Il Consiglio dei Ministri allarga lo stanziamento. Draghi: “Provvedimento di proporzioni straordinarie”
Il decreto “Aiuti bis”, l’ultimo del Governo guidato da Mario Draghi, è stato approvato dal Consiglio dei Ministri.
I contenuti dei principali provvedimenti, come ha sottolineato il premier, sono quelli annunciati: proroga della riduzione del costo delle bollette e dei carburanti, rivalutazione anticipata delle pensioni, un ulteriore taglio del cuneo fiscale. E poi misure a sostegno delle aziende agricole per far fronte all’emergenza siccità e misure per gli enti territoriali.
Tutti interventi “condivisi con le parti sociali e con i partiti della maggioranza e dell’opposizione”.
Ma non è mancata una sorpresa. Positiva. “Il totale del decreto approvato oggi è di 15 miliardi, più altri circa 2 di misure aggiuntive” ha annunciato Draghi parlando di “un altro provvedimento di sostegno per le famiglie, di protezione in particolare per quelle più vulnerabili e di aiuto alle imprese che ha proporzioni straordinarie”.
Aiuti bis grazie a una buona crescita economica
Delle risorse, ha spiegato il ministro dell’Economia, Daniele Franco, “14,3 miliardi derivano dal margine di bilancio oggetto di una richiesta di autorizzazione al Parlamento, avendo riscontrato un andamento delle entrate maggiore delle attese per la crescita dell’economia e per l’andamento dell’inflazione che sta accrescendo le imposte indirette. A questo si aggiunge l’utilizzo di alcuni fondi previsti dal bilancio”.
Tra le conseguenze di uno stanziamento maggiore di quanto inizialmente ipotizzato, c’è innanzitutto un intervento sul cuneo fiscale che, ha sottolineato il Presidente del Consiglio, “alla fine della discussione in Cdm è un po’ maggiore di quello che era entrato”.
Luce e gas, benzina e buste paga
A entrare nello specifico delle principali misure (concentrate sul 2022, tranne alcune eccezioni, come la realizzazione delle opere per le Olimpiadi di Milano e Cortina), nella conferenza stampa a Palazzo Chigi, è stato il ministro dell’Economia e delle Finanze.
“Larga parte degli interventi – ha rimarcato Franco – riguardano il settore dell’energia”. In questo campo, il decreto estende al quarto trimestre del 2022 la riduzione del 5% dell’aliquota iva sul gas, l’abbattimento degli oneri di sistema sulla bolletta elettrica, gli oneri generali sul gas e il bonus sociale su bollette per le famiglie con Isee inferiore a 12 mila euro. E sono state stanziate risorse per estendere al 20 settembre l’abbattimento delle accise sui carburanti.
Quanto al cuneo fiscale, la riduzione dei contributi sociali dello 0,8% per i lavoratori dipendenti, già introdotta dalla legge di bilancio, per il secondo semestre passa al 2%, con un aumento del +1,2%.
Per il bonus 200 euro, è stata stanziata inoltre un’integrazione del plafond di ulteriori 100 milioni per consentirne l’erogazione anche ai lavoratori autonomi, oltre che agli altri lavoratori dipendenti e precari che non ne hanno beneficiato a luglio.
Pensioni e welfare aziendale
Due i provvedimenti per i pensionati.
Il primo è l’anticipo al 2022 del pagamento, previsto per inizio 2023, di un conguaglio sull’inflazione dello 0,2% dell’importo delle pensioni.
Il secondo intervento, operativo dal prossimo 1° ottobre, è un anticipo del 2% della più ampia rivalutazione delle pensioni fino a 35 mila euro operativa dal 1° gennaio 2023.
Tra gli altri provvedimenti citati da Franco, l‘estensione al terzo trimestre dei crediti di imposta previsti per le imprese e per l’esercizio delle attività agricole e di pesca; uno stanziamento di 400 milioni per aiutare gli enti decentrati (Comuni, Province e Città metropolitane); 200 milioni per i primi interventi sulla siccità; l’aumento da 258 a 600 euro del plafond per il welfare aziendale, ovvero la parte di contributo esentata dalla base imponibile Irpef, includendo anche le somme erogate per il pagamento di utenze di servizio idrico, energia elettrica e del gas.
