Ferretti Group sceglie Venezia per festeggiare i 50 anni dei suoi yacht e conferma la tendenza delle grandi imprese a tornare a puntare sulla Laguna
Ai piedi dell’arcobaleno bianco, rosso e verde lasciato sopra San Marco dalle Frecce Tricolori c’è davvero il classico tesoro. Il sorvolo sulla città della pattuglia acrobatica è stato solo l’avvenimento culmine della tre giorni di celebrazioni organizzate da Ferretti Group per il cinquantesimo anniversario di Ferretti Yachts. E la scelta di Venezia come location per una serie di iniziative all’insegna dell’arte, dello spettacolo e della cultura italiana da parte di uno dei marchi storici della nautica italiana ha un valore che va al di là di qualcosa di puramente simbolico.
Si inserisce infatti nel solco della rinnovata attenzione che le eccellenze produttive del nostro Paese stanno riservando all’area metropolitana nostrana, in un dialogo sempre più consistente basato proprio sulle grandi potenzialità che una realtà come quella veneziana, tradizionalmente aperta all’internazionalizzazione e al dialogo sia per terra che per mare, ha negli ultimi anni ripreso a rilanciare con una ben precisa e intelligente strategia.
In questa maniera si creano opportunità che permettono di non fermarsi alla semplice immagine “da cartolina”, che certamente è solo un primo biglietto da visita di Venezia. Basta vedere le foto pubblicate in queste pagine: uno sfondo come quello di Piazza San Marco riesce ad esaltare all’ennesima potenza, come pochi luoghi al mondo riescono a fare, il già suggestivo spettacolo aereo delle Frecce Tricolori.
Venezia, da queste pagine lo abbiamo detto più volte, è viva. E le giornate vissute a giugno con Ferretti (che ha puntato sull’occasione anche per far debuttare ufficialmente un nuovo yacht) dicono che lo è anche in quei settori che ne hanno fatto la grandezza nella storia. Un evento come questo, di tipo marinaresco, rappresenta il rinnovato fermento che si respira in città e i grandi nomi dell’industria e del design se ne stanno già rendendo conto.
Messaggio ancor più simbolico se si pensa che, dopo Palazzo Ducale e bacino San Marco, il cuore di queste celebrazioni, grazie alla disponibilità della Marina Militare, è stato proprio quell’Arsenale di cui, città nella città, i Veneziani si stanno riappropriando. Tra gli spazi della Biennale e quelli di Thetis, fra le molteplici altre iniziative ed eventi promossi in questa cornice, l’Arsenale si sta sempre più aprendo alla città “civile”, andando oltre anche quella possibilità di fruizione alquanto limitata a cui, storicamente, i residenti sono stati abituati per secoli.
Vela stessa, società che gestisce la mobilità cittadina, sta ponendo sempre più attenzione ai collegamenti, ordinari e straordinari, per l’intera area arsenalizia, dando così impulso allo sviluppo anche di quella parte nord che costituisce una sorta di possibile terreno di grande sviluppo.
Uno sviluppo che, prima di tutto, può partire dalle attività economico-produttive.
Non a caso, all’Arsenale, dal dodicesimo secolo il cuore pulsante dell’industria navale veneziana, con tecniche e idee all’avanguardia, è legato il periodo più florido della storia della Repubblica Serenissima. E il nome stesso, Arsenale, deriva dall’arabo “casa d’industria”. Quello che può tornare ad essere, anche nel terzo millennio.