Nel suo laboratorio di Mestre, ogni giorno Francesco Trevisin, liutaio, si confronta con i grandi artigiani del passato valorizzandoli come fonte di ispirazione nella fase costruttiva. Ha un lungo curriculum, molte esperienze internazionali. E’ un esperto maestro del legno e della musica. Artigiano? Anche un po’ artista, come tutti gli artigiani sono.
«Dopo il diploma di liceo scientifico ho iniziato a lavorare come carpentiere al Teatro La Fenice, concretizzando una passione trasmessa da mio nonno materno, artigiano all’Arsenale -ci racconta- Trascorsi 7-8 anni ho deciso di iscrivermi alla Scuola Internazionale di Liuteria di Cremona. Al termine del percorso ho ricevuto il diploma: me l’han consegnato a luglio e a settembre già lavoravo nei dintorni di Brema, in Germania. Dopo Svizzera, Inghilterra e Olanda sono tornato in Italia e ho aperto un laboratorio mio a Venezia, in Calle lunga San Barnaba. Passato qualche tempo ho lavorato altri tre anni nel famoso negozio di David Segal a New York“.
L’attuale laboratorio di Mestre l’ha aperto nel 2004.
Dei due rami principali della liuteria, il restauro e la creazione di strumenti ex novo, Trevisin predilige il primo senza trascurare il secondo
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Ma il mestiere del liutaio ha un futuro?
La musica è scarsamente valorizzata nei piani di studio delle scuole, primarie e secondarie. Se non stimolati i ragazzi crescendo diventeranno adulti disinteressati ad un settore vastissimo. Ecco allora pochi iscritti ai conservatori, meno pubblico nei teatri, meno lavoro per scenografi, macchinisti, truccatori, elettricisti, trasportatori e anche liutai. Tralasciando per un istante l’aspetto culturale si deve capire che trascurando l’educazione musicale si sta rinunciando ad un indotto incredibile.
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Alla fine lei ha aperto un suo laboratorio a Mestre…
Si, dopo tanto girovagare mi sono fermato qui. Si lavora e mi ci trovo bene