L’Italia è tra i primi dieci Paesi in Europa per numero di procedure di infrazione aperte nel 2020 in tema di rifiuti. Lo scorso anno ha “guadagnato” 31 nuovi provvedimenti, che si vanno ad aggiungere alle 86 procedure ancora pendenti.
Di queste, venti riguardano l’ambiente e cinque si riferiscono alle discariche e allo smaltimento dei rifiuti.
Il nostro Paese non è nuovo a richiami sul tema rifiuti e, proprio per far fronte alle procedure di infrazione dell’UE, è stata istituita una commissione con l’obiettivo di chiudere il contenzioso con l’Unione nato per non aver sanato duecento siti di discarica per rifiuti urbani non conformi alle normative comunitarie.
“Su 81 discariche consegnate il 24 marzo 2017 nelle mani del commissario di governo per la bonifica dei siti inquinati – ha reso noto il commissario del Governo per il risanamento dei siti in infrazione Giuseppe Vadalà – più della metà, ovvero 51, sono state portate fuori dalla procedura di infrazione, permettendo all’Italia di risparmiare 20 milioni e 400mila euro ogni anno”.
Questi dati sono alcuni tra quelli contenuti nella settima relazione semestrale sullo stato delle discariche abusive Italiane presentata dal commissario Vadalà.
Dal 2014 ad oggi sono stati pagati 280 milioni di euro in sanzioni per le discariche non conformi alle normative. Dal 2017, anno in cui si è insediato, il commissario Vadalà con la sua task force dei Carabinieri ha bonificato o messo in sicurezza una discarica al mese.
Facendo i conti, le multe passano dai 42 milioni di euro all’anno iniziali a meno di 7 milioni, con 167 siti bonificati o messi in sicurezza e 33 ancora da sanare.