Le pico-cellule e la decisione della Commissione Europea. Easa: “valuteremo se dovranno essere svolti test aggiuntivi”
E’una delle prime cose che facciamo quando saliamo su un velivolo e ci apprestiamo al decollo: chiudere il cellulare o metterlo, appunto, in “modalità aereo”.
Una misura preventiva, anche se di fatto mai è accaduto che un incidente aereo sia stato determinato da un cellulare rimasto acceso durante il volo, per evitare, come ci hanno sempre spiegato, che il campo elettromagnetico dei nostri smartphone possa interferire i con i rilevatori del mezzo sul quale stiamo partendo, creando seri problemi,
Ma da luglio 2023, anche quest’abitudine sarà accantonata.
La Commissione Europea, infatti, ha invitato i Paesi membri a introdurre le frequenze 5G ai velivoli. E a consentire l’uso del cellulare in aereo, anche ad alta quota.
Tutto ciò sarà possibile grazie a delle piccole antenne di cui gli aerei saranno dotati: le pico-cell.
Finché si volerà a bassa quota, i nostri cellulari continueranno a collegarsi alle celle terrestri. Man mano che si sale, invece, a garantire la possibilità di chiamare e ricevere chiamate, di inviare messaggi o anche di guardare un film scaricandolo da Internet, saranno gli agganci alle pico-cellule del velivolo che, di fatto, funzioneranno come dei router.
Le compagnie aeree, dunque aggiorneranno i loro mezzi, stabilendo in autonomia quali potranno essere dotati di queste antenne mantenendo gli standard di sicurezza
Ma anche Easa, l’Agenzia europea per la sicurezza aerea, ha annunciato che “valuterà se gli standard attuali sono sufficienti o se devono essere svolti test aggiuntivi”.
Che saranno effettuati prima dell’estate quando forse davvero, come aveva anticipato qualche mese fa il commissario europeo Thierry Breton, “il cielo non sarà più un limite”.