Dalle immagini satellitari, evidente la risalita fino all’Emilia e alle Marche del vapore acqueo dalla Puglia, dall’Albania e dallo Ionio
Cosa accomuna il tifone Yagi, che ha travolto nelle ultime settimane il Sud-Est asiatico, e la nuova alluvione in Emilia Romagna? Il vapore acqueo presente nell’aria.
Che, negli ultimi anni, è aumentato in maniera esponenziale.
“Lo studio portato avanti da una ventina d’anni dal Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico Ipcc – conferma Lorenzo Tedici, meteorologo di iLMeteo.it – ha stimato con calcoli statistici che tra le conseguenze del riscaldamento globale c’è anche un aumento del +8% del vapore acqueo presente in atmosfera. E questo ha inciso sicuramente sia nelle zone di Vietnam, Thailandia e Birmania colpite da Yagi che da quelle italiane interessate dal ciclone Boris”.
Il vapore acqueo e l’alluvione in Emilia Romagna
Il meteorologo di iLMeteo.it ritiene che il ciclone Boris sia stato dunque molto più intenso dell’alluvione che ha colpito l’Emilia Romagna poco più di un anno fa. Proprio perché “questa alluvione, a differenza di quella di maggio del 2023, è stata causata principalmente dal vapore acqueo in saturazione, legato al caldo del mare Adriatico”.
Anche se, premette Tedici, “ci vorranno 30 anni per confermare i risultati delle ricerche”, ci sono al riguardo già evidenze provenienti dalle immagini satellitari, in cui “è evidente la risalita fino all’Emilia e alle Marche del vapore acqueo dalla Puglia, dall’Albania e dallo Ionio, unita a una corrente di scirocco. Il tutto si è combinato col ciclone e con l’evaporazione eccezionale degli scorsi mesi da un Adriatico a 30°”.
La stessa Arpa dell’Emilia Romagna, in un convegno tenutosi giovedì 19, aggiunge il meteorologo, ha del resto confermato che proprio l’eccesso di vapore acqueo a quote tra i 1500 e i 3000 metri, che si lega proprio alle temperature elevate, è stata la principale causa dell’eccezionale entità delle precipitazioni.
Emilia-Romagna: evento peggiore di quello del 2023
Fortunatamente, le pur drammatiche conseguenze registrate in Emilia Romagna non hanno raggiunto il livello di quelle dell’evento asiatico, iniziato come un tifone di categoria 4 e poi intensificatosi attraverso il vapore acqueo presente nell’aria, che ha provocato centinaia di vittime e milioni di sfollati, avendo colpito soprattutto zone rurali povere.
Ciò non toglie che, per quanto il confronto sia sempre complicato, secondo Tedici “con 320 millimetri di pioggia in 48 ore, sia pure in un’area più piccola, rispetto ai 250 di maggio 2023, a livello meteorologico questo evento sia da ritenersi peggiore di quello dello scorso anno, visto che fa più effetto un ciclone fermo che pompa vapore, mentre l’altra volta per spiegare l’alluvione si è puntato il dito soprattutto sulla saturazione del terreno”.
C’è anche un’altra differenza tra i due eventi da sottolineare, secondo il meteorologo di iLMeteo.it: “Nel 2023 l’alluvione si è verificata a mare freddo, adesso a settembre, quando il mare è ancora caldissimo, con 25°-26° e il calore trattenuto in profondità. La fine dell’estate, del resto, è da considerarsi un periodo pericoloso, da questo punto di vista, perché il mare incide fino a metà novembre sui nubifragi da vapore acqueo”.
La situazione “di blocco”
Un altro fattore da tenere in considerazione è quindi quello che “le circolazioni sono diventate spesso più lente, con una maggiore stazionarietà delle figure meteorologiche principali e più frequenti situazioni di blocco”, fa notare Tedici. Il ciclone Boris, che si era già affacciato sull’Italia nei giorni precedenti, è così ritornato ed è stato fermo sul nostro Paese praticamente per 3 giorni. Così come, del resto, l’anticiclone africano, quest’estate, è restato sulla penisola per 2 mesi.
E se le popolazioni emiliane alluvionate possono tirare al momento il fiato, le previsioni dicono purtroppo che la tregua sarà breve.
Le previsioni per i prossimi giorni
“Da domenica – è il quadro prospettato da iLMeteo.it – si affaccerà su Sardegna, Piemonte e Liguria una nuova perturbazione, che si estenderà lunedì mattina a Nord-Ovest e da lunedì pomeriggio anche all’Emilia Romagna. Il maltempo colpirà soprattutto Toscana, Campania e Sardegna, con precipitazioni ridotte in Emilia Romagna, che si troverà sottovento”.
“Ma ulteriori 40-50 millimetri su un terreno già colpito o anche il solo veder piovere a dirotto per una decina di ore – conclude Lorenzo Tedici – di certo non aiuteranno chi magari sta svuotando la cantina. E quindi è giusto mantenere alta l’allerta anche per i prossimi giorni”.
Alberto Minazzi