Quest’analisi, attivata all’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, permette di conoscere il rischio e la gravità delle reazioni alle quali potrebbero andare incontro se entrassero in contatto con determinati cibi
Si chiama test di attivazione dei basofili o BAT test. Ma al di là del nome altisonante, si tratta di un semplice test del sangue dei bambini allergici agli alimenti che consentirà di effettuare diagnosi sicure e sempre più accurate. E’ infatti in grado di identificare quali possono essere i cibi a rischio per i piccoli pazienti e la gravità della reazione che può esserci. Come spiega il responsabile di Allergologia del Bambino Gesù Alessandro Fiocchi, proprio una diagnosi precisa consente di ridurre il rischio di gravi complicanze per gli oltre 5 mila bambini e ragazzi che il team di allergologi segue ogni anno nella struttura ospedaliera.
Come funziona il BAT test
Il test di attivazione dei basofili permette di simulare in laboratorio le reazioni allergiche senza esporre il paziente a rischi. Spieghiamo innanzitutto cosa sono i basofili. Si tratta di un tipo di globuli bianchi, presenti nelle reazioni infiammatorie, specialmente quelle allergiche. Rilasciano una sostanza chiamata istamina, un anticoagulante del sangue e vasodilatatore che facilita il suo scorrere nei tessuti. Se sono bassi aumenta la suscettibilità alle infezioni, le ferite guariscono lentamente e sono presenti stanchezza o affaticamento persistente.
La nuova analisi si effettua in provetta su un campione di sangue, simulando un test di scatenamento in vivo. La sua funzione è quella di isolare le cellule della risposta allergica mettendole in contatto con l’allergene e incubarle. Se il bambino è allergico sulla superficie di queste cellule compaiono delle molecole che si possono rilevare e contare. Questo consente di fornire importanti informazioni sulla potenziale gravità della risposta dell’organismo a un alimento.
Un nuovo strumento per migliorare le diagnosi
All’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma il nuovo test si aggiunge agli altri strumenti già utilizzati per valutare la presenza di un’allergia alimentare quali i test cutanei; il dosaggio delle IgE nel sangue ovvero gli anticorpi specifici che innescano la reazione allergica e il test di provocazione orale che consiste nella somministrazione di allergeni sotto la supervisione del medico. In Italia, in media un bambino su 50 è allergico a uno o più alimenti e nel 16% dei casi in forma grave.
Le allergie alimentari che colpiscono bambini e ragazzi sono inoltre in aumento sia per quanto riguarda l’incidenza, sia per complessità.
Allergie alimentari in crescita
Si registra un incremento di quelle già note come l’allergia alle arachidi, alla frutta a guscio e al latte vaccino accanto alle quali vi sono quelle emergenti, tra queste l’allergia alle farine di insetti, al miele di melata o al latte di capra. In particolare negli ultimi dieci anni l’allergia alla frutta a guscio (nocciole, anacardi, pistacchi) è passata dal 3% all’8% dei casi pediatrici; l’allergia alle arachidi dall’1% al 6%, mentre l’allergia la latte rimane stabile a oltre il 15% della casistica.
In ogni caso le più pericolose, come precisa Alessandro Fiocchi, rimangono quelle all’arachide e al latte in quanto maggiormente associate a reazioni gravi e potenzialmente fatali come l’anafilassi. In Italia, ogni anno si registrano tra i 2 e 4 decessi per allergie alimentari, soprattutto tra i giovani sotto i 20 anni