È stato invece ridotto di 630 milioni lo stanziamento per l’assegno unico, per non perdere risorse non utilizzate, che saranno “utilizzate per altre finalità sociali”.
Draghi e l’economia che cresce
“Queste misure – ha ricordato Draghi – oggi si aggiungono alle altre per 35 miliardi che abbiamo fatto nel corso dell’anno per mitigare gli effetti dei rincari sui cittadini e sulle imprese. Per le somme a disposizione di questo decreto parliamo di una grossa percentuale del pil, più di 2 punti. E oggi interveniamo di nuovo, altra cosa importante, a saldi invariati, quindi non ricorriamo a nessuno scostamento”.
Una sorta di piccolo miracolo che il premier ha spiegato così: “Possiamo farlo perché l’andamento dell’economia è di gran lunga migliore del previsto. Ed è merito, questo, della capacità degli Italiani, delle famiglie e delle imprese e anche forse un po’ della politica economica del Governo, che ha sostenuto senza esitazioni l’economia, ma allo stesso tempo è riuscito a farlo mantenendo gli obiettivi di riduzione del deficit e del rapporto debito-pil”.
La crescita annuale acquisita finora, ha rimarcato il Presidente del Consiglio, è pari al 3,4%, “più di quanto era stato stimato dal Ministero dell’Economia in aprile per tutto il 2022. Si tratta di un dato molto positivo, sia se lo confrontiamo con il passato recente, sia se lo confrontiamo con tutti gli altri Paesi. Negli ultimi due anni, – ha proseguito Draghi – la crescita del pil è stata del 6,6% l’anno scorso e ad oggi siamo al 3,4%. Nel corso degli ultimi 20 anni l’Italia non era mai cresciuta oltre il 2% Una crescita veramente straordinaria”.
“Se vediamo le ultime previsioni del Fondo Monetario Internazionale – ha completato il quadro – nel 2022 cresceremo più della Germania, della Francia, più della media dell’area dell’Euro, più degli Stati Uniti. Anche i dati sul mercato del lavoro sono incoraggianti. Il tasso di occupazione ha superato il 60%, il dato più alto dal 1977, con 400 mila occupati in più rispetto a un anno fa, circa metà dei quali a tempo determinato”.
Preoccupazioni e prospettive
Un quadro idilliaco? No, perché Mario Draghi non ha nascosto che i problemi non mancano.
“Ci sono delle nuvole all’orizzonte – ha ammesso – soprattutto per la crisi energetica, dell’aumento del costo del gas e di un rallentamento significativo del resto del mondo: le previsioni sono preoccupanti per il futuro. Siamo andati molto bene, le previsioni terribili di inizio dell’anno sono state smentite dai fatti. Ma dobbiamo preprararci ad affrontare il terzo e quarto trimestre”.
“Non dobbiamo sottacerci – ha aggiunto il premier – che continueranno i problemi che abbiamo oggi, cioè il carovita, l’aumento del prezzo dell’energia e di altri beni, le difficoltà nell’approvvigionamento, il precariato ancora molto diffuso e naturalmente anche l’incertezza geo-politica: non solo quella nostra, ma anche le crisi che abbiamo nel resto del mondo. Il sostegno che oggi diamo serve ad aiutare imprese e famiglie, soprattutto quelle più vulnerabili, serve ad aiutarle in questa fase di incertezza e a proteggere questa ripresa di fronte al peggioramento del quadro internazionale”.
Il decreto ha dunque anche una parte che riguarda lo sviluppo. “Introduciamo – ha illustrato il Presidente del Consiglio – strumenti e procedure semplificate per attrarre grandi investimenti in settori di interesse strategico nazionale a partire da quelli ad alta tecnologia. Vogliamo che le grandi imprese investano sempre più in Italia, migliorare la nostra competitività e favorire l’occupazione”.
Alberto Minazzi