Dal 15 ottobre al 26 febbraio 2023, al Museo Civico, “Io, Canova. Genio europeo”. A Venezia giornate di studio dedicate al nuovo Fidia
In occasione dei 200 anni dalla sua morte, la magia di Canova rivive in tutto il suo splendore al Museo Civico di Bassano del Grappa attraverso una selezione di opere nella mostra “Io, Canova. Genio europeo” visitabile fino al prossimo febbraio.
E’ ritenuto il massimo esponente del Neoclassicismo e per questo acclamato come il nuovo Fidia, il maestro simbolo dell’arte greca classica conosciuto soprattutto per le sculture del Partenone di Atene.
L’immagine inedita del grande scultore
Famosissima, fra tutte, la sua opera “Amore e Psiche”, il gruppo scultoreo realizzato tra il 1787 e il 1793 e conservata al Louvre di Parigi.
La mostra a Bassano del Grappa, tra i luoghi più significativi per la conoscenza dell’artista, è curata da Giuseppe Pavanello e Mario Guderzo con la direzione scientifica di Barbara Guidi, direttore Musei Civici di bassano del Grappa e indaga alcuni aspetti mai affrontati in un’esposizione quali la formazione, le passioni di collezionista, la partecipazione alla storia europea di colui che fu capace di orientare il gusto di un’intera epoca.
In questo modo, la mostra restituisce un’immagine inedita dell’artista, tra le personalità più significative del mondo culturale e politico a cavallo tra XVIII e XIX secolo.
Il percorso espositivo mostra quindi oltre allo scultore e pittore, l’uomo, il diplomatico, il protettore delle arti.
Antonio Canova (Possagno (Tv), 1757 – Venezia, 1822), protagonista di un periodo di grandi stravolgimenti storici e politici, tra guerre e rivoluzioni che cambiarono il volto dell’Europa, creò un’arte in perfetto equilibrio tra reale e ideale, avvicinando l’uomo al mito e ispirando azioni e sentimenti di armonia e di pace.
“Io, Canova. Genio europeo”
A Bassano, città che custodisce uno dei fondi più ampi e importanti al mondo per lo studio e la conoscenza di Canova, si affiancano in mostra prestiti nazionali e internazionali.
La rassegna comprende oltre 140 opere tra sculture, dipinti, disegni e documenti preziosi da collezioni pubbliche e private.
Tra i suoi capolavori troviamo l’imponente “Marte e Venere” proveniente dalla Gypsotheca di Possagno (Tv) e realizzato per Giorgio IV d’Inghilterra; il grande gesso della “Religione” dai Musei vaticani di Roma; l’”Endimione dormiente” dall’Accademia di Belle Arti di Ravenna; il marmo della “Principessa Leopoldina Esterhazy Liechtenstein; la “Danzatrice col dito al mento” della Pinacoteca Agnelli.
Si possono poi ammirare opere che permettono di ricostruire il contesto in cui Canova visse e operò.
Tra queste, il “Ritratto del Senatore Abbondio Rezzonico di Batoni; il “Ritratto di Clemente XIII” di Mengs e il “Ritratto dell’Imperatore Napoleone I”. E ancora i preziosi dipinti di Tiepolo e Moretto da Brescia appartenuti a Canova e i capolavori di Paolo Veronese, Ludovico Carracci e Guido Reni che egli stesso riportò in Italia nel 1815 grazie a una coraggiosa missione diplomatica.
Il viaggio nell’universo di Canova porta a conoscere anche alcune importanti commissioni quali il “Demosseno”; “Creugante”; “Ercole e Licia”; il Monumento funerario per Orazio Nelson e quello per Papa Clemente XIII; il monumento equestre a Ferdinando IV di Borbone e per Napoleone.
Oltre a raccontare i suoi rapporti con mecenati, pontefici, principi e nobili, dai Falier ai Rezzonico, da Re Giorgio IV ad Alexander Baring, da Papa Pio VII a Francesco I d’Austria, da Josephine de Beauharnais a Paolina Bonaparte fino a Napoleone.
