Al voto in circa 1.000 comuni. Il 26 giugno l’eventuale ballottaggio
Alla fine, il Consiglio dei Ministri ha dato l’ok, ufficializzando che domenica 12 giugno si andrà alle urne non solo nei circa mille comuni italiani chiamati a rinnovare l’Amministrazione locale, ma anche in tutto il resto d’Italia per i 5 referendum sulla giustizia.
Un “election day” che consentirà un risparmio calcolato in 200 milioni di euro.
È stata fissata anche la data (domenica 26 giugno) in cui si andrà a votare per l’eventuale ballottaggio dei sindaci nei comuni con oltre 15 mila abitanti in cui nessuno dei candidati sia riuscito a ottenere al primo turno almeno il 50% più uno dei voti (per la Sicilia la percentuale scende al 40%).
I comuni al voto
Tra i comuni interessati dal voto ci sono 4 capoluoghi di regione (Genova, L’Aquila, Palermo e Catanzaro) e altri 20 capoluoghi di provincia: Alessandria, Asti, Belluno, Como, Cuneo, Frosinone, Gorizia, La Spezia, Lodi, Lucca, Messina, Monza, Oristano, Padova, Parma, Piacenza, Pistoia, Rieti, Taranto e Verona.
Tra le altre grandi città chiamate al voto, le campane Torre Annunziata, Nocera Inferiore e Ischia, la lombarda Sesto San Giovanni, la pugliese Martina Franca e la toscana Carrara.
I 5 referendum abrogativi dell’election day
I referendum abrogativi saranno 5, rispetto agli 8 per i quali era stata presentata richiesta di ammissibilità alla Corte Costituzionale.
Tutti i quesiti riguardano tematiche legate alla giustizia: dalla riforma del Consiglio Superiore della Magistratura all’equa valutazione dei magistrati, dalla separazione delle loro carriere, alla custodia cautelare, all’abrogazione della legge Severino (sull’incandidabilità e divieto di ricoprire cariche elettive e di governo conseguenti a sentenze definitive di condanna per delitti non colposi). Per passare, i referendum dovranno raggiungere il quorum del 50% più uno dei votanti.
I quesiti respinti
Sono stati invece respinti altri 3 quesiti: sulla responsabilità dei magistrati (relativamente agli aspetti del risarcimento dei danni cagionati nell’esercizio delle funzioni giudiziarie e della responsabilità civile), sulla depenalizzazione della coltivazione privata di cannabis e sull’eutanasia (con la richiesta di abrogazione parziale della norma sull’omicidio del consenziente).