ha fondato l’app per lo shopping online che ora il marketplace americano Etsy ha acquistato per 1,625 miliardi di dollari. Una valutazione quasi doppia rispetto a quella che diede Facebook a Instagram nel 2012.
La storia di Depop
Inizialmente era un semplice social network in cui i lettori di Pig Magazine, una realtà editoriale dello stesso Beckerman nata negli anni ’90, potevano acquistare articoli presenti nella rivista. Poi la decisione di reinventare l’app trasformandola in un mercato globale in cui vedere, acquistare e prendere ispirazioni sui nuovi trend.
Da quel momento l’ascesa e oggi, a dieci anni dalla fondazione, Depop è diventata il secondo unicorno (startup che raggiunge la valutazione di 1 miliardo di dollari) nella storia italiana e primo in assoluto per il valore della cessazione.
La sua sede, a Londra, conta oltre 400 dipendenti ma ci sono uffici anche a Manchester, Los Angeles, New York e Sydney.
La “casa” della moda circolare da 30 milioni di utenti
Stilisti, designer, creativi, venditori di articoli vintage, collezionisti di sneakers e molto altro animano la piattaforma in crescita inarrestabile. Secondo il Circular Fashion Report 2020 il mercato della moda circolare ha un valore potenziale di 5 mila miliardi di dollari, il 63% in più dell’industria della moda tradizionale.
Il suo funzionamento è semplice e probabilmente proprio nella sua semplicità sta il segreto del suo successo. Non ci sono negozi o magazzini: virtualmente entrano in contatto venditore e compratore e il gioco è fatto.
Nel 2020 la piattaforma ha transato ben un miliardo di articoli.
Un’operazione che ha portato la trevigiana H-Farm a diventare uno dei più importanti incubatori aziendali al mondo per accelerare lo sviluppo delle imprese e senza eguali in Europa, investendo in questa direzione oltre 28 milioni di euro nei suoi primi dieci anni di vita.
Ora la vendita a Etsy genererà per l’azienda veneta un incasso di circa 6 milioni di euro con un ritorno di 15,5 volte rispetto all’investimento iniziale di 792 mila euro. Nello stesso anno, le vendite lorde di merci attraverso la piattaforma sono state di circa 650 milioni di dollari, mentre i ricavi pari a 70 milioni di dollari, entrambi in aumento di oltre il 100%anno su anno.
Silvia Bolognini