Esposta per la prima volta l’opera “Maddalena giacente”, tre aree espositive raccontano l’artista a 360 gradi
Dall’ Inghilterra, infine, è ora al Museo Civico un’opera mai prima d’ora esposta al pubblico.
Si tratta della “Maddalena giacente”, l’ultimo capolavoro di Canova, realizzato poco prima di morire per Robert Jenckins, secondo conte di Liverpool e primo ministro inglese.
La splendida figura distesa, dopo quasi due secoli durante i quali se ne erano perse le tracce, è stata ritrovata e può ora essere ammirata in tutta la sua bellezza.
Una mostra, dall’uomo al suo ruolo nella storia
Il percorso della mostra si sviluppa in tre aree, ciascuna focalizzata su precisi momenti della sua vita.
La prima “L’uomo e l’artista” è dedicata agli anni della formazione a Venezia, al definitivo trasferimento a Roma con la scoperta dell’antico, ai suoi sostenitori e primi committenti. Il suo atelier nella Capitale, in via delle Colonnette, nei pressi del mausoleo di Augusto, era luogo di incontro per tanti artisti, intellettuali, collezionisti e una tappa da non perdere per i numerosi viaggiatori. Entrare nello studio di Canova, che Stendhal definì “un luogo unico sulla terra”, significava immergersi nel suo universo.
La sezione “Canova e l’Europa” racconta le prestigiose commissioni dai più importanti esponenti dell’Europa dell’epoca.
Tra i più fedeli vi erano gli inglesi, per i quali realizzò capolavori come “Venere e Marte” e le figure giacenti “Maddalena” e “Endimione”.
La terza area, “Canova nella storia” è in particolare dedicata al rapporto che ebbe con Napoleone e i Bonaparte e ai viaggi compiuti a Londra e Parigi nel 1815 per giudicare i marmi del Partenone e recuperare le opere d’arte che i francesi avevano sottratto dall’Italia.
Il 25 ottobre dello stesso anno un convoglio di 41 carri con 249 opere, trainati da 200 cavalli, lasciò Parigi per raggiungere la varie destinazioni della penisola. A testimonianza di questo momento vi sono l’antico calco in gesso del “Laocoonte” prestato dai Musei Vaticani; la “Deposizione” di Paolo Veronese; “La Fortuna” di Guido Reni; la monumentale “Assunzione della Vergine” e “La Carraccia” di Agostino Carracci.
A Venezia concluso il restauro del cenotafio ai Frari
Nel capoluogo lagunare, quasi in concomitanza con l’anniversario della morte di Canova, avvenuta il 13 ottobre 1822 proprio a Venezia, si è concluso il restauro del monumento funebre che si trova nella Basilica dei Frari, finanziato dal comitato britannico di salvaguardia per Venezia Venice in Peril. All’interno è custodito il cuore dell’artista mentre il corpo è tumulato nel Tempio canoviano di Possagno (Tv).
Sempre nella città in cui Canova iniziò e concluse il suo fortunato percorso, all’Ateneo Veneto sì è invece svolta una giornata di studio centrata sui legami inscindibili che Canova, socio dell’Ateneo fin dalla sua istituzione, intrecciò con la città, dove trovò i primi maestri ed estimatori e dove cessò di vivere in casa di Floriano Francesconi, lo storico titolare del Caffè Florian, in Campo San Gallo, nelle vicinanze di Piazza San Marco.
L’omaggio al maestro continuerà con il Corso di Storia dell’Arte a lui dedicato. “Canova a Venezia” è articolato in 5 lezioni, ogni mercoledì nell’Aula Magna dell’Istituto, dal 9 novembre al 7 dicembre. Si affronteranno le grandi tematiche legate alla vicenda artistica di Antonio Canova, al neoclassicismo e al primo romanticismo.
Silvia Bolognini