Sotto la superficie della campagna altinate, in provincia di Venezia, si trovano i resti di una città millenaria, prima veneta e poi romana, emporio e crocevia di culture dall’ VIII sec. a.C. al VII sec. d.C, “raccontata” dal Museo e dall’Area Archeologica di Altino.
Elementi oggi separati ma che, entro l’estate del 2024, saranno fusi insieme nel nuovo Parco Archeologico di Altino, progetto finanziato dal Ministero della cultura con 1milione e 700mila euro.
Il primo parco archeologico del Veneto
Il primo Parco Archeologico del Veneto, un vero e proprio “museo all’aperto”, unirà dunque la parte attualmente contenuta nel Museo archeologico con quella degli scavi in un unico percorso fruibile al pubblico che racconterà la millenaria storia di un luogo e del suo paesaggio in tutti i suoi aspetti.
Il Report Istat 2019 ha censito in Italia 4.889 musei e istituti similari di cui 293 aree e parchi archeologici.
Oltre la metà delle aree di interesse archeologico sono concertate nel Mezzogiorno, in Sicilia in particolare, regione che detiene anche il primato del Parco Archeologico più grande d’Europa, l’area di Selinunte, sulla costa sud-occidentale dell’isola.
Sempre al Sud sono concentrate i Parchi Archeologici più importanti del Paese, ovvero il Parco Archeologico del Colosseo, quello di Ostia Antica e la Necropoli di Tarquinia nel Lazio, gli scavi di Pompei, il Parco Archeologico di Paestum in Campania e, sempre in Sicilia, la celeberrima e spettacolare Valle dei Templi di Agrigento, che non ha eguali neanche in Grecia, se prescindiamo dall’area del Partenone di Atene.
Quarto d’Altino, un territorio da scoprire
In questo contesto, il nuovo Parco Archeologico di Altino potrà darà ulteriore lustro a un’area forse ancora poco conosciuta dell’Italia del Nord, permettendo di mettere a sistema archeologia (dunque valore culturale) e paesaggio, un connubio capace di valorizzare tutta la zona di Quarto d’Altino.
Il Parco Archeologico sarà infatti anche un importante fattore di rilancio per il territorio in chiave turistica: raggiungibile via acqua da Venezia e via terra attraverso un circuito di piste pedonali e ciclabili immerse nella natura, rappresenterà la meta ideale per un turismo lento e sostenibile.
“La creazione di nuovi flussi turistico-culturali nella Laguna Veneta è una priorità per le pubbliche amministrazioni, poiché ciò contribuisce alla tutela del patrimonio archeologico, storico e artistico presente nei centri urbani e disseminato nel contesto. E’ necessario far riscoprire una dimensione di fruizione lenta che avvicini con interesse e piacere a quel “museo diffuso” di cui l’Italia è ricca e di cui la Laguna Veneta è uno degli esempi più alti e significativi“, spiega Daniele Ferrara, Direttore regionale Musei Veneto.
Una passeggiata immersiva nella storia
Il Parco Archeologico di Altino, che vedrà la luce anche grazie a una proficua collaborazione tra Direzione Regionale Musei e Soprintendenza (a partire dal vincolo archeologico posto su tutta l’area urbana nel 2019), sarà una passeggiata immersiva nella storia.
Il primo cambiamento fondamentale prevede non più solo l’esistenza del Museo e dell’Area archeologica, intesi come elementi separati, ma la nascita di un Parco Archeologico perimetrato.
Come? Innanzitutto con una continuità tra la prima area archeologica e AltinoLab (il vecchio Museo) al quale si accederà direttamente aprendo un passaggio sul giardino. Verrà migliorato anche il collegamento tra AltinoLab e la seconda area archeologica (della porta-approdo).
In questa seconda zona non sono presenti resti archeologici a vista e dunque verrà proposta una passeggiata prevalentemente naturalistico-ambientale, durante la quale si porteranno i visitatori a “percepire” la relazione con la città sepolta, realmente presente anche se non visibile proprio sotto i loro piedi.
La “torretta”, parte integrante del corpo edilizio di nuova costruzione del Museo, sarà il luogo fisico dal quale sarà possibile cogliere il paesaggio nel suo complesso, “così da comprendere – come afferma Marianna Bressan, direttrice di Museo nazionale e Area archeologica di Altino – che le aree museali e quelle archeologiche si trovano proprio qui per la presenza di un’antica città sepolta, seppur non visibile”. Nel progetto verrà studiato anche il miglioramento dell’agibilità, rendendo strutture e contenuti egualmente accessibili a tutti, con un’attenzione particolare a ogni possibile disabilità o barriera di comprensione, anche linguistica.
Altri scavi alla ricerca della città sepolta
Il futuro Parco Archeologico di Altino prevede anche uno scavo estensivo nella più promettente tra le due aree archeologiche visitabili, l’area del quartiere residenziale augusteo.
Viste anche le recenti scoperte, si pensa che gli ulteriori scavi intercettino nuove strutture da lasciare a vista per estendere la fruizione attuale degli spazi.
Quelle attuali, inoltre, verranno rivoluzionate con un ripensamento degli apparati didattici integrando l’apparato comunicativo tradizionale (pannellistica e didascalie statiche) con innovazioni come la realtà immersiva in 3D.
Tra gli elementi maggiormente caratterizzanti della zona nell’ottica della fruibilità di un turismo lento e sostenibile vi è indubbiamente quello delle piste ciclabili nel Parco del fiume Sile, che si estende per 11 territori comunali distribuiti nelle province di Padova, Treviso e Venezia.
“Intendiamo potenziare e rinforzare il cicloturismo nel territorio comunale offrendo al turista la possibilità di apprezzarne il paesaggio ambientale e gli aspetti storico archeologici – dice Claudio Grosso, sindaco di Quarto d’Altino – in particolare questa possibilità verrà data attraverso il completamento di un circuito che comprende il tratto di Greenway che dal capoluogo arriva al Museo di Altino attraverso la nuova ciclabile sul Siloncello e ritorna al centro di Quarto d’Altino attraverso il percorso della memoria e la via Claudia Augusta. Si tratta di un’idea di ampio respiro che è finalizzata anche a supportare i nuovi interventi previsti per il parco archeologico”.
Claudia Meschini
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