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All’M9 di Mestre in mostra l’“Arte salvata”

All’M9 di Mestre in mostra l’“Arte salvata”
Claude Monet La Senna a Vétheuil, 1878. Olio su tela 50,5 x 61,5 cm Le Havre, Musée d’Art Moderne André Malraux Collezione Olivier Senn, donazione Hélène Senn-Foulds, 2004 © MuMa Le Havre / Charles Maslard

Per la prima volta esposte in Italia le opere sopravvissute alla guerra del MuMa, il prestigioso Museo d’Arte Moderna di Le Havre

In occasione delle celebrazioni per l’ottantesimo anniversario della fine della seconda guerra mondiale, il Museo del Novecento M9 di Mestre (Ve) ha inaugurato la mostra “Arte salvata. Capolavori oltre la guerra” visitabile fino a domenica 31 agosto.
Le 51 opere che si possono ammirare provengono dal Museo d’Arte Moderna André Malraux di Le Havre che ospita una delle più importanti collezioni di dipinti impressionisti di Francia.
I capolavori esposti, sopravvissuti ai bombardamenti, portano le firme, tra gli altri, di Renoir, Monet, Sisley, Gauguin, Dufy e Braque in un’esposizione che vuole rappresentare un ideale passaggio di testimone tra due città, Le Havre e Mestre, unite dall’esperienza della guerra. Lo fa attraverso un approfondimento fotografico e documentale, che affianca la mostra di capolavori francesi, per raccontare quanto accaduto nella città veneziana a partire dal bombardamento del 28 marzo 1944 e il percorso di risanamento iniziato nel secondo dopoguerra.

arte salvata
Paul Gauguin
Paesaggio a Te Vaa,
1896. Olio su tela
46,4 x 74,4 cm
Le Havre, Musée d’Art Moderne André Malraux. Lascito Charles-Auguste Marande, 1936
© MuMa Le Havre / Florian Kleinefenn

L’arte sopravvissuta che rivive

“Arte salvata”, attraverso le prestigiose opere esposte vuole raccontare una storia di rinascita.
Non solo quella di Le Havre, il cui tessuto urbano fu distrutto per l’80% dai bombardamenti, ma anche quella di Mestre e Porto Marghera, che subirono ingenti danni durante il conflitto bellico.
I dipinti in esposizione mostrano agli occhi dei visitatori l’evoluzione artistica di Le Havre che si è affermata come un faro culturale capace di radicare il proprio patrimonio nel contesto della città. Il Museo d’Arte Moderna MuMa, fondato nel 1845, ha visto crescere la sua collezione grazie all’impegno di pittori, mecenati e collezionisti che hanno trasformato la città in un centro di modernità all’avanguardia. Il percorso espositivo permette di lasciarsi incantare da dipinti di Eugene Boudin e Claude Monet, assieme alla vitalità del movimento impressionista rappresentata da Pierre Auguste Renoir, Alfred Sisley, Maxime Maufra e Henry Moret. Si prosegue poi con le opere che ne esprimono il lato più simbolista realizzate da Paul Gauguin, Jean Francis Auburtin, Ker Xavier Roussel, Maurice Denis e Marie Droppe.

Alfred Sisley, La Senna a Point-du-Jour, 1877.
Olio su tela 38,2 x 46,2 cm. Le Havre, Musée d’Art Moderne André Malraux, Donazione Pieter van der Velde, 1912 © MuMa Le Havre / David Fogel

E ancora si può scoprire la genesi del Fauvismo, radicata a Le Havre grazie a Raoul Dufy e Othon Friesz, oltre alle vedute meridionali di Albert Marquet e Charles Camoin. La visita all’esposizione, curata da Géraldine Lefebvre, direttrice del MuMa e da Marianne Mathieu, una delle maggiori esperte mondiali di impressionismo e post impressionismo, è accompagnata e arricchita da suggestioni musicali di Dario Falcone, giovane musicista veneziano che interpreta Debussy, Ravel, Messiaen, Malipiero, Bach, Mozart e Chopin.

Pierre Bonnard,
Interno con balcone
1919. Olio su tela
52 x 77 cm. Le Havre, Musée d’Art Moderne André Malraux . Collezione Olivier Senn, donazione Hélène Senn-Foulds, 2004 © MuMa Le Havre / Florian Kleinefenn

L’esperienza della guerra a Mestre, la mostra nella mostra

Grazie alla storia narrata dalle opere in mostra, il racconto di “Arte salvata” si intreccia con quello dell’esposizione permanente.
Al secondo e terzo piano del Museo infatti, per tutta la durata della mostra sarà presente una sezione dedicata a un approfondimento fotografico sull’esperienza della guerra a Mestre.
Un racconto fatto da scatti che si focalizza sul terribile bombardamento del 28 marzo 1944, nel quale persero la vita circa duecento persone. Le immagini illustrano la drammatica situazione vissuta dalla popolazione civile con un gran numero di sfollati, profughi e sinistrati che si contesero i pochi alloggi disponibili, dando origine a tensioni e scontri. La mostra si chiude con l’inizio del percorso di risanamento avviato nel secondo dopoguerra per il patrimonio abitativo e per la zona industriale. A far da corollario all’esposizione vi è un programma di incontri che spaziano tra varie discipline, dalla storia dell’arte alla musica, al teatro. Non manca la video installazione dell’artista trevigiano Alessandro Zannier che, con l’ausilio di immagini di repertorio e dati statistici, suggerisce una correlazione tra impoverimento culturale e aumento dei danni ambientali. L’opera dialoga con le tematiche di “Arte salvata” indagando le perdite subite dal patrimonio artistico e storico mondiale nei secoli ad opera dell’uomo.

Silvia Bolognini

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