Società +

Alghe e legumi al posto di carne e latticini: ecco il cibo del 2050

Alghe e legumi al posto di carne e latticini: ecco il cibo del 2050

Un saggio pubblicato da 15 esperti ha provato a leggere le evoluzioni della dieta nei prossimi 25 anni

Era il 1825 quando, nel libro “Fisiologia del gusto”, il gastronomo francese Anthelme Brillat-Savarin propose per primo l’idea riassumibile nella frase “sei quello che mangi”.
Sono passati 200 anni e il concetto è sempre più attuale. Perché è sempre più diffusa la conoscenza delle caratteristiche del cibo che mettiamo nel piatto. E ciò inciderà sulla dieta del futuro. Anche quello più prossimo.
Per tentare di capire in anticipo l’evoluzione delle abitudini alimentari nei prossimi 25 anni, arriva adesso il saggio “Cibo2050” dell’Osservatorio Cirfood District, in cui 15 esperti di vari campi hanno analizzato i possibili scenari futuri nel settore.
E la conclusione, in generale, è che l’umanità sta evolvendo verso una alimentazione sempre più sostenibile e personalizzata, anche grazie alle possibilità offerte dalle innovazioni tecnologiche.

Cosa scomparirà dal menu del 2050

Una delle premesse da cui parte l’analisi è che, entro il prossimo quarto di secolo, la popolazione terrestre arriverà a 10 miliardi di individui. Per poter continuare a garantire a tutti sufficienti risorse nutrizionali, anche in considerazione dei cambiamenti climatici e dell’estremizzazione degli eventi meteo, sarà dunque necessaria una revisione dei sistemi di produzione, a partire da quelli agricoli, le cui filiere dovranno risultare sostenibili sia dal punto di vista ambientale che da quello economico.
Proprio in base a questa prospettiva, sono molti gli esperti che prevedono la scomparsa dei classici caffè e cacao, che verranno sostituiti da altre piante come i carrubi. La crescente consapevolezza sugli impatti degli allevamenti intensivi, poi, ridurrà il consumo di proteine di origine animale, come quelle fornite da carne e latticini.

cibo

E le considerazioni legate alla salute porteranno a escludere sempre più il “junk food”, a partire dai cibi ultra-processati e da quelli ricchi di zuccheri.

L’importanza dei vegetali per cibi “come medicine”

Per orientare correttamente le scelte dei consumatori verso una dieta sostenibile, gli esperti sottolineano così il ruolo sempre più cruciale dell’educazione alimentare. Ben lungi da un futuro fatto di pillole e beveroni, i punti di partenza restano sempre il consumo di prodotti semplici e la dieta mediterranea, per la quale si prevede comunque un’evoluzione. Prenderanno sempre più piede infatti i piatti a base vegetale, con proteine alternative come quelle fornite dai legumi, ma anche cibi innovativi come le alghe.

cibo

Un altro approccio ritenuto vincente è poi quello “food as medicine”, in cui il cibo costituisce una fonte di salute e prevenzione primaria nella prospettiva del benessere. In tal senso, un contributo fondamentale arriverà dalle innovazioni tecnologiche (come la fermentazione di precisione, la nutraceutica e la nutrigenomica), che offriranno la possibilità di creare alimenti sempre più personalizzati, con precise caratteristiche che li rendono più funzionali al nostro benessere.

L’evoluzione futura del cibo

Parallelamente alle scelte dei consumatori, nelle previsioni degli esperti di scienza, innovazione, medicina, food e del mondo accademico, ci si attende che l’intero settore alimentare registri un cambiamento sempre più influenzato dai temi legati a demografia, tecnologia, salute e sostenibilità. Provare a leggere in anticipo le tendenze, del resto, mira soprattutto ad assicurare che l’alimentazione del futuro possa essere davvero parte integrante del sistema educativo e di welfare del Paese.

cibo

Così, per gestire le conseguenze dei cambiamenti climatici su coltivazioni, stagionalità e sistemi di produzione si guarda all’agricoltura di precisione e all’agroecologia, ricordando che si dovranno sempre più rigenerare i terreni per evitare la desertificazione. Anche ristoranti, locali e mense punteranno sempre più su proposte trasparenti e personalizzate, oltre che su format esperienziali. Quel che per fortuna non verrà meno, conclude il saggio, sarà invece l’importante valore sociale e aggregativo del cibo.

Alberto Minazzi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Il campo nome è richiesto.
Il campo email è richiesto o non è corretto.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.