Cosa prevede il regolamento europeo sull’intelligenza artificiale (IA) approvato dal Parlamento di Strasburgo il 14 marzo scorso.
Si tratta della prima legge al mondo sull’intelligenza artificiale e mira a garantire la sicurezza e il rispetto dei diritti fondamentali, della democrazia, dello Stato di diritto e della sostenibilità ambientale di fronte alle insidie derivanti dai sistemi di Ai ritenuti ad alto rischio.
Ma “Ai Act”, così si chiama il regolamento europeo, è anche una normativa che promuove l’innovazione e vuole assicurare all’Europa un ruolo guida in un settore in forte crescita.
“Oggi l’Europa compie un importante passo che assicura la leadership dell’Europa in materia di IA affidabile –ha dichiarato il Commissario per il Mercato Interno Thierry Breton-. Con l’entrata in vigore del regolamento sull’IA, la democrazia europea pone in atto un quadro efficace, proporzionato e all’avanguardia nel mondo riguardo all’IA, contrastando i rischi che ne possono derivare e favorendo la fioritura delle start-up europee nel settore dell’IA”.
La legge si fonda su un approccio basato su 4 livelli di rischio: inaccettabile, alto, limitato e minimo o nullo.
La maggior parte del regolamento europeo sarà applicato a partire dal 2 agosto 2026 ma le norme che vietano i sistemi IA a “rischio inaccettabile” saranno applicate già dopo sei mesi mentre il “Patto per l’IA” varato oggi dalla Commissione europea invita già da subito gli sviluppatori di IA “ad adottare volontariamente gli obblighi fondamentali del regolamento prima dei termini legali”.
I Paesi membri, invece, hanno esattamente un anno di tempo (2 agosto 2025) per “designare autorità nazionali competenti che vigilino sull’applicazione delle norme relative ai sistemi di IA e svolgano attività di vigilanza del mercato”.
Cosa prevede il regolamento europeo
“Ai Act” introduce garanzie per i sistemi di intelligenza artificiale usati per finalità generali considerando fuori legge alcune applicazioni che rappresentano una minaccia per i diritti dei cittadini.
Tra queste, i sistemi di identificazione biometrica basati su caratteristiche sensibili e l’estrapolazione indiscriminata di immagini facciali da internet o dalle registrazioni dei sistemi di telecamere a circuito chiuso per creare banche dati di riconoscimento facciale”.
L’identificazione biometrica è vietata anche per le forze dell’ordine ad accezione di alcune situazioni specifiche (per esempio nel caso della ricerca di una persona scomparsa o per la prevenzione di un attacco terroristico) per le quali sarà ammessa l’identificazione “in tempo reale”, nel rispetto però di rigorosi limiti: l’uso temporaneo dei dati forniti dall’IA e una preventiva autorizzazione giudiziaria o amministrativa.
Cos’è inaccettabile
Altri sistemi IA vietati del regolamento sono quelli che permettono di riconoscere le emozioni sul luogo di lavoro e nelle scuole, così come “i sistemi di credito sociale, le pratiche di polizia predittiva (se basate esclusivamente sulla profilazione o sulla valutazione delle caratteristiche di una persona) e i sistemi che manipolano il comportamento umano o sfruttano le vulnerabilità delle persone”.
In caso di violazioni, i cittadini avranno il diritto di presentare reclami e ricevere spiegazioni sulle decisioni che incidono sui loro diritti.
“L’approccio europeo alla tecnologia mette l’interesse dei cittadini al primo posto e garantisce il rispetto dei diritti di tutti –ha sottolineato la vicepresidente esecutiva per un’Europa pronta per l’era digitale Margrethe Vestager-. L’IA ha il potenziale per cambiare il nostro modo di lavorare e vivere e promette enormi benefici per i cittadini, per la nostra società e per l’economia europea. Grazie al regolamento sull’IA, l’UE ha compiuto un passo importante per garantire che in Europa l’adozione delle tecnologie in materia di IA sia conforme alle norme dell’UE. ”
Consuelo Terrin