Una ricerca di 175 studiosi internazionali rivela che le radici di molte malattie neurodegenerative sono state portate nel Dna degli Europei da antiche popolazioni migrate dall’Asia
Hanno analizzato ossa e denti appartenuti a circa 5 mila persone per arrivare al significativo risultato: la creazione della più grande banca genetica umana.
E a scoprire che le radici di molte malattie neurodegenerative erano già presenti molto tempo fa.
Alzheimer e sclerosi multipla, hanno circa 5 mila anni e sono state portate nel Dna degli europei da antiche popolazioni migrate dall’Asia.
La scoperta, derivata dall’analisi degli antichi Dna conservati nei musei di tutta Europa e dell’Asia Occidentale, è stata resa nota attraverso la pubblicazione di 4 studi, effettuati da un gruppo di ricerca internazionale composto da 175 ricercatori di varie università (tra le quali le italiane La Sapienza e Tor Vergata di Roma, l’Università di Siena, le Soprintendenze Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Bari e Cosenza e la Soprintendenza per i beni Archeologici delle Marche) sulla rivista Nature.
L’eredità dei pastori nomadi delle steppe
Per arrivare a questa conclusione i ricercatori hanno sequenziato i genomi di 317 individui di origine principalmente mesolitica e neolitica che coprono gran parte dell’Eurasia. Questo ha portato a capire che i geni che predispongono malattie neurodegenerative furono introdotte nel nostro continente dagli Yamnaya, popolazioni di nomadi guerrieri e allevatori che provenivano dalla steppa, più precisamente da una regione che oggi si estende tra Ucraina, Russia Sud occidentale e Kazakistan occidentale.
Gli studi rivelano che al tempo, contrariamente a quanto comporta oggi la malattia, le varianti genetiche che aumentavano il rischio di sclerosi multipla non rappresentavano un pericolo bensì una speranza di maggiore sopravvivenza in quanto probabilmente proteggevano dalle infezioni trasmesse dal bestiame.
Anche l’Alzheimer e il diabete di tipo 2 sono stati fatti risalire ad antiche popolazioni di cacciatori – raccoglitori del Caucaso.
Dalla più grande banca dati del Dna antico nuovi scenari per l’origine di altre malattie
I risultati di questi studi con ulteriori analisi potranno rivelare nuove informazioni anche per quanto riguarda disturbi psichiatrici come quello da deficit di attenzione e la schizofrenia. Gli antichi profili genetici fanno parte della più vasta e completa banca dati di Dna antico, la Lundbeck Foundation Geo Genetics Centre. Per ragioni che riguardano la loro espansione, l’eredità che hanno lasciato gli Yamnaya è più marcata nei moderni abitanti del Nord Europa e meno nelle popolazioni odierne dell’Europa meridionale.
“La creazione di una banca genetica degli antichi abitanti dell’Eurasia – ha precisato Eske Willerlev delle Università di Cambridge e Copenaghen, coordinatore degli studi – è un progetto colossale. Funziona come uno strumento di precisione in grado di fornirci nuove conoscenze sulle malattie umane”.