Dopo vent’anni di ricerca e tentativi, finalmente è stato trovato un farmaco che aiuta a curare l’Alzheimer.
Il via libera è stato dato dall’Fda (Food and Drug Administration), l’ente governativo statunitense che regola i prodotti farmaceutici e alimentari, all’Aducanumab un farmaco che, secondo l’Fda, è in grado di rallentare il decorso della malattia.
L’Fda ha comunque richiesto nuovi test clinici per questo farmaco, che darebbe una speranza ai milioni di malati in tutto il mondo, arrivato dopo centinaia di tentativi e test, anche sull’uomo, di potenziali terapie, tutti rivelatatisi non idonei.
Anche il test di Adacanumab era stato considerato fallito inizialmente, ma poi un approfondimento delle analisi ha riscontrato dei benefici sulla malattia allo stadio iniziale.
La decisione della Fda è stata assunta nonostante l’opposizione della commissione indipendente di esperti dell’agenzia e di altri esperti in materia di Alzheimer secondo i quali non ci sono prove sufficienti che dimostrino che il farmaco possa davvero aiutare i pazienti.
La terapia consiste in una iniezione al mese che aiuterebbe a rallentare il declino cognitivo dei pazienti che si trovano allo stadio iniziale della malattia. E’ il primo farmaco che non lavora sull’aggressione alla malattia ma rallenta il decorso dei sintomi della demenza.
Oggi, si legge sul sito del ministero della Salute, i pazienti con demenza sono in Italia circa oltre 1 milione.
Di questi. circa 600.000 con demenza dovuta all’ Alzheimer. Circa 3 milioni sono invece le persone direttamente o indirettamente coinvolte nella loro assistenza.
I dati e le conseguenti stime future non sono confortanti. Nel 2010 erano 35,6 milioni, nel mondo, le persone che risultavano affette da demenza, nel 2030 la cifra sarà il doppio e nel 2050 triplicherà con 7,7 milioni di nuovi casi all’anno. Praticamente 1 ogni 4 secondi e con una sopravvivenza in media di 4-8-anni una volta ricevuta la diagnosi.