12 novembre 2019–12 novembre 2020.
È già passato un anno dalla seconda Acqua Granda della storia di Venezia, seconda solo ai 194 cm del 4 novembre 1966.
187 cm, seguiti da altri giorni di maree elevate che misero in ginocchio centro storico e isole, a partire da Pellestrina.
Ma la Città Serenissima, come sempre nella sua storia, ha saputo ancora una volta rialzare la testa. E oggi può guardare con soddisfazione non solo alla possibilità di essere protetta dal Mose, non solo alla previsione di un picco di 75 cm per questo e i giorni successivi. Sul piatto della bilancia c’è infatti anche un conto dei risarcimenti erogati che continua a crescere.
Oltre 2,7 milioni per i nuovi risarcimenti
Proprio martedì 11 novembre, alla vigilia del primo anniversario dell’alluvione, il commissario delegato all’emergenza per l’acqua alta, il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, ha firmato il 15° decreto in cui approva e liquida un nuovo pacchetto di risarcimenti. Si tratta di ulteriori 2 milioni e 778 mila euro. Soldi che arriveranno direttamente a 160 privati e 273 attività economiche, produttive, sociali e di culto che hanno visto concludersi con esito favorevole le istruttorie di rendicontazione dei danni subiti.
Esattamente, ai privati vanno più di 457 mila euro per coprire le spese di ripristino delle proprie abitazioni. E ai gestori delle attività oltre 2 milioni e 320 mila euro.
Già risarciti più di 4.100 danneggiati
Il totale di soggetti che hanno ricevuto il ristoro dei lavori svolti per riparare i danni subiti arriva così a quota 4.109. Con questo decreto, sono infatti 1.827 i privati e 2.282 le attività che hanno ricevuto una risposta concreta. Il totale delle cifre erogate supera dunque i 23,5 milioni, di cui più di 4,5 milioni ai cittadini e oltre 19 milioni ai responsabili delle attività. Cifre per facilitare l’accesso alle quali il commissario delegato, di concerto con la Protezione civile nazionale, ha introdotto con apposite ordinanze, di aprile e luglio, 2 strumenti innovativi di erogazione. Modalità che consentono di accelerare i tempi e superare il deficit di liquidità legato all’emergenza coronavirus.
Le modalità di erogazione dei risarcimenti
Chi ha diritto al rimborso può cioè chiedere una prima liquidazione parziale pari ad almeno il 30% della spesa stimata, purché regolarmente comprovata con adeguata documentazione fiscale (fatture e quietanze). Si può inoltre utilizzare la delegazione di pagamento prevista dall’articolo 1269 del codice civile. Ovvero, il privato o l’impresa possono chiedere all’Amministrazione di pagare direttamente i fornitori, per fatture minime rispettivamente da 500 o 2.500 euro. L’utilizzo della delegazione di pagamento non esclude la possibilità di richiedere anche la liquidazione parziale.
I precedenti decreti
A partire dal 18 aprile, il commissario ha firmato in totale 15 decreti.
Si è partiti con il rimborso destinato a 292 soggetti (215 privati e 77 imprese) per un totale di più di 854 mila euro, proseguendo poi con altri 3 decreti a maggio, 3 a giugno, 2 a luglio, 2 ad agosto, 1 a settembre e 2 ad ottobre.
Il provvedimento precedente a quello dell’11 novembre era stato quello del 27 ottobre, che aveva definito positivamente la rendicontazione di 262 soggetti (94 privati e 168 imprese) per oltre un milione e mezzo di euro.