Il cuneo salino ha raggiunto i 30 km, le barriere in stile Mose per proteggere
Le ultime precipitazioni non hanno portato sollievo all’emergenza siccità nel distretto del Po.
Le portate sono ancora molto basse e il cuneo salino – l’avanzamento del mare nel delta – ha raddoppiato in due settimane la sua avanzata, arrivando a oltre 30 km.
Una quota record, che giustifica l’allarme degli esperti, al lavoro per trovare soluzioni in grado di bloccare l’acqua salata.
«Alla luce dei dati emersi – spiega l’ingegnere dell’Autorità di bacino Marco Bardella – è stata decisa la riduzione del prelievo idrico del 20% sulle acque disponibili. Oltre a un aumento nella medesima percentuale di rilascio acqua dai grandi laghi, Maggiore, Como, Iseo, Idro, Garda. Anche Valle d’Aosta e Piemonte dovranno valutare il rilascio di acqua dei bacini montani, come già fatto dalla Lombardia». Misure che però ancora non sono state attuate.
Secondo quanto rilevato dall’Osservatorio del Po, nonostante il temporaneo ristoro per le piogge delle ultime ore, le cinque stazioni di monitoraggio delle quote idrometriche del Po restano ancora a livello di siccità grave.
Rispetto alla media, i dati riportano a Piacenza -0,88 metri, Cremona -8,20, Boretto -4,37, Borgoforte -3,83, Pontelagoscuro -7,16.
Per ora, spiegano gli esperti, si scongiura la massima conseguenza della siccità stagionale, vale a dire un preventivo e dannoso stop al prelievo, che tuttavia va ridotto come già stabilito.
Per quanto riguarda il cuneo salino quale può essere la soluzione? «Abbiamo proposto una nuova barriera antisale – dice Bardella – a Pila (Porto Tolle) per ora all’idea da finanziare. Abbiamo fatto gli studi preliminari e inoltrato il tutto all’Osservatorio».
Si tratterebbe di una sorta di Mose, la barriera che entra in funzione a Venezia in caso di acque alte eccezionali, in miniatura. Questa, alzandosi, andrebbe a chiudere il fiume.
Lo stesso progetto, sull’Adige, è già stato finanziato per 20 milioni di euro e la protezione sarà completata nel 2026.